Tramite la Legge 104, i caregivers possono andare in pensione in anticipo? Ci sono due vantaggiosi strumenti a loro disposizione.
Si può accedere prima alla pensione se si presta assistenza ad un familiare disabile con Legge 104? Come si bilancia tale diritto con il possesso dei requisiti contribuitivi richiesti dalla legge?
La Legge 104 del 1992 stabilisce una serie di agevolazioni e benefici per favorire l’integrazione sociale, il sostegno e l’assistenza continua alle persone affette da disabilità grave ed ai loro familiari. Proprio a questi ultimi che, si prendono cura con costanza dei parenti con handicap, la normativa concede dei vantaggi anche in ambito pensionistico. Analizziamoli nel dettaglio.
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Legge 104 e pensione anticipata: l’ultima proposta del Governo
Non esiste una specifica norma che sancisce il pensionamento anticipato per coloro che assistono familiari disabili; tuttavia, se ricorrono dei particolati requisiti, anche i caregivers possono terminare in anticipo la loro vita lavorativa.
Essi, attualmente, hanno a disposizione due strumenti: l’APE Sociale e Quota 41 (destinata ai cd. lavoratori precoci). Entrambe le agevolazioni potranno essere utilizzate fino al 31 dicembre 2022.
Il Governo, inoltre, ha avanzato una nuova proposta per erogare 120 euro in più ai nuclei familiari con figli disabili, che già percepiscono l’Assegno Unico e possiedono un ISEE inferiore a 15 mila euro.
Scopriamo, dunque, in cosa consistono l’APE Sociale e Quota 41, quali requisiti bisogna possedere e a chi sono rivolte.
APE Sociale: chi può richiederla?
L’APE Sociale è una misura introdotta con la Legge di Bilancio 2017, che consente ai caregivers di accedere alla pensione al raggiungimento dei 63 anni d’età; dunque, prima dei 67 anni, attualmente necessari per la pensione di vecchiaia.
La disciplina normativa, però, specifica il determinato grado di parentela tra il caregiver ed il soggetto con handicap grave. Al momento della domanda di pensione, infatti, è necessario che il richiedente stia prestando assistenza al coniuge o ad un altro parente di primo grado convivente disabile grave da almeno 6 mesi.
Il diritto, poi, è concesso anche ai parenti o agli affini di secondo grado conviventi, nell’ipotesi in cui i genitori o il coniuge della persona disabile abbiano compiuto 70 anni, siano affetti da patologie invalidanti, oppure siano deceduti o mancanti.
È previsto, inoltre, un ulteriore requisito, ossia la maturazione di almeno 30 anni di contributi. Infine, al raggiungimento dei 67 anni d’età, l’APE Sociale si tramuta automaticamente in pensione di vecchiaia.
L’interessato che vuole usufruire della misura, deve presentare domanda entro tre termini di scadenza:
- 31 marzo;
- 15 luglio;
- 30 novembre. Le domande presentate dopo il 15 luglio ma prima del 30 novembre, vengono approvate solo se sono superate le necessarie risorse finanziarie.
L’APE Sociale decorre dal primo giorno del mese successivo alla domanda, ma, per l’approvazione, bisogna interrompere il lavoro dipendente, autonomo o parasubordinato.
Quota 41 e Legge 104
L’altro metodo per la pensione anticipata, utilizzabile da coloro che assistono un familiare affetto da handicap grave, è Quota 41.
Tale strumento è rivolto ai cd. lavoratori precoci, cioè ai soggetti che hanno iniziato a lavorare da giovanissimi o che hanno avuto una vita lavorativa costante. Essi, infatti, devono aver maturato un anno di contribuzione prima dei 19 anni d’età.
La legge stabilisce anche degli specifici requisiti contributivi. Possono inoltrare la domanda di pensione, infatti, coloro che hanno raggiunto 42 anni e 10 mesi di contributi (se uomini) o 41 anni e 10 mesi di contributi (se donne).
Quota 41 è un’opzione a disposizione di determinate categorie di lavoratori. Oltre ai caregivers, possono usufruirne:
- i disoccupati;
- i lavoratori con invalidità civile riconosciuta di almeno il 74%;
- gli addetti alle attività usuranti e coloro che svolgono impieghi particolarmente gravosi ed intensi.