È un pacchetto di riforma ampio quello approvato dal consiglio dei ministri: misure contro il caro bollette, sostegni al settore automobilistico e all’indipendenza energetica. Ecco i provvedimenti di maggiore importanza economica.
Tra questi sei miliardi da destinare a misure contro il caro bollette, uno stanziamento del fondo unico pluriennale da un miliardo l’anno per otto anni per il settore automobilistico.
L’economia italiana ha mostrato una forte capacità di recupero, fornendo segnali incoraggianti sulle sue condizioni strutturali. Secondo il presidente della Banca d’Italia, Ignazio Visco, “La produzione industriale si è riportata già dalla scorsa primavera sui livelli precedenti la pandemia”. Il Pil dovrebbe raggiungere lo stesso traguardo alla metà di quest’anno, mentre l’occupazione verso la fine.
Secondo gli ultimi dati Istat, la produzione industriale è cresciuta dell’11,8% nel 2021 rispetto all’anno precedente, mentre il Pil è salito del 6,5% nello stesso periodo, la variazione più alta registrata dal 1976. Infine, il tasso di disoccupazione è sceso al 9,3% a fronte di un tasso di occupazione di circa il 60%.
Dopo il difficile 2020, Piazza Affari ha guadagnato oltre il 22% nel 2021 sovraperformando rispetto agli indici dell’Eurozona. In questo contesto di ripresa economica si inseriscono le bozze di due nuovi decreti giunti sul tavolo del Cdm in questi giorni. Il primo è un provvedimento energia, per intervenire sull’aumento del prezzo delle bollette, con misure strutturali per aumentare la produzione nazionale. Il provvedimento comprende l’azzeramento degli oneri di sistema sull’elettricità sia per le famiglie che per le Pmi.
L’avvio di un importante riforma: misure contro il caro bollette
Sulla base della bozza, verrà rafforzato il bonus sociale sulle bollette elettriche e del gas che verrà applicato per il secondo trimestre dell’anno 2022. Le agevolazioni andranno a favore ai clienti domestici economicamente svantaggiati e a quelli in gravi condizioni di salute. A questo si affianca la riduzione dell’Iva sul gas al 5% per circa 590 milioni, riduzione degli oneri sul gas per 480 milioni, rafforzamento del bonus sociale per 500 milioni, credito di imposta per le imprese ad alto consumo di elettricità e gas rispettivamente di 700 e 500 milioni. Un totale che supera i 5,5 miliardi di euro a cui contribuiscono anche gli interventi volti a sostenere regioni e comuni.
Sulla bolletta elettrica per le famiglie sono scontate, l’iva pari al 10% e oltre al prezzo dell’energia, che pesa per il 50, 60% del suo totale, il costo del finanziamento delle energie rinnovabili. Oltre a ciò il cliente finale finanzia le attività di interesse generale per il sistema elettrico, con un peso in bolletta del 15 – 20%. Un altro 20% circa è il peso per la spesa del trasporto, stoccaggio delle scorte e la gestione del contatore.
A questo proposito per ridurre gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico, l’Arera provvede ad annullare per il secondo trimestre 2022, le aliquote relative agli oneri generali di sistema. Questo varrà per tutte le utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW.
L’avvio di un importante riforma: sostegno al settore automobilistico
Come certificato dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili nel 2020 è stata pari al 45%. Il 42% proviene invece dal gas necessario a fare girare le turbine delle centrali elettriche, ed è quindi alla fonte del rincaro delle bollette elettriche per le famiglie e le imprese.
In tema di energie rinnovabili il decreto aggiunge incentivi per l’acquisto di auto ecologicamente compatibili, che apre le porte alle energie alternative oltre l’elettrico. Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha spiegato che il fondo di sostegno al settore automobilistico prevede circa un miliardo di euro l’anno che sosterranno le imprese e i lavoratori nel processo di transazione per otto anni.
Decreto bollette, una grande boccata d’ossigeno per le famiglie: le misure
Fondo produzione nazionale microprocessori e maggiore indipendenza energetica
Tra le forme in cui si esprimerà il sostegno alle energie rinnovabili nel settore automobilistico un fondo produzione nazionale microprocessori. Questo avrà il fine di promuovere la ricerca e lo sviluppo della tecnologia dei microprocessori, la riconversione dei siti industriali esistenti e l’insediamento di nuovi stabilimenti in Italia. Lo stanziamento il cui valore è ancora indefinito accompagnerà la transizione ecologica per i prossimi otto anni.
Per quanto riguarda il settore tradizionale dell’energia il governo punta a rafforzare la sicurezza degli approvvigionamenti e la produzione di gas. L’Italia importa oggi oltre il 93% del proprio fabbisogno annuale di gas, pari a circa 70 miliardi di metri cubi, tramite condutture che la collegano con diversi produttori europei, asiatici e africani, primi tra questi la Russia. In base alla bozza del decreto, Gse spa che è interamente partecipata dal Mef, su direttiva del ministro della transizione ecologica, avvia le procedure per l’approvvigionamento di lungo termine di gas naturale di produzione nazionale. Il Gse stipulerà in seguito contratti di acquisto di lungo termine, di durata massima di dieci anni. Il fine è quello di offrire prezzi calmierati ai clienti finali industriali e alle piccole e medie imprese.
Un’altra novità in tema di rinnovabili è il credito d’imposta per le imprese del Sud che investono per promuovere l’efficienza e la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Esso sarà pari a 267 milioni per il biennio 2022 e 2023.