A inizio o a fine mese: quando si paga l’affitto? Ecco il chiarimento che può tornare utile, cosa sapere a riguardo.
Quelle di affittare un immobile o di andare a vivere in affitto non sono scelte da fare alla leggera. Come sappiamo, infatti, entrambi i casi comportano una serie di responsabilità, di diritti e di doveri ampliamente regolati dalla legge nostrana. Un dubbio, però, è molto comune e sono in tanti a non aver ancora trovato una risposta: il canone si paga ad inizio o a fine mese? E per quale ragione? Cerchiamo di fare chiarezza a riguardo.
Come sappiamo bene tutti, l’affitto è regolato da un contratto vero e proprio che stabilisce una serie di dettagli fondamentali, tanto per l’affittuario quanto per l’inquilino. Nel documento, in genere, si stabilisce sia la cifra che la modalità di pagamento che quest’ultimo andrà a corrispondere al proprietario dell’immobile. Ma per quanto riguarda il “quando”?
Affitto, ad inizio a fine mese: quando si paga? Cosa tenere presente
Ebbene, si tratta di un dubbio lecito visto che, talvolta, ci si è ritrovati magari a fare i conti con date differenti, magari laddove prima abitavamo in un appartamento e ci siamo poi spostati in un altro, cambiando così anche proprietario. Cerchiamo, allora, di comprendere cosa è previsto per quanto riguarda il pagamento dell’affitto e per quale motivo.
In genere, il canone di locazione si paga entro la fine del mese precedente a quello di competenza o nei primi giorni dello stesso. Ma per quale ragione, dunque, l’inquilino si trova a versare quanto dovuto “in anticipo” sul mese corrente? La risposta è da trovarsi nel rischio di morosità: per tutelare il proprietario e garantirgli la copertura finanziaria a cui ha diritto, la data di pagamento è, dunque, prevista in tale periodo.
Questa è la stessa ragione per la quale si versa una cauzione alla firma del contratto: in caso di inadempimenti o danni, il proprietario dell’immobile avrà una garanzia sullo stesso. Attenzione, poi, a quello che da molti è definito “termine di tolleranza”, che corrisponde a quei giorni di ritardo sul pagamento di quanto dovuto da parte dell’inquilino. Tale termine potrà essere stabilito all’interno del contratto, può variare tra i 5 e i 10 giorni, ma non è sempre obbligatorio. Laddove, dunque, non sia stato concordato alla firma con il proprietario, non vi ci potremo appellare.