La mossa della BCE mette in ginocchio l’Italia con lo spread a quota 240

Anche la prospettiva di un rialzo storico dei tassi non è sufficiente a sostenere l’euro. La congiuntura economica è in grado di incidere negativamente anche con interventi mirati a ridurre l’inflazione, con lo spread verso nuovi record.

L’euro ha esteso il suo trend short rompendo sotto 1,06 dollari mentre i trader aumentano le scommesse su ulteriori ribassi data la fine di un’era di costi di finanziamento negativi.

spread BCE mette in ginocchio l'Italia

Da luglio assisteremo quindi per la prima volta in dieci anni alla fine degli acquisti di debito. Tutto ciò si ripercuote e vale naturalmente anche per il debito italiano. Il Btp sotto pressione ha fatto nuovamente allargare lo spread con l’analogo titolo tedesco fino ai 231 punti. Di riflesso, prosegue la corsa del rendimento cedolare arrivato al 3,8%; il massimo dal 2014.

Anche sulle borse pesano le prospettive di un rallentamento, insieme all’inflazione, della crescita economica. Piazza Affari è stata tra le borse europee ampiamente la peggiore arrivando a perdere fino al 5%. Seguono Madrid in calo del 2,5% e Parigi che diminuisce di un punto e mezzo.

La mossa della BCE mette in difficoltà l’Italia, lo spread aumenta nell’intricata situazione internazionale

L’Italia non può affrontare l’intricata situazione internazionale senza legarsi agli aiuti concertati dalle istituzioni europee. Con la fine del quantitative easing e del programma di acquisto di titoli varato per affrontare la pandemia, il nostro Paese rimane esposto anche se legato a doppio filo con i destini dell’Unione europea.

Basti pensare che solo Francoforte ha oggi in pancia circa 727 miliardi di euro di titoli di Stato italiani. La Bce per voce di Christine Lagarde non ha voluto indicare uno specifico livello di guardia per un possibile nuovo intervento futuro, rimanendo vaga su ciò che sarà il nuovo corso della politica monetaria.

Bankitalia ha consistentemente rivisto in ribasso le previsioni di crescita economica dell’Italia; nello scenario di base, escluso quindi uno stop alle forniture di energia e gas dalla Russia, la crescita per quest’anno rimane positiva e pari al 2,6%. L’anno prossimo invece la stima di crescita passa al 1,6%. Mario Draghi non sembra più essere sufficiente a garantire la fiducia dei mercati verso l’Italia.

Bce; un possibile nuovo aumento dei tassi di interesse a settembre di 50 punti

Il risultato dello spread all’indomani delle posizioni della Lagarde la dice lunga su quanto sarebbero importanti in questo momento rassicurazioni su futuri interventi per sostenere i debiti dei singoli Paesi, in particolare quelli più fragili.

Un primo aumento di 25 punti base tra qualche settimana con un possibile nuovo aumento a settembre di 50 punti, si è propagato velocemente al settore finanziario incidendo su mutui e prestiti. Sarà più difficile ottenere finanziamenti o rateizzare le spese, tutto il contrario di quanto avvenuto per sostenere la crisi dovuta all’emergenza sanitaria, senza che però l’economia si sia sufficientemente ripresa.

Fino a oggi soprattutto le piccole e medie imprese hanno avuto vita più semplice contare su prestiti a tassi molto bassi. Questi sono stati in alcuni casi accompagnati da garanzie statali e con scadenze prorogate. Oggi il problema di fiducia dei mercati ritorna a ripresentarsi senza però la capacità dell’Italia di finanziare i costi dei propri interventi a sostegno dell’economia.

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