Polemica incendia il mondo della finanza e del risparmia, è tutta una questione di tassazione? Parrebbe che a far perdere i bonus è proprio l’amata casa a cui ognuno aspira tanto. Non solo normativa, ma minuzie… pericolosissime!
Che i dettagli facciano la differenza non fa mistero, ma sicuramente, la normativa e le sue piccole clausole, sono al centro di un dibattito molto sentito ultimamente. Tra le misure più apprezzate nel Welfare, ci sono senza ombra di dubbio, tutte quelle legate al sostegno economico delle famiglie. Ogni singolo aiuto nell’acquisto di beni e servizi è ben accetto, ma questo non significa che qualsiasi mezzo sia adatto al caso. Per non perdere i bonus bisogna fare attenzione ai famosi “cavilli” legati alla casa, è assurdo.
Ultimamente, le finanze di ogni singola famiglia sono messe estremamente in difficoltà, e la cosa peggiore è che questa appare una situazione che pare proprio non raggiungere un punto limite. Come se non ci fosse fine al peggio. Il fatto è che l’economia è in crisi profonda, e chi riesce a conquistare un sogno così importante, quello di acquistare o avere semplicemente casa, potrebbe essere fonte di guai economici perché non sa che dietro ci sono dei tranelli inaspettati.
Tutto frutto del caro vita, l’inflazione provoca un aumento continuo e costante del livello dei prezzi. Così, adattare le pensioni è sempre più complicato, e la stagnazione causa una fase di stallo per la crescita economica. Come una battaglia in terra, l’economia italiana sia sul fronte interno che internazionale, non riesce ad emergere dalla sua trincea. Perché la casa causa ancora più feriti in battaglia?
Se la casa fa perdere i bonus, meglio non averla? La rivoluzione finanziaria
Per rispondere al lecito quesito, basta analizzare un caso concreto che ha tutte le caratteristiche per essere considerato più comune del previsto. Si tratta di un calcolo “in negativo” che emerge proprio in seguito alla compilazione del della Dichiarazione Sostitutiva Unica, siglata con DSU nel 2024. La questione è legata sulla portata del patrimonio mobiliare, c’è qualche errore di scrittura o di inserimento dati? La soluzione viene data direttamente dalla normativa, e dagli aspetti inediti che molti tendono a sottovalutare.
Quando si è in sede di compilazione di DSU ai fini ISEE si sta sottoscrivendo il documento che attesta la condizione anagrafica, reddituale e patrimoniale che serve per descrivere in maniera chiara e trasparente la situazione economica di un nucleo familiare. Una sorta di “fotografia finanziaria”.
Questa carta ha un valore essenziale nelle politiche di Welfare legate ia sussidi, perché serve come requisito per ottenere e conquistare i famosi bonus. È chiaro che nessuno vorrebbe perdere gli aiuti, ma a quanto pare avere una casa o comprarla, potrebbe aggravare la possibilità di percepire i benefici. Come tutelarsi?
Tornando all’esempio sopra indicato, chi compila la DSU del 2024 e nota una differenza di calcolo negativa tra A e B dopo l’acquisto di un immobile nel 2022 e l’inserimento del valore del rogito nella sezione del patrimonio immobiliare. Mentre in quella del patrimonio mobiliare, differente dal primo, si è lasciato il valore di zero. È corretta questa metodologia, oppure tutte e due le parti devono essere compilate solo ed esclusivamente nei casi di compravendita?
In questa analisi riportata, occorre far riferimento alla giacenza media. Per fare in modo che sia tutto corretto, bisogna far figurare una differenza tra la giacenza media citata e il saldo del 31 dicembre, inferiore al valore della casa comprata. Se questa differenza è negativa, appunto figura come A-B, si deve di norma calcolare l’ISEE in relazione alla giacenza media.
Ma se subentra l’acquisto immobiliare, la situazione cambia perché bisogna calcolare l’ISEE non sulla giacenza media, ma sul saldo. Perché il valore dell’operazione è superiore rispetto alla differenza tra giacenza e saldo, quindi la formula è B-A.
Si può calcolare tutto online nelle relative caselle. Le sezioni di crescita del patrimonio immobiliare dell’anno precedente siglato con C, e l’aumento di quello mobiliare, indicato con D. Il totale di questi valori in sviluppo del patrimonio: C+D deve superare il valore della differenza tra saldo e giacenza, cioè B-A, poiché l’ISEE venga calcolato sul saldo, anche nel caso in cui sia minore della giacenza.