I colossi bancari non soffrono la crisi dei dazi e volano in Borsa con utili da record e dati finanziari tra i migliori degli ultimi decenni.
L’elevata volatilità dei mercati delle ultime settimane ha scatenato il panico tra gli investitori e ha accentuato la precarietà delle piazze finanziarie. In questa situazione, tuttavia, i grandi istituti di credito di Wall Street, come JPMorgan Chase, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Bank of America e Citigroup, stanno riportando risultati straordinari, con circa 37 miliardi di dollari complessivi di ricavi. Gli utili del primo trimestre del 2025 sono stati i più elevati degli ultimi dieci anni, soprattutto grazie alle operazioni di trading.

L’instabilità economica derivante dalla paura dei dazi ha creato terreno fertile per gli operatori finanziari, che hanno approfittato delle improvvise oscillazioni del mercato. Le cinque principali banche americane hanno ottenuto addirittura il 34% in più dei ricavi rispetto al primo trimestre del 2024, aumentando i propri guadagni di circa 16 miliardi di dollari (secondo i dati pubblicati dal Financial Times).
Ricavi record per le banche: le ragioni del successo
Tutti i più importanti istituti di credito statunitensi hanno registrato risultati sorprendenti. Il primato è attualmente detenuto da Goldman Sachs, che ha incassato 4,2 miliardi di dollari; segue Morgan Stanley, che ha ottenuto una crescita del 45%. JPMorgan, invece, è il gruppo con i maggiori ricavi da trading, con 9,7 miliardi di dollari, mentre Citigroup ha riportato un utile netto trimestrale incrementato del 20% e ammontante a 4,1 miliardi di dollari. Bank of America è cresciuta dell’11% e sia Citigroup sia Bank of America stanno incrementando i propri guadagni, pur rimanendo indietro rispetto alle concorrenti.

Oltre che dal trading azionario, i guadagni derivano anche dal mercato obbligazionario; nelle ultime sedute ci sono state vendite record dei titoli di Stato americani e il rendimento dei Treasuries decennali è salito al 4,5%. In generale il trading degli istituti di credito sulle obbligazioni ha raggiunto una cifra pari a 21 miliardi di dollari.
Questi numeri, tuttavia, non sono una novità bensì una costante nei momenti di forti scosse dell’economia. I traders, infatti, riescono sempre a lucrare con la volatilità. Quelli che per la maggior parte degli investitori sono eventi preoccupanti, per gli operatori professionisti diventano ghiotte occasioni di guadagno. Si tratta quasi di un cliché, come nel caso della pandemia e del conflitto russo-ucraino.
Dopo la fortissima crisi finanziaria del 2008, le banche non seguono la strategia del cd. proprietary trading, ossia la speculazione con capitali propri, ma si concentrano principalmente sull’analisi e sul finanziamento delle attività dei clienti.