Continua il calvario delle posizioni di lavoro rimaste vuote. L’allarme lanciato su più fronti. Lavoratori cercasi disperatamente.
La scorsa estate un allarmante grido veniva lanciato da numerosi datori di lavoro. I settori che riguardava tali soggetti risultavano allora i più variegati, tutti in quel momento inerenti al lavoro stagionale, ma non solo. Si è parlato di stabilimenti balneari in difficoltà per la mancata disponibilità di giovani o meno giovani a lavorare in quel settore. Stesso discorso per ristoranti, pizzerie e quant’altro. La mancanza di camerieri e non solo ha gettato nello sconforto migliaia di imprenditori con tutte le polemiche del caso succedutesi poi nei giorni immediatamente successivi.
Siamo passati poi alla carenza di camionisti con l’imprenditore di turno che offriva lauti guadagni e condizioni davvero ottimali ma nessuna risposta concreta da parte dei potenziali candidati. La questione è subito scivolata, allora, sul tema del Reddito di cittadinanza, con la certezza, secondo alcuni, che dietro i tanti rifiuti ad un posto di lavoro, spesso sottopagato, ci sia proprio il più celebre dei sussidi del nostro paese. La situazione oggi, secondo varie fonti non sembra cambiata, a dimostrazione del fatto che il problema non riguardava soltanto bagnini e camerieri. Si tratta di un fenomeno molto più vasto e complesso.
Il problema secondo gli specialisti del settore oggi non riguarderebbe cosi come per l’estate la richiesta, l’ammontare della richiesta in un certo senso, ma più che altro le competenze. Un problema già affrontato in situazioni precedenti ed in diversi momenti storici, più o meno recenti. Il problema del non riuscire a reperire la forza lavoro, qualificata o meno, che è necessaria per portare, di fatto, avanti il paese non è certo un problema da poco. Se in estate il tutto si era concluso con l’apparente giustificazione delle troppe richieste, l’autunno non sembra cosi tranquillo guardando al quadro completo.
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“I dati – spiega Andrea Garnero, economista dell’Ocse – confermano che il problema dei posti vacanti esiste e si è acuito. Non ci potranno mai essere zero posti vacanti, ma gli stessi dati dicono che non è una questione estiva, legata agli stagionali e ai sussidi, ma strutturale, di mismatch tra le competenze richieste. L’impennata delle richieste di lavoratori nel settore delle costruzioni riflette l’aumento degli investimenti programmati e misure come il superbonus. I progetti del Pnrr – continua – con assunzioni importanti in poco tempo, aumentano i posti vacanti: il tema è capire se alla fine questi lavoratori si trovano e entro quanto si trovano”. Resta insomma l’incognita con una scadenza ben precisa più o meno simbolica.
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