Le riserve di gas in Europa scendono rapidamente, a rischio è la stabilità energetica. All’orizzonte nuovi aumenti sulle bollette.
Preoccupano i dati forniti in questi giorni da Gas Infrastructure Europe (Gie), dai quali emerge come gli stoccaggi sotterranei del nostro continente abbiano raggiunto un livello critico del 34,53 per cento. Il calo è netto, di oltre undici punti percentuali rispetto alla media registrata negli ultimi cinque anni. Cosa significa questo? Che per la prima volta in tre anni, i volumi di gas immagazzinato si sono ridotti a circa 38 miliardi di metri cubi. Le riserve stanno scendendo rapidamente e la stabilità energetica ora sembrerebbe a rischio.

Per quanto riguarda l’Italia, che in realtà si trova in una posizione leggermente migliore rispetto alla media europea, la capacità di stoccaggio si aggira attorno al 45,53 per cento. Insomma, non sarebbe certo al sicuro dalla crisi. Le forniture, comunque, si stanno esaurendo a un ritmo impressionante, con l’aumento della domanda che rischia di spingere i prezzi dell’energia ancora più in alto nei prossimi mesi. E la situazione pare non sia destinata a migliorare, anzi lo scenario all’orizzonte (secondo le previsioni) sarebbe ancora più drammatico.
Scorte di gas in esaurimento, cosa succede alle bollette? I prezzi alle stelle
La carenza di gas, dopo due inverni trascorsi in tranquillità, potrebbe aggravarsi ulteriormente nei prossimi mesi. In Europa, al momento attuale, le riserve ammontano a meno di 400 Terawattora (TWh), con un deficit di 282 TWh rispetto al 2024 e di 230 TWh rispetto al 2023. Solo nel 2022 erano stati registrati livelli più bassi, quando a metà marzo rimanevano appena 289 TWh.
Le principali cause sono da individuare sia nell’uso intensivo delle scorte durante la stagione invernale (prelievo record di 749,8 TWh tra ottobre 2024 e marzo 2025, per lo stesso periodo nel 2024 ne furono prelevati 505,5 TWh) sia nell’afflusso insufficiente di nuove forniture, che ha impedito un adeguato rimpiazzo delle riserve (sono stati immessi solo 60,5 TWh di gas negli stoccaggi, nel 2024 furono 84,3 TWh).

Parlando dell’Italia, i principali flussi di gas arrivano dal Nord Africa (per il 37,5 per cento del totale) seguiti dal gasdotto TAP (per il 15 per cento) e dai rigassificatori di Cavarzere, Piombino e Livorno (a breve entrerà in funzione anche quello di Ravenna). L’apporto del gas russo, un tempo predominante, si è ormai ridotto al 2,7 per cento.
I prezzi nel frattempo schizzano alle stelle, il costo del gas al Ttf di Amsterdam ha superato i 42 euro per megawattora. La corsa agli approvvigionamenti rischia di innescare ulteriori rincari per famiglie e imprese, considerando pure l’obbligo europeo di riempire le scorte al 90 per cento entro novembre.