Legge 104 e lombalgia, si tratta di una patologia comunemente chiamata “mal di schiena” e rappresenta il motivo comune di assenza dal lavoro.
Il mal di schiena non ha una motivazione precisa è può colpire a qualsiasi età, per diversi motivi. Man mano che le persone invecchiano, la possibilità di sviluppare il dolore lombare aumenta, a causa di fattori collegati al tipo di lavoro e alla malattia degenerativa del disco.
Il dolore lombare può essere collegato alla colonna lombare ossea, ai muscoli lombari, ai dischi tra le vertebre, agli organi interni addominali e pelvici, ai legamenti intorno alla colonna vertebrale e ai dischi, al midollo spinale e ai nervi e alla pelle intorno alla zona lombare.
Il dolore nella parte superiore della schiena può essere dovuto a vari disturbi, ad esempio: infiammazioni, disturbi dell’aorta, eccetera. Il mal di schiena deriva comunemente da lesioni, tensione o sforzi. I sintomi comuni sono: spasmo muscolare, tensione muscolare, lesioni, cadute, fratture, muscoli o legamenti tesi, eccetera.
Legge 104 e mal di schiena: sono questi i sintomi che danno diritto ai permessi e congedo
Il mal di schiena può derivare da un numero di problemi strutturali che limitano la vita quotidiana e creano una situazione di disabilità:
a) Sciatica: un dolore acuto e lancinante che va dal gluteo fino ad arrivare lungo la parte posteriore della gamba, causato da un disco sporgente o erniato che preme su un nervo;
b) Dischi rotti o spinosi: ogni vertebra della colonna vertebrale è ammortizzata da dischi. Se il disco si rompe, ci sarà una maggiore pressione su un nervo, con conseguente mal di schiena. Invece se il disco è sporgente può provocare maggiore pressione su un nervo.
c) Artrite: L’artrosi può causare problemi alle articolazioni dei fianchi, della parte bassa della schiena e in altri luoghi;
d) Curvatura anormale della colonna vertebrale: se la colonna vertebrale si curva in modo insolito, può verificarsi mal di schiena. Un esempio è la scoliosi.
e) Problemi ai reni: calcoli renali o infezioni renali possono causare mal di schiena;
f) Osteoporosi: le ossa, comprese le vertebre della colonna vertebrale, diventano fragili e porose, rendendo più probabili le fratture da compressione.
La stanchezza può nascondere malattie che danno diritto alla legge 104 e un assegno mensile
Invalidità e legge 104
Come più vole argomentato nei nostri articoli, il riconoscimento dell’invalidità civile determina una percentuale invalidante che se è uguale o superiore al 74% da diritto all’erogazione di un assegno mensile. Inoltre, è possibile ottenere anche il riconoscimento della legge 104 e a seconda dello stato di disabilità (medio, grave e autosufficiente) da diritto a molte agevolazioni, tra cui l’indennità di accompagnamento. Le prestazioni economiche sono erogate direttamente dall’INPS dopo l’iter medico legale a cui dovrà sottoporsi il richiedente il riconoscimento dell’invalidità.
Tuttavia, quando si presenta una discopatia con intervento chirurgico finalizzato a stabilizzare la rachide lombare, la percentuale invalidante riconosciuta va dal 31% al 40%. Mentre, chi soffre di artrite può ottenere una percentuale invalidante che va dal 20% al 100%, sempre considerando il tipo di patologia e la sua gravità. Inoltre, previsto l’esenzione del pagamento del ticket sanitario per patologia, questo significa, che sono esenti tutti gli esami e visite specialistiche, inerenti alla patologia.
Un altro aspetto da considerare è il riconoscimento della legge 104 che da diritto a tre giorni di permesso al mese, se lo stato di handicap riconosciuto ai sensi dell’art. 3 comma 3.
Certificato medico introduttivo e riconoscimento dell’invalidità
La prima cosa da fare se si soffre di mal di schiena è rivolgersi al medico curante ed effettuare un’indagine. Se la malattia è tale da rendere difficile il lavoro e la vita sociale, il medico può inviare all’INPS il certificato medico introduttivo, specificano tutte le patologie e la loro gravità. Dopo l’inoltro telematico del certificato, il medico consegna al paziente, un numero di protocollo.
L’interessato ha novanta giorni di tempo per presentare domanda di riconoscimento dello stato invalidante, inserendo nella domanda il numero di protocollo consegnato dal medico curante. La domanda può essere presentata direttamente tramite il sito INPS, oppure, tramite il Patronato. L’Istituto ricevuta l’istanza, procede ad inviare la comunicazione della visita medica dinnanzi alla Commissione medico legale. La Commissione ha il compito di valutare lo stato di salute del paziente e assegnare la percentuale invalidante anche in base alla documentazione presentata dall’interessato all’atto della visita.