La bancarotta di FTX getta un’ombra sulle capacità di controllo delle autorità; nessuno è al sicuro

L’ex CEO, Sam Bankman-Fried, di una delle 5 più grandi piattaforme per lo scambio di criptovalute era conosciuto per avere velocemente accumulato un patrimonio personale di 26 miliardi di dollari.

L’imprenditore che a meno di trent’anni ha fondato anche una società di trading quantitativo di criptovalute, Alameda Research, è uno dei più giovani miliardari, non ché tra i pochi ad avere dissolto la maggior parte del suo patrimonio in meno di un anno.

FTX
Stock.Adobe

Cos’è successo di preciso? I guai per FTX sarebbero iniziati nei primi mesi di quest’anno. La piattaforma aveva speculato utilizzando la leva finanziaria su asset ad alto rischio. La speranza era quella di ottenere grandi guadagni dalla ripresa globale che cominciava a trainare il mercato azionario.

Nel giugno 2021, FTX ha raccolto 1 miliardo di dollari con una valutazione di 18 miliardi da investitori come Paradigm, SoftBank e Sequoia Capital. Tre mesi dopo, FTX ha raccolto un bottino di 421 milioni di dollari, spingendo la sua valutazione a 25 miliardi di dollari. Gli investitori, alcuni già dentro la scommessa di una ripresa del mercato hanno investito altri 400 milioni in FTX, che è arrivata a una valutazione complessiva di 32 miliardi di dollari.

La liquidità presa a prestito dalla società rimane tuttavia vittima dell’inizio e dell’evolversi delle vicende dovute alla crisi con la Russia. Mentre il panico si diffonde la novità della situazione crea scompiglio senza appello su tutti gli asset. Intimoriti dal crollo delle criptovalute i creditori che pretendono parte dei propri prestiti indietro sono pagati attingendo ai fondi dei clienti di FTX.

Tutto procede senza intoppi fino alla fine di ottobre, quando la stampa americana inizia a paventare un rischio di liquidità a carico della società. Molti investitori chiedono la liquidazione degli asset. Si arriva agli 8 miliardi di dollari di richieste poco prima della dichiarazione di bancarotta.

Il rischio di crollo a catena delle società di criptovalute è stato evitato?

Un bilancio che può essere l’inizio di un contagio a catena in tutto il settore delle criptovalute già di per sé strette nella morsa dell’incertezza in un range che si è protratto per almeno due mesi. Per impedire la diffusione del panico Binance si offre come prestatore insieme ad altri grandi investitori.

L’importo delle operazioni speculative sarebbe compreso “tra 10 e 50 miliardi di dollari”. Un enorme voragine che ora rischia, con la sfiducia comunque diffusa sul mercato di trascinare altri Exchange che vedono il valore dei loro asset ridursi drasticamente.

Bitcoin che ha perso negli ultimi giorni circa il 20% rimane in area 16.000 dollari, ma è possibile che il ribasso diventi ancora più consistente.

Sam Bankman-Fried che dovrebbe trovarsi tutt’oggi nella sua casa privata alle Bahamas ha attualmente visto crollare il suo patrimonio dai 26,5 a un “solo” miliardo di dollari. Una delle erosioni di capitale più rapide e caduta dalle classifiche dei miliardari di Forbes. Anche gli utenti e i dipendenti di FTX potrebbero subire grosse perdite, data l’impossibilità di ripagare i debiti e le difficoltà di mettere assieme i finanziamenti; “Non posso fare promesse”, ha twittato giovedì. “Ma ci provo”.

Tra i grandi azionisti dentro l’exchange FTX sono almeno due quelli che stanno portando a zero il loro investimento; si tratta di Sequoia e Paradigm. Forbes ha fatto lo stesso, eliminando Bankman-Fried e il cofondatore Gary Wang dalla lista di miliardari.

La gestione degli affari interni e dei dati sensibili di FTX rimane entro la cerchia di una quindicina di persone all’infuori delle quali nessuna informazione rilevante risultava condivisa. Una speculazione che non ha pagato sul lungo termine e che si è rivelata la versione macroscopica di molti altri casi nella storia recente, sia sulle criptovalute che su altri asset illiquidi e volatili come i metalli preziosi.

Recuperare le perdite dal fallimento di FTX; quanto può volerci?

Il milione di clienti che con FTX hanno accettato il rischio restano per il momento in perdita; i tempi degli indennizzi saranno lunghi e potrebbero non arrivare come accadde in altri casi simili.

L’ultima volta ci sono voluti quattro anni affinché chi aveva in vestito con la piattaforma Mt. Gox, fallita nel 2014, abbia potuto recuperare parte del suo investimento. L’exchange criptovaluta con sede in Giappone, che è arrivato a gestire il 70% di tutte le transazioni Bitcoin, ha dichiarato bancarotta nel 2014 dopo aver rivelato una perdita di mezzo miliardo in Bitcoin a causa di una rapina informatica causata da un gruppo hacker.

Mt. Gox è stata la più grande perdita di Bitcoin in termini di numero di persone coinvolte fino a oggi. Qualcosa di analogo è accaduto anche a maggio 2021 quando dopo che il prezzo di Bitcoin era vicino a 60 mila dollari il drammatico declino successivo ha colpito il patrimonio di molti miliardari con una perdita superiore al 35% in nove giorni.

Secondo le stime di Forbes, tra la dozzina di miliardari che hanno costruito le loro fortune nel mondo delle criptovalute, il più grande perdente in termini percentuali è stato Michael Saylor, un ex miliardario che ha sfruttato l’ascesa di internet che si è reinventato come investitore Bitcoin.

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