La vicenda di Andrew Left sta attirando l’interesse dei trader ma ora il venditore dovrà affrontare le accuse di frode per 20 milioni di dollari.
Fondatore di Citron Research, nonché noto venditore allo scoperto, Andrew Left non sta attraversando un momento semplicissimo. Il motivo? La Securities and Exchange Commission (SEC) e il Dipartimento di Giustizia (DOJ) degli Stati Uniti lo hanno accusato di frode, per aver pianificato un’operazione fraudolenta dal valore di circa venti milioni di dollari. Left, che nel frattempo ha presentato una petizione formale alla SEC, avrebbe indotto i suoi seguaci a fare trading sulla base di informazioni false e fuorvianti legate alle sue raccomandazioni azionarie.
La richiesta di Left è quella di emanare normative chiare sulle negoziazioni illegali, perché al momento non esistono regole specifiche che possano vietare ai venditori allo scoperto di coprire le proprie posizioni dopo aver pubblicato opinioni sui titoli. Con la petizione in questione si vorrebbe chiarire la legalità delle operazioni di trading da parte degli investitori che commentano pubblicamente i titoli, così da scongiurare una volta per tutte l’incertezza normativa che potrebbe esporre diversi trader a potenziali azioni coercitive della SEC.
Secondo la SEC, Left avrebbe approfittato della fiducia dei suoi lettori per guadagnare profitti illeciti, pare infatti che abbia venduto azioni dopo aver esplicitamente consigliato ai lettori di acquistarle (e viceversa). Questa pratica ha comportato movimenti significativi nei prezzi delle azioni, la variazione media registrata dopo le sue raccomandazioni è superiore al dodici per cento. Sarebbero state le manovre di Left a ingannare gli investitori però, piuttosto che dichiarazioni false sulle aziende.
Le vendite allo scoperto influenzano in maniera pesante i mercati, sfruttando i report pubblici (il caso Hindeburg Research del 2020 è un esempio lampante). In ogni caso, lo short selling, rimane una strategia utile in mano agli investitori, perché consente di ottenere profitti dai ribassi dei prezzi delle azioni; il guadagno sui mercati ribassisti è uno dei vantaggi più evidenti ma non è l’unico. Un altro è che il capitale iniziale può anche essere basso, non è necessario possedere asset per iniziare a guadagnare.
Inoltre, la vendita allo scoperto può essere proteggere altre posizioni long presenti nel portafoglio. I rischi sono dietro l’angolo, perché ad esempio se il prezzo di un’azione aumenta invece di diminuire allora le perdite potrebbero essere illimitate. Non solo, perché gli investitori potrebbero incorrere in costi extra, come le commissioni di transazione o gli interessi sul prestito delle azioni. Senza dimenticare il fenomeno dello short squeeze: se molti trader vendono allo scoperto uno stesso titolo, con il prezzo che inizia a salire, è possibile che saranno costretti a riacquistare azioni per limitare le perdite.
In generale, per vendere allo scoperto è necessario essere in possesso di un conto di margine presso un broker, per prendere in prestito fondi o titoli. E non si tratta di una strategia ‘per tutti’ perché richiede una comprensione profonda dei mercati e dei rischi che ne possono scaturire.
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