Per il trading nel settore crypto possono essere usati gli indicatori di volumi. Analizziamone benefici e svantaggi.
Grazie all’analisi tecnica, gli investitori possono analizzare la forza dei trend e capire le possibili inversioni. Applicata al settore delle criptovalute, tuttavia, questo approccio potrebbe risultare poco preciso e inadatto alla volatilità tipica di questo mercato.

Per risolvere questo limite, i traders si avvalgono di indicatori di volume avanzati, che sono in grado di analizzare in maniera approfondita i movimenti dei prezzi e le tendenze anche più nascoste. La peculiarità degli indicatori di volume è la valutazione dell’azione dei prezzi, del tempo e di altre variabili (ad esempio, il momentum del mercato e le possibili inversioni), per capire se ci sono prove a supporto di una specifica tendenza. Permettono, dunque, di ridurre i rischi.
Indicatori di volume: in che modo aiutano i traders nel mondo crypto?
Tra gli indicatori di volume più diffusi, ci sono: On-Balance Volume (OBV), Chaikin Money Flow (CMF) e Volume Weighted Average Price (VWAP). Questi strumenti possono aiutare ad avere una visione più chiara dei trend e scoprire se sono sostenuti da un interesse del mercato.

Poiché identificano le divergenze tra prezzo e volume, possono suggerire in anticipo le inversioni, riducendo i rischi di entrate o uscite improvvise. Nei mercati molto volatili come quello delle criptovalute, gli indicatori di volume, come CMF e VWAP, possono aiutare a capire la forza dei trend. Se uniti ad altri indicatori tecnici, infine, possono supportare i traders nel miglioramento dei punti di entrata e di uscita.
Come utilizzare gli indicatori senza errori
Al pari dei tutte le altre strategie di trading, anche gli indicatori di volume presentano dei rischi. Innanzitutto, non vanno mai usati in maniera ossessiva e isolata, ma nell’ambito di un’azione combinata con altri elementi. Nelle criptovalute a bassa liquidità, inoltre, gli indicatori potrebbero leggere picchi di volume derivanti da segnali interpretati male invece che da un vero interesse del mercato.
Questo aspetto potrebbe far giungere l’investitore a conclusioni pericolose. Gli indicatori di volume, poi, devono sempre essere inquadrati nel contesto generale del mercato. Tali strumenti, inoltre, non sono tutti uguali, ma variano a seconda dei timeframe. Ad esempio, il VWAP è più indicato per l’analisi intraday, mentre l’OBV per i trend a lungo termine.
In conclusione, gli indicatori di volume sono uno strumento molto efficace per i traders che intendono analizzare nel dettaglio i trend di mercato, il momentum e le inversioni, perché consentono di captare informazioni più o meno chiare in un settore caratterizzato da estrema imprevedibilità. Vanno, però, utilizzati correttamente, senza ignorare il contesto di mercato ma introducendoli in un progetto di analisi più completo, che tenga conto di diversi fattori.