Quali casi e con che condizioni l’amministratore è obbligato a farti causa se non paghi le spese condominiali?
Approfondire il tema potrebbe sembrare roba da poco o inutile, ma in realtà si sta facendo riferimento ad una questione che è sempre più spesso protagonista di cause lunghe e logoranti. Per evitare di cadere nell’illecito, bisogna conoscere quali elementi sono imprescindibili nei pagamenti, con tanto di scadenze e condizioni.
Ogni condominio ha le sue regole, ed ogni inquilino ha i suoi oneri ai quali adempiere, ed è chiaro che se non se ne occupa, le conseguenze sono per lui abbastanza amare. La legge dice che l’amministratore è addirittura obbligato a fare causa, una procedura non priva di seccature e abbastanza lenta, ma se è così, la domanda sorge spontanea: è una condizione che ricade genericamente, oppure si tratta di situazioni specifiche?
Va ribadito che pagare per i propri doveri e usufruire così dei diritti che spettano, è la base di non solo qualsiasi convivenza, ma anche normativa civilistica per stare in società. Ma la questione va approfondita, perché molti ricadono sempre nello stesso tranello.
Il punto è che non pagare le spese condominiali non è una questione che ricade solo tra inquilini e amministratore. A dare le risposte che servono è un’Associazione di rilievo, chi ha mai sentito parlare di A.N.AMM.I.? Le conseguenze sono abbastanza chiare, soprattutto i casi nei quali si ricade.
A.N.AMM.I. sta per Associazione Nazional-europea amministratori d’immobili, ed è ha un eco di una certa rilevanza. Questa afferma che nel primo semestre del 2025, i ritardi dei pagamenti delle spese aumenteranno del 20%! Ciò vuol dire che molti condomini potrebbero trovarsi davanti della situazioni molto complicate da sostenere. Ma non solo, si parla anche di “decreto ingiuntivo!”
Il decreto ingiuntivo non è un atto giudiziario di valenza penale, ma ricade comunque nel civile ed ha le sue conseguenze. Innanzitutto, è vero che l’amministratore ha l’obbligo per legge di avviare la procedura, e questo va fatto entro 6 mesi dalla chiusura dell’esercizio in cui il debito è maturato.
Come se non bastasse, è uno strumento immediatamente esecutivo, e ciò vuol dire che anche davanti l’opposizione dell’inquilino, i beni possono essere pignorati! Inoltre, per procedere non serve nemmeno l’autorizzazione dell’assemblea. L’amministratore agisce in autonomia poiché così gli è stato conferito in vista del suo ruolo.
In conclusione, si afferma che non ci sono casi specifici, ma tutti quelli di morosità. Specie perché a partire dal 2025 la disciplina sembra irrigidirsi ancora di più. Sostenere le spese legali e condominiali sta diventando sempre più difficile!
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