Maxi operazione condotta dalla Guardia di Finanza, al via in questi mesi; ondata di controlli in tutte le regioni d’Italia.
Sono stati nominato lo scorso 21 giugno i membri della nuova task force della Guardia di Finanza, a mettere insieme i componenti è stato il Direttore generale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, Paolo Pennesi – il decreto ministeriale, ricordiamo, risale invece al 28 marzo. Ed è proprio in queste settimane che si stanno intensificando i controlli, più di qualcuno è incappato in sanzioni salatissime e tanti altri rischiano grosso.
L’obiettivo dichiarato è aumentare il numero delle ispezioni del 20% rispetto al periodo dal 2019 al 2021, seguendo il Piano nazionale che riguarderà il triennio 2023 / 2025 e conforme alla Missione 5 del Pnrr – nello specifico la componente 1, Riforma 1.2. All’interno del team messo in piedi da Pennisi sono presenti un po’ tutte le principali istituzioni, con rappresentati del Ministero dell’Interno, del Ministero della Salute, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dell’Agenzia delle Entrate, dell’Inps, dell’Inail, del Comando dei Carabinieri per la tutela del lavoro e, ovviamente, della Guardia di Finanza.
La Task Force “Lavoro Sommerso” pianificata dalla Guardia di Finanza sta portando i primi frutti, i controlli a tappeto sul territorio nazionale conducono alle prime sanzioni. Dando un’occhiata al Decreto Pnrr 2024 si possono facilmente evincere l’entità di tali provvedimenti amministrativi che riguardano, nello specifico, i datori di lavoro che all’interno della propria azienda – che siano enti pubblici o privati – sfruttano il lavoro in nero, impiegando perciò dei dipendenti irregolarmente.
Coloro i quali dovessero essere colti in flagranza di reato dovranno pagare una multa che va da un minimo di 1.800 a un massimo di 43.200 euro per lavoratore a seconda delle giornate di lavoro effettive – fino a trenta giorni per la prima fascia, da trentuno a sessanta per la seconda e oltre sessanta per la terza.
Nella normativa, inoltre, viene tenuto conto anche della recidiva – sanzioni reiterate per la stessa ragione negli ultimi tre anni – o per situazioni specifiche come lo sfruttamento di minori e extracomunitari senza permesso di soggiorno. Cosa comporta? Una sanzione supplementare (tra il 20 e il 30%) che può essere scongiurata rettificando e ‘normalizzando’ il rapporto di lavoro.
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