A dicembre la benzina può aumentare; l’effetto paradosso della riduzione delle accise si confronta con i limiti di spesa del nuovo governo.
Dal prossimo mese la benzina costerà di più. Sarà così se il petrolio in una settimana non dovesse scendere in modo significativo. I prezzi alla pompa sono alterati dagli interventi sulle accise decise dal governo Draghi.
Il mondo sembra impegnato a competere nonostante le gravi crisi che incombono su pace e sicurezza energetica. Nel particolare mentre i prezzi sul mercato del petrolio tendono a scendere l’OPEC sceglie un taglio della produzione per evitare di perdere un margine di profitto.
Gli effetti maggiori, infatti, si devono alle decisioni del governo italiano di tutelare nei mesi passati i consumatori intervento sulle accise. Sul mercato interno si registra attualmente un prezzo calmierato di 25 centesimi rispetto a quello reale. Naturalmente ciò che era stato applicato nei mesi scorsi non può continuare a tempo indeterminato; sarà infatti ridotto lo sconto sulla benzina e sul diesel.
Le accise passeranno rispettivamente a 0,578 euro al litro fino al 31 dicembre 2022, mentre per il diesel passeranno a 0,467 euro.
Quale è il motivo della scelta? Dei 35 miliardi previsti per la legge di Bilancio 2023, che deve essere confermata dal parlamento la maggior parte delle risorse sono destinate al caro energia. Per contrastarlo, il governo Meloni ha messo sul tavolo 21 miliardi sostenibili per la finanza pubblica, utilizzando il maggior numero di risorse disponibili che sono sottratte alle misure di sostegno meno urgenti. Solo per calmierare i prezzi delle bollette per le famiglie che hanno un Isee massimo di 15 mila euro costerà nove miliardi.
Il peggioramento per gli automobilisti sul costo della benzina emerge nella bozza del decreto atteso insieme alla legge di Bilancio. Da dicembre lo sconto sulle accise del carburante passa da 0,25 a 0,15 euro. La bozza del decreto viene già criticata e prima di divenire ufficiale potrebbe essere ancora modificata. È di questo avviso il settore delle organizzazioni a protezione del consumatore: Codacons e Unione Nazionale Consumatori parlano di un errore con effetti diretti e immediati sulle tasche degli italiani.
Con la riduzione del taglio dell’accisa a 0,15 euro la benzina supererà quota 1,8 euro al litro, con picchi fino a 1,9 euro. Aumenterà così anche il gasolio che potrà raggiungere o superare i 2 euro al litro. La riduzione del taglio delle accise provocherà infatti un rialzo per entrambe i carburanti di circa 0,12 euro al litro. In termini assoluti questo avrà un peso maggiore calcolato a 6,10 euro in più per un pieno.
Le conseguenze per le famiglie sono facili da immaginare, si sconteranno sul breve termine? Probabile, nonostante la fase di abbassamento dei prezzi della materia prima la scelta va a contraddire le misure atte a correggere a ribasso l’inflazione che ha già superato il 10%. Gli effetti non saranno subito visibili, ma la traduzione della riduzione dello sconto nell’economia reale inciderà sul costo delle merci.
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