La differenza che in pochi conoscono tra donazione e lascito testamentario: solo così puoi risparmiare

Risparmio e adempimenti normativi si connettono nella differenza tra donazione e lascito testamentario: cosa devono sapere i contribuenti?

Più sanno meglio è, ma soprattutto per i cittadini è bene avere le giuste informazioni che permettono di consolidare una visione globale di queste pratiche in parte ostiche, ma essenziali in certe fasi della vita. C’è grossa differenza tra la donazione e il lascito testamentario. Conoscerne gli elementi più importanti implica il prevenire possibili errori nel momento in cui si dovranno affrontare.

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La differenza che in pochi conoscono tra donazione e lascito testamentario: solo così puoi risparmiare- Trading.it

A primo impatto abbiamo a che fare con due istituti che hanno l’intento di tramandare dei lasciti, ma nella fattispecie si diversificano alquanto. Sono due strumenti di differente natura. Nonostante il fine sia pressoché lo stesso, bisogna fare attenzione alla grossa differenza che ne sussiste, poiché implica non solo il prevenire gli errori, ma una piena soddisfazione delle proprie esigenze.

Come comportarsi per gestire al meglio la situazione? Informarsi mediante fonti valide è il primo passo, a questo segue la scelta successiva che non deve mancare.

Individuare la differenza tra donazione e lascito testamentario in poche mosse

Non è scontato sentirsi persi davanti situazioni del genere. Oltre che si tratta di due istituti normativi diversi, non è detto che sia facile capire quale scegliere in relazione alle proprie esigenze. Contattare un notaio per una consulenza, è una mossa più che astuta.

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Individuare la differenza tra donazione e lascito testamentario in poche mosse- Trading.it

Quando si deve ripartire l’eredità e si vuol dare il patrimonio o parte di esso si deve scegliere se usare la donazione o il lascito testamentario. La principale differenza che intercorre è la tempistica. Perché la prima è devoluta quando si è in vita, il secondo lo si devolve post mortem. Cioè gli effetti di trasferimento delle proprietà di diritto di un bene possono esercitarsi mentre il soggetto protagonista è ancora in vita nel primo caso, nel secondo solo da quando muore.

In entrambi si rispetta la quota legittima. Perché il patrimonio da ereditare detiene una quota usufruibile da chiunque sia destinatario, e da una seconda che spetta legalmente ai familiari. Ovviamente, non mancano aggiustamenti. Interventi laddove i soggetti ritengano di avere meno di quanto gli spetti, o se la pratica vada totalmente a favore di un terzo non familiare.

Ci può essere anche la restituzione verso il terzo dopo il termine di scadenza del bene ceduto per donazione. Questo ammenoché il proprietario che vende decida di prestare la garanzia per evizione del bene.

Quali sono i costi? Se negli effetti concreti le differenze sono lievi, perché comunque si divide un patrimonio, solo che se ne può godere prima o dopo in relazione all’istituto, nei costi di realizzazione non ne sussistono nemmeno di differenze. Le aliquote e le franchigie da apportare sono uguali, le variazioni subentrano sempre in base al rapporto di parentela e se c’è la presenza di una persona sottoposta a regime di Legge 104/’92.

L’unica divergenza di spese risiede nella donazione, perché c’è il costo del notaio alla stipula l’atto pubblico, mentre essendo redatto in autonomia dal testatore, il testamento olografo è gratuito.

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