Evitare sconti pensionistici troppo cari: c’è un modo per anticipare l’uscita senza tagli ma solo alcuni cittadini rientrano
Sappiamo che tra 2024 e 2025 ai cittadini italiani è stata data la possibilità di andare in pensione in anticipo per evitare di dover aspettare i 70 anni e passa (in base ai casi). Certo, si sono rivelate ottime opportunità per gran parte dei cittadini, ma quando si parla di anticipo d’uscita bisogna anche citare i relativi tagli sull’assegno pensionistico.
In pratica, bisogna pensare che ogni anno lavorativo fa maturare un tot di contributi: già il rapporto lavoro-contributi penalizza sempre il lavoratore, a ciò bisogna aggiungere il fatto che quei contributi verranno tagliati ancora di più nel caso in cui si decidesse di accedere all’uscita anticipata.
Anticipata nel senso che viene concessa prima dei 67 anni di età, quindi un tempo si parlerebbe di uscita pensionistica e basta. Ad oggi sappiamo che non è più così: per andare in pensione tanti cittadini dovranno aspettare i 70anni, e anzi, a volte anche superarli. Quando si parla di ‘pensione anticipata’ quindi, ci si riferisce al fatto che lo Stato decide di dare la possibilità di andare in pensione prima ma certamente non in modo gratuito.
Si pagherà una sorta di sovrattassa sui contributi già sudati, che in alcuni casi potrebbe essere conveniente, in altri assolutamente no: dipende quanto la persona ha le forze fisiche per continuare a lavorare e soprattutto di quanto verrà tagliato l’assegno. Oltre a questa scontistica d’uscita pagata a caro prezzo, esiste anche un modo, che riguarda un piccolo range di cittadini, per andare in pensione in anticipo ma senza avere ripercussioni sul proprio assegno mensile.
Una delle misure più discusse e discutibili presenti oggi nel sistema previdenziale italiano è senza dubbio la Quota 103, il quale destino non è ancora chiaro per il 2025. Con essa i lavoratori possono andare in pensione a partire dai 62 anni di età con 41 anni di contributi versati. Quota 103 però è ricca di penalizzazioni di assegno che la rendono decisamente meno appetibile.
La Quota 41 per i precoci non ha limiti di età ma ben 41 anni di contributi versati come requisito. 12 mesi devono essere versati anche in modo discontinuo prima dei 19 anni di età. Per questo si dice che si tratti di una quota per coloro che sono lavoratori precoci.
In questo caso, si può entrare in pensione in anticipo, ma senza ripercussioni sul proprio assegno mensile. Per poter andare in pensione con la quota 41 però non basta essere un lavoratore con 41 anni di contributi versati, infatti bisogna per forza rientrare in quattro differenti categorie: invalidi, caregiver, disoccupati o addetti alle mansioni gravose.
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