La settimana scorsa, l’assemblea degli azionisti di Stellantis ha bocciato con il 52,1% dei voti il piano di remunerazione del CEO Carlos Tavares, arrivato alla cifra di 19,15 milioni di euro.
Carlos Tavares attualmente amministratore delegato Stellantis, ha mostrato fin dalla gioventù lungimiranza e talento.
L’ amministratore delegato del nuovo gruppo industriale si è distinto negli anni per l’ottima conoscenza del contesto tecnico e imprenditoriale. Grazie a questo è riuscito nel corso delle sue amministrazioni a ridare solidità patrimoniale e slancio alle aziende in difficoltà economiche. Oggi suo malgrado è protagonista della campagna elettorale in Francia. Il suo stipendio è visto come un simbolo di opulenza in un contesto di fragilità economica generalizzata.
Stellantis nata ufficialmente a novembre 2020 è un colosso dell’auto con patrimonio iniziale di oltre 40 miliardi di euro. Stellantis è oggi la quarta casa automobilistica più grande al mondo e conta circa 300.000 dipendenti, bilanciati tra le due case automobilistiche originarie. Carlos Tavares è quindi responsabile di un colosso che comprende 14 marchi.
Il suo caso è diventato una faccenda politica innanzitutto perché lo Stato francese è azionista di Stellantis con una quota del 6,15% attraverso BPIFrance, ed è tra coloro che hanno votato contro il maxi stipendio. La seconda delle motivazioni è che la Francia è in campagna elettorale per le presidenziali di domenica 24 aprile. A uscire vincente sarà Macron oppure la leader sovranista Marine Le Pen.
In entrambi i casi i candidati fanno leva sulla retorica e portano con decisione avanti la scelta di limitare la retribuzione dei manager. Marine Le Pen ha definito lo stipendio di Tavares “fuori da ogni proporzione”. Stellantis, è impegnata a primeggiare nella lotta contro il cambiamento climatico e aumentare le sue quote di mercato. Da gennaio le vendite delle vendite della casa automobilistica in Cina sono in forte ripresa. Il gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa ha rafforzato la sua posizione commerciale nel Paese.
Tavares percepirà quindi il doppio degli 8,6 milioni incassati dal suo omologo a capo della Volkswagen, Herbert Diess. Tuttavia i giudizi morali non hanno senso, mentre importa il giudizio degli azionisti che hanno la responsabilità di limitare e correggere gli squilibri all’interno dell’azienda. La campagna elettorale proseguirà colpendo i simboli dell’economia attuale, in un clima politico di un elezione capace di mutare il volto dell’Unione europea.
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