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Lavoratori, polemiche feroci per la radicale novità “nascosta” nella riforma, cosa sta facendo discutere adesso

Sono troppi i rischi davanti una riforma che non piace ai lavoratori, non si tratta soltanto di polemiche, ma si considera la posta in gioco abbastanza alta, cioè la vita delle persone.

La vita delle persone è sempre più in bilico, specie quando davanti una Riforma che dovrebbe concretamente aiutare, lo fa solo in maniera apparente. Ed è qui che si cerca una modalità ottimale per far valere i diritti e gli interessi dei cittadini, per questo non mancano le continue polemiche. Dietro l’aggiornamento, c’è una novità definita “nascosta”, perché non immediatamente evidente…

Lavoratori, polemiche feroci per la radicale novità “nascosta” nella riforma, cosa sta facendo discutere adesso- Trading.it

Si tratta di porre mediante il proprio spirito critico un’analisi concreta, soprattutto un esame che palesi tutte le falle di un sistema fallimentare sempre più cronicizzato. I lavoratori avanzano polemiche dopo la riforma, non perché non la comprendano, ma perché dopo tante delusioni, l’hanno capita perfettamente.

Che i cittadini non siano capaci di comprendere un testo di legge alla perfezione ci può stare, ma una volta vissute tante negatività del mondo del lavoro, è per lo loro facilissimo riuscire a capire laddove ci siano degli interventi non tanto “coerenti” tra quanto si dice e si fa. La riforma in questione abbraccia il settore delle pensioni, introducendo per il 2025 delle novità sia per i nuovi assunti, che per quelli che nonostante siano pensionati, vogliono continuare a lavorare. 

Quali sono le misure in gioco? Passo, passo, le si analizza tutte, si parte da quelle più “calde”, per i nuovi assunti.

Nuove polemiche per i lavoratori davanti la riforma, quali sono le contestazioni

Lavorare o non lavorare, a volte è più di un dilemma. Nel contesto italiano si sta parlando di uno dei settori più in crisi, ma soprattutto lo è in qualsiasi fase. Che si tratti di giovani da assumere o adulti precari, oppure ancora di chi deve terminare dignitosamente la carriera, non c’è scampo per nessuno: la maggior parte dei cittadini è vittima di evoluzioni normative poco vantaggiose. Le polemiche dei lavoratori davanti la riforma trattano nello specifico dei temi molto cari.

Nuove polemiche per i lavoratori davanti la riforma, quali sono le contestazioni

Uno dei primi aspetti riguarda l’aumento del montante contributivo a partire dal 2025. Sono diversi i lavoratori che possono incrementarlo del valore del 2% grazie a una deduzione dal reddito che equivale al 50% del versamento posto in essere. Tale questione si concretizza anche nei confronti dei contributi pagati nella Gestione separata dell’INPS.

In ogni caso, bisogna constatare che questa crescita non viene usata per conquistare le soglie minime che servono per accedere al trattamento previdenziale con il sistema contributivo pieno. Ciò avrà le sue evoluzioni solo quando si raggiunge la pensione di vecchiaia.

Segue l’altro aspetto, chi vuole lavorare dopo il pensionamento. È l’Osservatorio Enpaia Censis a fare delle stime importanti, rilevando che il 70% degli intervistati ritiene che questa sia una possibilità importante. Continuare a lavorare dopo la pensione è necessario in vista del fatto che molti non hanno una pensione dignitosa che permetta di sopravvivere davanti il continuo e costante aumento del livello dei prezzi.

A sottolineare che ci sono lavoratori che ricevono molto poco, è il Segretario generale della Fai-Cisl, che parlando dei dipendenti del settore agricolo afferma che ottengono una somma poco più alta dell’assegno sociale. Di conseguenza, non possono sopravvivere se non continuano a lavorare.

Fin qui, si evidenziano delle falle incredibili di un sistema che nonostante gli aggiustamenti, di “giusto”, ha molto poco. Ma ci sono dei dettagli aggiuntivi della riforma che son sfuggiti ai più, ma che devono essere analizzati.

Rispetto delle esigenze dei cittadini o tentativo fallito? Considerazioni finali e soluzioni

Fatto il punto della situazione in cui si evidenziano sia l’aumento del contante contributivo che la possibilità di continuare a lavorare dopo la pensione, si evince che il contesto lavorativo sia nel pieno caos. La pensione dovrebbe implicare la fine del lavoro, ma a conti fatti, essere occupati è più di un modo per “intrattenersi”, è sopravvivere. Da qui, anche l’aspetto dei contributi non va tralasciato.

Rispetto delle esigenze dei cittadini o tentativo fallito? Considerazioni finali e soluzioni- Trading.it

Si conclude l’esame della questione, evidenziando che dal 2025 per accedere alla pensione anticipata il requisito contributivo passa da 20 a 25 anni. Nel 2030 si sale ancora fino a 30. La pensione quando? Diciamo che l’aggiustamento vien posto in essere guardando alle aspettative di vita in maniera positiva. La linea in questione è poi perseguita dalla stessa Legge di Bilancio che conferisce incentivi a chi continua a lavorare, nonostante l’aver maturato i requisiti per la pensione.

Ciò equivale al ricevere in busta paga la quota dei contributi a carico del lavoratore, senza che incida nel reddito imponibile. È un tentativo per adattare il sistema previdenziale alle esigenze del momento, ma difatti le polemiche non mancano. Perché i cittadini se vogliono andare in pensione è perché non vogliono più lavorare, di contro non cercano incentivi per restare nel mondo del lavoro! Il contesto demografico si evolve, si vive di più, si cerca maggior flessibilità, ma i cittadini non sono soddisfatti.

Fabiana Donato

Redattrice classe '96 nata sotto il segno dei pesci, ma con la grinta di un ariete che passa le giornate tra la kick boxing e la scrittura. Amante di film, anime, libri e manga, ed interessata a tutti ciò che anima il mondo. Laureata in scienze politiche e storia, insegnante a tempo perso, con l'obiettivo di pubblicare le sue storie.

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