Stando al parere di Henry Kissinger la Russia avrebbe perso il conflitto. Ma il pericolo è tutt’altro che alle spalle.
Mentre si continua a sparare, ora prioritario è evitare che divampi un conflitto nucleare.
Stando al parere di Henry Kissinger Putin sarebbe ormai alle strette. Ma il rischio di un’offensiva nucleare sussiste, è tempo che la diplomazia torni a intavolare discorsi e trattative. L’ex segretario di Stato che ha preso parlo in occasione del Council on Foreign Relations non ha dubbi a riguardo.
I pareri e le opinioni del 99enne politico e diplomatico americano sono state segnalate in un pezzo del Corriere della Sera a cura di Federico Rampini.
Kissinger ha affermato che sin dal principio dell’invasione russa in Ucraina, si sarebbe dovuto eludere a ogni costo un trionfo delle forze di Putin. E ancor di più, fondamentale sarebbe stato smorzare ogni sentimento russo di rivincita nucleare.
Il politico americano è abbastanza perentorio. Non ci si può permettere che l’affidamento ad arsenali nucleari si trasformi in una consuetudine convenzionale, una pratica ordinaria. Non si tratta solamente delle drammatiche conseguenze nell’attuale presente, ma la questione si allargherebbe anche alla definizione e alla legalizzazione del potere da parte di quanti andrebbero a usare quell’armamento.
È inammissibile che la Russia debba ottenere con le armi nucleari l’esito bellico che non è riuscita a conseguire senza l’uso di quelle medesime armi.
Henry Kissinger si esprime anche sull’operato bellico della Nato. L’ex segretario di Stato americano ha dichiarato come l’alleanza dovrebbe contrastare per quanto più tempo possibile con armamenti convenzionali, pur precisando come le alte sfere russe debbano essere a conoscenza che nella circostanza utilizzino arsenali nucleari le condizioni per un trattato di pace diventerebbero meno vantaggiose per loro.
Insomma, grazie a Putin la Russia ne verrebbe fuori come una Paese molto più debole di prima. Per Kissinger è in ogni caso fondamentale far ritorno alla diplomazia, intavolare trattative prima che sia troppo tardi.
In un contesto caratterizzato dalla presenza della minaccia nucleare, un confronto, anche solamente esplorativo, sarebbe vitale. Per il politico americano sarebbe necessario andare oltre alla poca stima nei confronti del mandante numero uno dell’invasione.
Qualora si scatenasse ufficialmente un conflitto nucleare, il mondo intere andrebbe incontro a uno scombussolamento di portata epocale.
La diplomazia dovrebbe trascendere, almeno al momento, ogni discorso legato ai protagonisti in campo. Anche se, occorre ammetterlo, mettere da parte, anche solo per un momento, le responsabilità e le gravi colpe (oltre alle crudeltà ordinate) dell’autocrate russo non è compito poi così semplice.
Per l’ex segretario di Stato americano, l’Ucraina, ribadisce, dovrà interpretare un ruolo da assoluta protagonista ai tavoli della pace.
Le garanzie della libertà del Paese ucraino comportano la sua adesione indiscussa all’Unione europea. Per quel che concerne la sua relazione con la Nato, è già stata risolta dal corso della storia recente.
In questa prospettiva possiamo proclamare la sconfitta della Russia e soprattutto la debacle di Putin.
Tra il Primo e il Secondo conflitto mondiale la Russia (allora Unione Sovietica) aveva dato prova della sua capacità di intimidire il mondo occidentale in ottica delle attrezzature belliche cosiddette convenzionali.
Una potenza che è stata a oggi sovrastata. La Russia ha perso la guerra convenzionale, per questo si teme possa far ricorso all’arsenale nucleare. Ma le minacce potrebbero restare tali con una buona dose di buon senso e diplomazia. Parola di Henry Kissinger.
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