Com’è la situazione in Europa dal punto di vista del lavoro e dei posti vacanti, e come sta messa l’Italia? I dati Eurostat, cosa c’è da sapere
Il tema lavoro continua a destare grande attenzione ed è sempre particolarmente rilevamenti proprio in virtù della grande importanza dell’argomento: a tal riguardo, secondo i dati Eurostat, sono tanti i posti di lavoro vacanti nell’ambito dell’Unione Europea: qual è la situazione e cosa emerge a proposito dell’Italia.
L’agenzia statistica dell’UE, Eurostat, ha registrato il dato nel terzo trimestre del 2021, laddove la percentuale di domande di lavoro inevase è cresciuta al 2,4%, mentre arriva al 2,6% se si prendono in considerazione i Paesi soltanto della zona Euro.
Stando a quanto sottolineato dal Corriere della Sera – Economia, quello in questione è il dato più alto degli ultimi 10 anni, quando nel 2011 l’indicatore in questione si attestava a cavallo dell’1.5%. Questa condizione inerente al lavoro riguarda tutti i Paesi dell’Unione, sebbene vada tenuto conto che vi sono comunque delle percentuali variabili al riguardo.
Per quel che concerne la situazione in Italia, l’indicatore è all’1,8%. Una condizione, quella sottolineata da Eurostat circa le tante domande sul mercato del lavoro, che hanno a che fare con il salto dell’economia dopo il periodo molto complicato del 2020 a causa della pandemia e in particolare dei lockdown.
Lavoro, crescono i posti non coperti: la situazione in Europa e i numeri dell’Italia
Argomento di grande rilevanza ed importanza a proposito del lavoro, dunque, con i dati che emergono da Eurostat circa i posti non coperti, le cui relative tabelle, come spiega il Corriere della Sera – Economia, non vanno a specificare in particolare quali siano le figure professionali che in particolare risultano essere vacanti, in tal senso.
Rispetto alla richiesta di posti di lavoro da parte delle imprese che risulta essere non coperta, i numeri dicono che tale domanda è in crescita da 10 anni, con un forte rialzo nell’ultimo anno. Il Paese dove la richiesta di manodopera e figure professionali risulta essere già alta è la Repubblica Ceca, con l’indicatore che supera il 5%; tale Paese si piazza davanti a Belgio e Olanda, dove si registra un numero superiore al 4%.
Per quel che concerne gli altri, la Germania regista un 2.8, la Francia 1.9, mentre a chiudere ci sono Grecia e Spagna al di sotto dell’1.
A spiegare questa crescita della domanda non coperta vi è la ripresa economica, ma anche l’invecchiamento della popolazione, un fenomeno che risulta essere costante.
Rispetto a tale concetto, si legge, un approfondimento sulla situazione dell’Italia è stato fatto da Unioncamerere e Anpal nel rapporto Excelsior di ottobre in cui, spiega il Corriere – Economia, le imprese erano alla ricerca vana di circa 505 mila lavoratori, in particolar modo nel settore Itc, con un +29% rispetto al medesimo periodo nel 2019.
Numeri interessanti, a maggior ragione se legati alla quantità di disoccupati in cerca di lavoro che, ad ottobre, era pari a 2.4 milioni. Unioncamere e Anpal sottolineano che entro la fine dell’anno le imprese prevederebbero di attivare circa 1.4 milioni di nuovi contratti.
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Anche in altri Paesi in Europa le situazioni appaiono essere simili, si pensi alla Germania dove, ad oggi, vi sono ad esempio mancanti circa 150 mila lavoratori e servono all’incirca 400 mila immigrati all’anno in risposta al declino demografico. A certificarlo è Detlef Scheele, il presidente dell’Agenzia federale per il lavoro.
Condizioni simili alla Svizzera, con Credit Suisse che nell’ambito del proprio rapporto ha sottolineato che le imprese nel terzo trimestre dell’anno 2021 fanno fatica a trovare lavoratori nel 34% dei casi.