Il Fisco è un osso duro, sa sempre chi è inadempiente, specie se si tratta di trasgressori totalmente incoscienti di esserlo… non perdona! In quali situazioni la prima casa diventa un problema per le famiglie?
Il sogno di avere una casa, la “prima abitazione”, sta per diventare un incubo ad occhi aperti. Realtà da cui fuggire? Pagare le tasse ed adempiere ai propri doveri, è una condizione imprescindibile, e su questo non ci piove. Il problema è che ci sono dei casi nei quali i cittadini pensano di essere in regola, ma invece sono proprio sul ciglio della trasgressione più pericolosa. Non basta sapere che il Fisco controlla, ma aver tutte le carte in regola e sapere come intervenire qualora la prima casa diventa un problema per le famiglie più fragili.
Il Fisco attua dei controlli specifici sulle agevolazioni che hanno contraddistinto le attività di compravendita riguardanti la prima casa. Ma di quali si tratta? Ovviamente, entrare nel panico non serve. Evitare situazioni del genere, nemmeno. Va bene compiere attività e commerci di questa tipologia, non bisogna precludersi nulla, l’importante è aver chiara la propria condizione, e di conseguenza muoversi per come è considerato opportuno dal Fisco e dalla legge stessa.
Significa soprattutto agire secondo le procedure richieste e nei tempi prestabiliti, poiché molti non lo sanno, ma sono propri questi i tranelli che fanno nella maggior parte dei casi cadere in errore, rendendo “inadempienti” anche i cittadini più rispettosi della normativa.
Le agevolazioni non sono per tutti, quindi bisogna averne i requisiti chiave, e non solo. Sono necessari degli atti che non possono assolutamente mancare, né essere viziati o avere delle mancanze. Altrimenti? Il Fisco non perdona nemmeno chi è in buona fede, ma non capisce nulla di legge. Per cui bisogna tutelarsi conoscendo a fondo la propria condizione.
Quando la prima casa diventa un problema per le famiglie, si risolve così!
Non tutti sono esperti in diritto ed economia, nemmeno chi ha studiato queste materie, ma di base non le pratica quotidianamente. Per cui affidarsi a dei punti di riferimento fidati, a dei professionisti del settore, può essere un’ottima strategia per tutelare la propria condizione ed interessi prima di compiere qualsiasi mossa con effetto permanente. Così, se la prima casa diventa un problema per le famiglie bisogna capire in quali casi. Perché se i controlli riguardano procedure, rispetto dei tempi e documentazione, è necessario comprendere se la propria condizione ne rispetta i requisiti.
Prima di richiedere le agevolazioni per la prima casa, bisogna comprendere se ne si hanno i requisiti. In primis, nella dichiarazione sostitutiva da parte dell’acquirente, la quale può essere consolidata anche successivamente con un atto che integra quello di compravendita, la casa che si compra dovrebbe far parte di categorie catastali specifiche. Ergo, ci sono tutti gli elementi per agire in maniera opportuna, senza voler fare i furbetti acquistando qualcosa che non si può.
Appunto, rientrano in elenco abitazioni di tipo civile, codice A/2, alle quali seguono poi A/3/4/5/6/7/11, che attengono rispettivamente alle seguenti tipologie di case: economiche, popolari, ultrapopolari, rurali, villini, e alloggi tipici dei luoghi. Come se non bastasse, la residenza gioca un ruolo chiave, perché l’abitazione deve trovarsi nel Comune in cui il soggetto che l’ha. È vero però che le agevolazioni possono subentrare pure in altri casi.
Quando il Comune è quello in cui il compratore svolge una propria attività che sia di lavoro, studio o sportiva. Può trattarsi anche della sede dove esercita il proprio datore di lavoro e l’acquirente in questione si è dovuto trasferire all’Estero appunto per lavoro. Ma ciò è possibile anche se la casa è semplicemente in territorio italiano se il soggetto è un italiano emigrato all’Estero. Il certificato di iscrizione AIRE o autocertificazione con atto di acquisto documentano la suddetta condizione.
Se queste condizioni mancano, ecco che il Fisco agisce. La sua verifica entro quando avanza? Si parla di 3 anni allo scadere di 18 mesi che l’acquirente ha a disposizione per trasferire la residenza nel Comune dove si trova la casa. Ancora, 3 anni allo scadere dei 12 mesi che il contribuente possiede per acquistare una nuova casa quando la cessione avviene prima di 5 anni della casa precedentemente ottenuta con benefici. Infine, dai 3 anni di scadenza sempre di 12 mesi a disposizione per vendere la casa pre-posseduta.
Se mancano i requisiti? Si revoca l’agevolazione, e tutte le imposte dovute nella misura ordinaria non solo se si recupera, ma lo si fa con gli “interessi” applicando la sanzione del 30% sulla differenza.