Si parla di un maxi risarcimento costoso con tanto di rimborsi spese: basterà a questi lavoratori discriminati?
La critica va fatta ad un sistema che non va per come dovrebbe, cioè perseguire la strada dell’articolo 1 della nostra Costituzione lunga, scritta e rigida: “l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”, ma è proprio questo un grosso tallone d’Achille. La questione si complica soprattutto per loro.
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Il mercato del lavoro italiano è in totale blocco, e con esso salari e retribuzioni. Niente di ciò che viene elargito si adatta all’andamento del tasso d’inflazione, il quale è in continuo aumento. Di contro, il potere d’acquisto s’indebolisce, non c’è margine di risparmio, e anche i più qualificati non arrivano a fine mese.
Perché si sta parlando di una categoria che più tra tutte ha studiato e dedicato tempo alla propria formazione. Ed è qui che “casca l’asino” perché l’ultimo resoconto dei sindacati lascia leggermente l’amaro in bocca. Basta il risarcimento per questi lavoratori discriminati?
Ultimatum lavoratori discriminati? La legge che non soddisfa la dignità
Non c’è spazio per una legge funzionante se nel pratico e quotidiano si lede la dignità umana. Tra tutte le categorie dei lavoratori questi sono tra i più discriminati. Complice un sistema di assunzioni in continuo cambiamento e che per niente rispetta e rispecchia la società di oggi. Le sentenze parlano chiaramente: fanno giurisprudenza e sono la base del prossimo ricorso.
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Si parla del mondo della scuola, in merito all’assegnazione delle ferie d’ufficio ai docenti non di ruolo. Dopo un maxi risarcimento maggiore di 10 mila euro a fine 2024 a Milano e Palermo, è ad Arezzo che i legali Anief tutelano la trafila di un precario con contratto fino al 30 giugno, ma che si è visto cancellate le ferie accumulate senza averne mai fruito. È giusto quello che gli è accaduto? Assolutamente no, ma questo è solo uno dei tanti precari violentati dal sistema.
Il giudice di Arezzo condanna il Ministero al pagamento del docente per il diritto di parte ricorrente all’indennità per ferie non godute. La parte resistente deve provvedere al pagamento per un totale di 6.726,76 euro più interessi. Ancora gli si devono pagare le spese di lite dal valore di 22000 euro più un aumento del 30% e il 15% di iva e Cpa.
Cosa si evince? Che il Tribunale Toscano citando la stessa Corte di Cassazione ribadisce che anche i docenti a tempo determinato non di ruolo debbano godere delle ferie maturate quando c’è la sospensione delle attività didattiche. Ottenendo anche la corresponsione dell’indennità sostitutiva alla cessazione del rapporto nella differenza tra giorni di ferie maturati e quelli di cui possono fruire.
Il Presidente Pacifico del sindacato Anief sostiene che le ferie vanno prese nei giorni di servizio e se non sono state retribuite, vanno pagate perché sono un diritto! Il supplente che negli ultimi 10 anni ha avuto incarichi fino al 30 giugno e non ha avuto ferie retribuite, può ancora fare ricorso mediante l’Anief per recuperare 1000 euro per ogni anno di lavoro. Occhio però, ha prescrizione decennale questo ricorso secondo la sentenza n. 3921/2020 della Cassazione.