Leggero rialzo anche oggi per le borse europee: massima l’attenzione sulla possibile overreaction ritardata, le mosse FED potrebbero cambiare il sentiment dei mercati
Le Borse europee aprono in positivo anche oggi giovedì 16 gennaio 2025, spinte dall’ottimismo generato dai dati sull’inflazione core statunitense in rallentamento. Ecco i dati più scottanti per il Vecchio Continente:
- FTSE 100 (Londra): +0,5%
- CAC 40 (Parigi): +0,7%
- DAX (Francoforte): +0,2%
- FTSE MIB (Milano): +0,73%
- IBEX 35 (Madrid): +0,33%
- AEX (Amsterdam): +0,6%
- SMI (Zurigo): +0,3%
I futures sull’Eurostoxx50 segnano positività (+0.5%) mentre i mercati osservano con attenzione i risultati delle principali banche statunitensi. I discorsi FED della giornata di ieri hanno fortemente influenzato il sentiment dei mercati, ma dietro questi numeri che aprono ancora una volta in positivo, si leggono rischi a lungo termine che un trader esperto non può non percepire nell’aria.
La positività di apertura dei mercati non sembra rispecchiare del tutto le novità delle politiche monetarie è bene inserire in un quadro più completo gli indici di oggi.
Ottimismo sui mercati: cosa c’è dietro i numeri
Le borse europee segnano positività in apertura anche per oggi grazie alla spinta fornita dall’inflazione core statunitense, che ha registrato un calo rispetto alle attese. Il dato mensile core si è attestato allo 0,2%, con un tasso annualizzato del 3,2%, un segnale importante per gli investitori che sperano in una politica monetaria futura meno aggressiva da parte della Federal Reserve. L’inflazione core esclude le componenti più volatili, come cibo ed energia, ed è considerata un indicatore chiave della pressione inflazionistica sottostante, un dato importante per comprendere che un calo in questa misura suggerisce che le politiche della Fed stanno realmente funzionando.
L’ipc principale, al contrario, si è attestato allo 0,4%, con un tasso annualizzato del 2,9%. La differenza rispetto al core è imputabile ai recenti aumenti dei prezzi dell’energia, in particolare del petrolio, che hanno impattato sul costo del gas e dei trasporti e che non sono assolutamente da trascurare. “Il mercato ha tirato un sospiro di sollievo”, ha intanto sottolineato ieri John Kerschner, Head of US Securitised Products e Portfolio Manager di Janus Henderson, riferendosi a questi segnali di raffreddamento.
Anche i futures azionari statunitensi continuano con il lieve rialzo, mentre il rendimento del Treasury Usa a 10 anni scende al 4,64%, un livello che riflette le aspettative di tassi meno aggressivi in futuro ed è anche da questi dati che sembra partita l’influenza positiva dell’apertura di oggi dopo i discorsi tanto attesi di ieri 15 gennaio. Per un investitore medio, un calo nei rendimenti obbligazionari implica che le aziende potrebbero trovare condizioni di finanziamento più favorevoli, stimolando la crescita e sostenendo i prezzi azionari.
Le banche USA al centro della scena, e il rischio Overreaction per gli investitori
Come anticipato, il clima positivo è stato rafforzato dai forti guadagni delle principali banche statunitensi come Goldman Sachs, JP Morgan, Wells Fargo e Citigroup. I CEO di queste banche hanno espresso ottimismo sulla solidità dell’economia e sulla nuova amministrazione, che si prevede favorevole alle imprese. Bank of America e Morgan Stanley, invece, presenteranno i loro risultati in giornata, e anche questi ultimi si riveleranno cruciali per mantenere alto l’entusiasmo degli investitori. Settori come quello bancario sono termometri importanti per valutare la salute economica, sia per quanto riguarda la fiducia generale da parte degli investitori che l’accesso al credito. Gli investitori però devono considerare che la storia insegna e che una situazione come quella di questi giorni potrebbe attivare un campanello d’allarme celato dietro la positività di apertura dei mercati finanziari.
Mantenere un approccio prudente e non farsi ingannare dalla momentanea positività sembra rappresentare la chiave migliore. La storia recente insegna infatti che le reazioni dei mercati alle politiche monetarie non sempre sono immediate. Nel 2018, ad esempio, la Fed aveva aumentato i tassi d’interesse in modo graduale, senza scatenare forti vendite iniziali. La correzione è arrivata mesi dopo, quando i mercati sono stati influenzati anche da eventi esterni come la guerra commerciale USA-Cina: se i trader si fossero tenuti più cauti, non ci sarebbe stata una caduta improvvisa sui mercati. Eventi geopolitici imprevisti o dati economici deludenti potrebbero modificare il sentiment attuale.
Gli investitori dovrebbero quindi osservare non solo gli annunci della Fed, ma anche l’andamento di variabili esterne, come i prezzi delle materie prime e l’evoluzione delle trimestrali. Cosa significa tutto ciò? In alcuni casi, le borse potrebbero non reagire negativamente, questo spiegherebbe la positività dopo gli annunci della Fed di ieri. Al tempo stesso i mercati potrebbero risentire degli eventi successivamente, magari a causa di un evento che si concatena: come notizie geopolitiche, successivi dati economici deludenti e via discorrendo. Questi eventi potrebbero portare gli investitori a rivedere le proprie aspettative sul mercato, causando un calo dei prezzi.
Quando si parla di Overreaction ritardata, infatti, si intende che a volte i mercati hanno bisogno di tempo per assorbire pienamente l’impatto delle dure politiche FED, come se il sentiment degli investitori si dovesse assestare. Sottovalutare inizialmente gli effetti di politiche monetarie molto dure non è una novità nella storia finanziaria dei mercati, ciò non significa che la positività sia reale, ma che stia aspettando un contraccolpo per invertire la rotta. Nonostante l’entusiasmo iniziale, è quindi essenziale mantenere un approccio prudente. Gli investitori devono considerare non solo i dati macroeconomici, ma anche le variabili esterne e gli eventi geopolitici che potrebbero influenzare i mercati dopo dichiarazioni così dure.