Il calcolo dello stipendio per i lavoratori part-time segue un meccanismo diverso rispetto a quello previsto per il full-time. Ecco di cosa si tratta e come calcolarlo.
Molti lavoratori per un’esigenza o un’altra si ritrovano a firmare un contratto di lavoro part-time. A seconda dei casi, il contratto dovrà essere diverso e appositamente studiato per il lavoratore e le sue mansioni. Questo genere di contratti che prevede la partecipazione lavorativa con un orario ridotto è legato a particolari esigenze aziendali e lavorative.
Allo stesso modo, anche lo stipendio che si troverà a ricevere il lavoratore che presta le sua mansioni part-time sarà ridotto rispetto a quanto riceverebbe ad orario completo. Quello che in molti si chiedono è come fare a calcolare la somma che si andrà a percepire: ecco come calcolare lo stipendio mensile dei lavoratori part-time.
Il contratto di lavoro part-time ha la caratteristica essenziale di prevedere un orario di lavoro ridotto della metà. Secondo la Legge, infatti, esso deve essere pari a 40 ore settimanali a meno che il CCNL di riferimento non specifichi altro. In linea di massima, però, un contratto per essere definito part-time deve generalmente presentare un orario di lavoro anche di poco inferiore rispetto alla norma.
In questo caso, inoltre, la Legge prevede anche che esso possa essere trasformato in full-time qualora il lavoratore lo desideri e l’azienda lo approvi. Tuttavia, il tutto deve essere necessariamente messo nero su bianco con un apposito accordo scritto. Una volta effettuate queste doverose premesse, c’è da specificare quale sia il calcolo dello stipendio.
Scopriamo insieme come viene calcolato lo stipendio mensile di un lavoratore part-time.
Secondo la Legge, il lavoratore part-time non può usufruire di un trattamento che sia meno favorevole a livello retributivo rispetto a quello del lavoratore a tempo pieno che svolga lo stesso incarico e abbia lo stesso inquadramento. Allo stesso modo, però, il trattamento economico e normativo del lavoratore part-time dovrà essere rimodulato in relazione all’entità della prestazione di lavoro.
Per fare un esempio di calcolo, possiamo ipotizzare che un lavoratore che presta la propria attività per 20 ore la settimana, percepisca uno stipendio lordo di 10.000 euro l’anno suddiviso per 14 mensilità. Passiamo ora all’aliquota Irpef che corrisponde al 23%: allo stipendio annuo resteranno ben 7700 euro.
Da questa somma ci saranno da detrarre ancora i contributi: si arriverà ad un netto annuale di 6600 euro. Una volta giunti a tale cifra la si dividerà in 14 mensilità: avremo quindi ottenuto circa una somma mensile netta di 470 euro.
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