Investire in obbligazioni: una frontiera da esplorare ma solo una volta conosciute tutte le differenze dalle azioni
Nel mondo degli investimenti è fondamentale comprendere le differenze tra il trading di obbligazioni e quello di azioni: un vero trader, o un inesperto che si approccia per la prima volta a questo complicato mondo, tutti devono avere ben a mente ciò che separa le obbligazioni dalle azioni e che permette di orientarsi verso strategie differenti che si sposino bene con gli asset scelti.
Mentre le azioni rappresentano una quota di proprietà in una società e puntano alla crescita del capitale attraverso l’apprezzamento del valore, le obbligazioni sono titoli di debito emessi da governi, società o altre entità per raccogliere capitali, in un certo senso quindi si acquista il debito di una Nazione con l’intento di supportarla in vista di un sentimento positivo nei confronti delle prospettive di quest’ultima.
Investire in obbligazioni, insomma, equivale a prestare denaro all’emittente, che si impegna a restituire il capitale alla scadenza e a pagare periodicamente interessi (cedole). Questo approccio impone una strategia trading completamente diversa, incentrata sulla generazione di reddito fisso e sulla protezione del capitale: non si può ragionare come per azioni. È quindi molto importante approfondire la tematica se si vuole realmente diventare trader che sanno muoversi nel complicato mondo finanziario.
1. Focus sul reddito fisso e conservazione del capitale
L’obiettivo principale dell’investimento in obbligazioni è duplice: ottenere un flusso costante di reddito tramite il pagamento delle cedole da una parte, e preservare il capitale investito fino alla scadenza del titolo dall’altra. Per fare un esempio semplice, immaginate di prestare 10.000 euro a un emittente che promette di restituirvi la somma dopo cinque anni, pagando un interesse fisso annuale. In questo modo, il guadagno complessivo deriva sia dal flusso degli interessi percepiti, sia dal rimborso del capitale a scadenza, ottenendo una riduzione dell’esposizione alla volatilità, tipica invecedei mercati azionari. Si lavora quindi su asset completamente differenti.
2. Analisi del Rischio di Credito
Un elemento molto importante da tenere a mente durante la scelta delle obbligazioni è la valutazione della capacità dell’emittente di onorare i propri debiti, nota come ‘rischio di credito’. Questo processo si basa sui rating assegnati dalle agenzie specializzate a cui si aggiunge un’analisi approfondita della situazione finanziaria e delle prospettive economiche dell’emittente, anche guardando il contesto in cui è immersa. Per rendere il concetto più semplice, consideriamo due obbligazioni simili per tasso d’interesse: se una società però ha un rating elevato, allora l’investitore prudente opterà per l’obbligazione di quella società per riuscire a minimizzare il rischio di insolvenza.
3. Gestione della ‘Duration’
La Duration è una misura che indica la sensibilità del prezzo di un’obbligazione alle variazioni dei tassi d’interesse. In pratica, una duration lunga significa che l’obbligazione reagirà in modo più marcato a piccoli cambiamenti nei tassi, mentre una duration corta offrirà maggiore stabilità. Per spiegare questo concetto, pensate alla duration come a una dinamica strettamente influenzata dal tempo di esposizione: se un’obbligazione ha una duration di 10 anni, un aumento del 1% nei tassi d’interesse potrebbe tradursi in una diminuzione del prezzo del titolo di circa il 10%. Se invece la duration è di 5 anni, l’effetto calcolabile sarà circa la metà, e renderà il titolo meno volatile.
4. Diversificazione del portafoglio
La diversificazione è una strategia essenziale per ridurre il rischio complessivo nel trading delle obbligazioni. Investire in un mix di titoli permette di bilanciare eventuali perdite su un singolo asset con guadagni su altri, proprio come consigliamo di fare anche quando parliamo di azioni. Ad esempio, un investitore può decidere di allocare una parte significativa del capitale in obbligazioni governative a basso rischio e destinare una quota minore a obbligazioni societarie che di solito hanno un rischio più alto. Così potranno ottenere un equilibrio ottimale tra sicurezza e rendimento.
5. Strategie di Trading Attivo sulle obbligazioni
Oltre alla strategia “buy and hold”, in cui si acquistano obbligazioni da mantenere fino alla scadenza per incassare regolarmente gli interessi e il rimborso del capitale, esistono altre tattiche di trading attivo sulle obbligazioni. Una di queste è il trading di valore relativo, che consiste nell‘individuare obbligazioni sottovalutate rispetto a titoli simili e scommettere sulla convergenza dei prezzi. Oppure, ancora, un’altra strategia è l’arbitraggio sui tassi d’interesse, in cui si sfruttano le differenze tra i rendimenti offerti da obbligazioni con scadenze o da mercati differenti.
Possiamo sintetizzare dicendo che obbligazioni e le azioni, come abbiamo visto, pur essendo strumenti finanziari importanti, richiedono approcci strategici differenti. Mentre il trading di azioni è orientato alla crescita del capitale e alla volatilità del mercato, il trading delle obbligazioni è focalizzato sulla stabilità e sulla generazione di redditi fissi. Le azioni sono soggette a numerosi fattori rispetto alle obbligazioni, come il sentiment degli investitori e le prospettive di crescita economica. Per le obbligazioni si parla di tassi d’interesse e di rischio di credito.
Infine, è importante tenere presente alcuni fattori esterni che influenzano il trading delle obbligazioni. L’inflazione può erodere il potere d’acquisto dei pagamenti degli interessi e del capitale, nei casi più importanti andrà a influire anche sul mercato obbligazionario. Inoltre la liquidità rappresenta un elemento chiave: alcune obbligazioni possono essere meno facilmente negoziabili, e in caso di necessità, la difficoltà di vendere rapidamente un titolo può far accrescere il livello di rischio.
La strategia di trading perfetta per le obbligazioni si fonda sulla capacità di generare reddito fisso e proteggere il capitale, basandosi su una rigorosa analisi del rischio di credito, a cui deve seguire una gestione attenta della duration e una diversificazione del portafoglio.
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