L’assegno unico può aumentare, anche se di poco, ogni mese: ecco in che modo ottenere un importo più alto.
La misura destinata alle famiglie con figli a carico mira ad incentivare la natalità venendo incontro ai genitori alle prese con le esigenze di tutti i giorni. L’assegno unico e universale (AUU) consiste in un sostegno economico che può variare a seconda delle condizioni in cui riversa il nucleo familiare, prendendo in considerazione il valore dell’ISEE ma anche altri fattori chiave. Ci sono casi in cui l’incentivo può aumentare mensilmente, ma solo se si rispettano determinati requisiti.
Come affermato all’inizio del nostro articolo, possono beneficiare dell’assegno unico e universale i genitori con figli fiscalmente a carico fino al compimento dei 21 anni di questi ultimi. Nel caso in cui fossero presenti, all’interno del nucleo familiare, figli con disabilità è possibile continuare a ricevere il sostegno senza limiti di età.
Per godere del sussidio, non è necessario presentare domanda: è l’INPS a procedere con l’accredito dell’assegno – laddove siano presenti tutte le informazioni necessarie. Le famiglie, da parte loro, devono provvedere alla compilazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU). Ci penserà poi l’ente a valutare i dati relativi a ciascun nucleo familiare.
Assegno Unico, in questi casi l’importo aumenta ogni mese: quali sono le famiglie coinvolte
Sono diversi i parametri che concorrono alla determinazione dell’importo dell’assegno unico. Abbiamo già menzionato le condizioni economiche delle famiglie e l’ISEE. A questi si aggiungono il numero dei figli a carico e la loro età. La misura si rivolge a qualsiasi tipologia di lavoratore (compresi i disoccupati, inoccupati e pensionati). L’importo è variabile e può andare da un minimo di 57 euro per ciascun figlio ad un massimo di 199,4 euro (con ISEE al di sopra di 17.090,61 euro).
Esistono poi dei casi in cui sono previsti aumenti per coloro che rispettano certi requisiti. Le famiglie in cui sono presenti figli che hanno meno di 1 anno, o con tre figli a carico (di cui almeno uno di età inferiore ai 3 anni) e un ISEE al di sotto dei 40.000 euro, possono ottenere una maggiorazione del 50% sull’incentivo. Questa non può andare oltre i 99,70 euro.
Anche ai nuclei familiari con figli successivi al secondo spetta una maggiorazione che può andare da un minimo di 17,10 euro (con un ISEE al di sopra di 45.574,96 euro) ad un massimo di 96,90 euro (per chi ha un ISEE fino a 17.090,61 euro). Le famiglie che hanno almeno quattro figli a carico possono beneficiare di un aumento di 150 euro. Proseguendo, le madri che non hanno ancora compiuto 21 anni di età possono contare su una maggiorazione di 22,80 euro per ciascun figlio a carico.
Nei casi descritti fino ad ora, ripetiamo, non vi è l’obbligo di presentazione della domanda: basterà essere in possesso di un ISEE valido. Gli aumenti sono previsti anche per le famiglie in cui sono presenti due genitori che lavorano: questi possono arrivare a 34,1 euro per ogni figlio in base all’ISEE. Tuttavia, bisognerà fare un’apposita domanda specificando che entrambi i partner percepiscono un reddito. Oppure, in alternativa, aggiornare quella già presentata.
Nei nuclei familiari in cui ci sono figli con disabilità, le maggiorazioni previste variano a seconda dell’età e di quanto siano gravi le loro condizioni. Nel caso in cui ci siano figli disabili di età superiore ai 21 anni, l’aumento può andare da 28,50 a 96,90 euro. Per i figli con disabilità che hanno un’età tra i 18 e i 20 anni, invece, la maggiorazione è di 91,20 euro.
L’incremento è pari a 119,90 euro per i figli minori non autosufficienti. Per le famiglie in cui ci sono figli minori in condizioni di grave disabilità la maggiorazione è di 108,20 euro. Mentre nel caso in cui la disabilità è media, questa è pari a 96,90 euro. In tali situazioni, si consiglia di precisare la gravità della disabilità del figlio presentando un’apposita domanda. Qualora fosse già stata fornita, l’ideale sarebbe aggiornarla.