Ti sei mai chiesto se la Legge 104 possa essere revocata? Molti pensano che, una volta ottenuti i benefici, siano garantiti per sempre. Eppure, la realtà è diversa: l’INPS può decidere di togliere i diritti concessi. Perché succede?
Andrea si trovava in una situazione difficile. Dopo anni di benefici della Legge 104, un giorno ricevette una comunicazione dall’INPS: il suo diritto era stato revocato.

Nessun preavviso, solo una lettera fredda e burocratica. Il primo pensiero? Panico. Come avrebbe fatto senza quei permessi? Senza quelle agevolazioni fiscali che lo aiutavano a gestire meglio la sua situazione? La domanda che lo tormentava era una sola: perché?
Quello che è accaduto ad Andrea potrebbe succedere a chiunque. La revoca della Legge 104 è una possibilità concreta e può dipendere da diversi fattori: una visita di revisione, un controllo amministrativo o un’accusa di abuso dei permessi. Ma cosa succede quando si perde questo diritto?
Perché l’INPS può revocare la Legge 104?
L’INPS può revocare la Legge 104 in qualsiasi momento se emergono determinate condizioni. Una delle principali cause di revoca è il mancato superamento della visita di revisione: se il controllo medico non conferma più i requisiti, il diritto decade.

Un altro motivo comune è la mancata presentazione alla visita di accertamento sanitario. Se il beneficiario non si presenta senza giustificazione, l’INPS potrebbe revocare i benefici per mancanza di conferma della situazione sanitaria.
Infine, c’è la questione dell’uso improprio dei permessi. La Legge 104 garantisce permessi retribuiti per assistere un familiare con disabilità, ma se vengono usati per altri scopi, il rischio di revoca è alto. Alcuni datori di lavoro avviano indagini private e, se scoprono che i permessi vengono utilizzati per motivi personali, possono segnalare l’abuso all’INPS.
Cosa fare se la Legge 104 viene revocata
Ricevere la notifica di revoca della Legge 104 può essere un colpo duro, ma è possibile agire. La prima cosa da fare è contattare l’INPS tramite il servizio online “INPS Risponde” o il Contact Center per capire le ragioni della revoca. Se la revoca è avvenuta per un errore o una valutazione sanitaria discutibile, si può presentare ricorso entro sei mesi dalla notifica. Dal 2012, è obbligatorio l’accertamento tecnico preventivo, una perizia medica da presentare in Tribunale per dimostrare il persistere dei requisiti.
Se la revoca riguarda l’uso improprio dei permessi, difendersi diventa più complesso. È essenziale raccogliere prove che dimostrino la corretta fruizione dei permessi e, se necessario, affidarsi a un avvocato specializzato in diritto del lavoro. Se il ricorso non va a buon fine o i termini scadono, l’unica alternativa è presentare una nuova domanda di riconoscimento della Legge 104, ripartendo dall’iter iniziale.
Attenzione agli abusi: rischi e sanzioni
L’uso improprio della Legge 104 può portare a conseguenze gravi. Se un lavoratore utilizza i permessi retribuiti per motivi personali anziché per assistere il familiare disabile, rischia la revoca del beneficio e sanzioni disciplinari. Il datore di lavoro ha il diritto di monitorare l’uso dei permessi e, in caso di abuso accertato, può avviare un procedimento disciplinare che può portare fino al licenziamento per giusta causa. Nei casi più gravi, si rischia un procedimento penale per truffa aggravata ai danni dello Stato, con multe salate e, in casi estremi, reclusione.