Ad agosto sono intervenute delle importanti novità relative alla Legge 104. L’abolizione del referente unico, tuttavia, non sarà l’unica innovazione.
La scomparsa del referente unico ha permesso anche a più familiari del disabile grave di richiedere i benefici sul lavoro, sanciti dalla Legge 104, come i permessi mensili retribuiti.
Un’altra novità è quella concessa, in materia di congedo retribuito, ai conviventi di fatto del soggetto da accudire. Questa modifica ha sovvertito l’ordine di priorità, dipendente dal vincolo di parentela, che stabiliva quali familiari potevano usufruire della Legge 104 per ragioni di assistenza.
Scopriamo nel dettaglio quali sono i principali punti della riforma legislativa e quali sono le innovazioni più rilevanti.
Per ulteriori informazioni, non perdere il seguente articolo: “Permessi 104: spettano a più familiari? La risposta non è scontata“.
Legge 104: la nuova disciplina dei permessi retribuiti
I caregivers che prestano assistenza ad un familiare affetto da disabilità grave ai sensi dell’art. 3, comma 3, della Legge 104, hanno diritto a 3 giorni mensili di permesso retribuito dal lavoro. Tali permessi sono fruibili anche in maniera frazionata, ad ore. È importante sottolineare che i periodo durante i quali si gode di tali benefici sono coperti dalla cd. contribuzione figurativa, utile per la maturazione del diritto e la determinazione dell’importo della pensione. I beneficiari devono richiedere i permessi all’INPS e al datore di lavoro.
Dal 13 agosto, grazie all’eliminazione della figura del referente unico tramite il Decreto Trasparenza, la misura può anche essere divisa tra più beneficiari. Dunque, più parenti o affini del disabile, alternativamente ed in base ad una turnazione, possono presentare domanda.
Non perdere il seguente approfondimento: “Permessi legge 104: la sentenza che chiarisce quando il caregiver commette un abuso“.
La disciplina per i genitori di minori disabili
Fino allo scorso 13 agosto, l’unica eccezione alla regola del referente unico era prevista per i genitori (anche adottivi o affidatari) di minori con disabilità grave. La Legge 104, infatti, permetteva ad entrambi di accedere ai permessi mensili, sempre, però, in maniera alternata. Non potevano, dunque, assentarsi contemporaneamente dal luogo di lavoro e non era consentita la coincidenza del permesso e del congedo straordinario di 2 anni.
La disciplina attuale prevede che i genitori di minori disabili gravi possono richiedere permessi differenti, in base all’età del figlio. Nello specifico:
- se il minore ha meno di 3 anni, hanno diritto (alternativamente) a: – 2 ore di permesso giornaliero, se l’orario di lavoro è di 6 ore o di un’ora, se l’orario lavorativo è inferiore alle 6 ore; – 3 giorni di permessi mensili, frazionabili anche in ore; – prolungamento del congedo parentale, col quale si riceve un’indennità pari al 30% della retribuzione per l’intero periodo di congedo;
- se il figlio ha tra i 3 e i 12 anni, si ha diritto a: – 3 giorni di permesso mensile, frazionabili anche in ore; – prolungamento del congedo parentale;
- se il disabile ha più di 12 anni, i genitori, i parenti o gli affini possono usufruire solo di 3 giorni di permesso mensile, frazionabili anche in ore.
Legge 104: a chi spettano i permessi?
I permessi della Legge 104 spettano a tali soggetti:
- il coniuge convivente, la parte dell’unione civile e il convivente di fatto della persona disabile grave;
- i genitori biologici, adottivi o affidatari della persona con disabilità grave;
- il figlio, i fratelli o le sorelle, i parenti o gli affini fino al terzo grado conviventi della persona disabile.
Bisogna specificare, inoltre, che nonostante l’eliminazione del referente unico, i giorni di permesso a disposizione sono sempre tre. L’aumento dei referenti, infatti, non prevede anche un incremento dei congedi. Dunque, se i familiari richiedenti fossero tre, tali rimarrebbero anche i permessi. Di conseguenza, ognuno potrebbe usufruire massimo di 1 giorno di assenza dal lavoro.
Le sanzioni previste, infine, sono sempre le stesse. I trasgressori, infatti, rischiano il licenziamento per giusta causa e la possibile denuncia per truffa ai danni dello Stato.