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La storia del trader che fece quasi fallire una banca

Al fine di potersi sentire realizzato, ogni individuo mette in atto il proprio potenziale in modo da soddisfare i suoi bisogni con ciò che ha disposizione. La pensava così anche Jerome Kerviel.

Ciò che un trader può avere a disposizione potrebbe mettere nelle condizioni di alterare significativamente in positivo o in negativo la sua disponibilità economica o quella di interi comparti finanziari. È normale voler rischiare qualcosa al fine di ottenere un guadagno, sia esso in termini economici o sociali, che possa risolvere ciò che è necessario al fine di ottenere ciò che ci fa sentire realizzati. È meno normale rischiare ciò che non ci appartiene per avere in cambio un ritorno decisamente inferiore alla perdita che potremmo subire. Quando si tratta di investimenti o di speculazione, ogni capitale investito può dare vita a una serie di conseguenze, in quanto ogni guadagno e ogni perdita, influenza alla base ciò che rende possibile effettuare i trade o gli investimenti successivi.

Quando lavori per una banca così come faceva Jerome Kerviel, trader junior level sui derivati per Société Générale, una delle più grandi banche in Europa, è ragionevole contenere il più possibile i rischi, soprattutto se il tuo guadagno non è direttamente correlato ai guadagni delle tue operazioni. Jerome percepiva uno stipendio di quasi 5mila euro al mese e vista la sua vita piuttosto sobria, non sembrava avesse bisogno di ulteriore denaro.

Gli strumenti sui quali operava erano derivati come i future e le opzioni, generalmente relativi agli indici di borsa come l’indice europeo Eurostoxx, l’indice di borsa tedesco DAX, l’indice di borsa del Regno Unito FTSE 100, sui quali aveva accumulato, nell’ultima posizione che venne apparentemente scoperta dai suoi supervisori, 50 miliardi di euro, un capitale maggiore di quello del valore dell’intera banca per cui stava lavorando.

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La tecnica di trading che fece quasi fallire Société Générale

Tutti coloro che fanno trading sognano un metodo per cercare di azzerare le perdite e assicurare i guadagni, esiste a questo proposito una particolare tecnica non direzionale, ovvero che si applica a prescindere dalla presenza o meno di una tendenza nel mercato.

Lo spread trading è una tecnica che consente di avere sul mercato un’esposizione del tutto neutrale. La parola spread indica infatti una differenza, in questo caso si riferisce a una differenza tra le quotazioni di due strumenti, i quali mantengono tra loro una forte correlazione, se non addirittura essere lo stesso strumento che viene scambiato con due tipi di contratti derivati differenti.

Questo metodo consiste nell’acquisto e nella vendita simultanei di due strumenti correlati con due volatilità differenti, in modo da sfruttare la quotazione con variazione più volatile a nostro favore, mentre l’altra aperta con una posizione contraria alla prima, viene sfruttata come copertura del rischio, in caso la direzione dei prezzi andasse contrariamente alla prima posizione.

Oppure consiste nell’acquisto e nella vendita simultanei dello stesso titolo quotato su due mercati differenti, con due minime differenze di prezzo, in modo da sfruttare il momentaneo disallineamento delle loro quotazioni e guadagnare alla chiusura delle posizioni, al loro riallinearsi, dalla differenza tra le due variazioni di prezzo.

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Come faceva Jerome Kerviel a guadagnare in borsa?

È questa la versione più sofisticata della strategia che veniva usata da Jerome con i computer di Société Générale utilizzando una leva estremamente elevata, in quanto per via della generale efficienza dei mercati sui quali operava, le differenze temporanee di prezzo erano molto ridotte.

Sui mercati nel quale investiva Jerome era quindi normale utilizzare posizioni considerevoli, vista anche la relativa possibilità di proteggersi, analizzando ed equilibrando le posizioni con grande precisione, con sistemi di analisi dei volumi comprensivi delle capacità di un grande istituto di credito, come quelli che aveva a sua disposizione.

Nel genneaio 2008, quando fu scoperta la posizione da 50 miliardi di euro che Jerome aveva aperto, ci si accorse che lui non apriva i trade secondo la strategia di spread trading, ma che semplicemente investiva il capitale su un’unica posizione, non coprendo il rischio, per ottenere al momento della chiusura un guadagno molto maggiore.

Per poter nascondere i suoi trade creò un serie di finti conti di trading, nei quali utilizzava il capitale messo a sua disposizione per effettuare di nascosto gli oltre mille trades che furono poi scoperti, senza seguire le indicazioni di rischio e di sicurezza della banca.

Come accadde per Nick Leeson che fece fallire Barings Bank, tutti si fidavano di lui, in quanto la sua reputazione di grande trader gli aveva permesso di operare senza avere su di sé i controlli necessari, a scoprire il modo nel quale effettivamente riusciva a fare tutti quei soldi.

In diverse occasioni durante gli anni in cui aveva lavorato per la grande banca francese, guadagnò la stima dei sui colleghi, riuscendo a trarre profitto durante periodi molto critici per i mercati finanziari, come gli attentati dell’11 settembre 2001 a New York e di Londra nel 2005.

Come furono scoperti i trades di Jerome Kerviel?

Incredibilmente furono scoperti i trades che Jerome aveva fatto, non perché egli avesse causato delle perdite alla banca e avesse voluto nasconderle, ma paradossalmente perché aveva tentato di coprire i guadagni effettuati trasgredendo i limiti che gli erano stati imposti, cercando di realizzare una perdita che coprisse esattamente gli 1,6 miliardi e mezzo di euro guadagnati nel 2007.

Un addetto alla contabilità e alla supervisione delle operazioni di trading, si accorse della presenza di un trade che violava le politiche di rischio della banca: quando andò a verificare si accorse che quel trade non esisteva, e che tutti i soldi erano stati investiti in un’unica posizione tale da riuscire a coprire in un unico tentativo, a causa della paura di essere licenziato, ciò che Jerome era stato in grado di guadagnare l’anno precedente.

A quel punto si diffusero le voci che Société Générale aveva subito delle violazioni nei suoi parametri di sicurezza e investimenti non autorizzati. A quel punto le sue azioni in borsa persero circa l’8%, e la banca messa alle strette dovette liquidare tutta la posizione, altamente speculativa, aperta senza la sua autorizzazione. Per questo motivo nel giro di tre giornate di borsa, vennero riversati sui mercati miliardi di euro che non fecero altro che accentuare il ribasso delle quotazioni, causando perdite pari circa cinque miliardi di euro.

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Quali furono i veri motivi della truffa di Jerome Kerviel

Come accennato all’inizio di questo articolo, Jerome non ha tentato di truffare l’istituto di credito per avere un guadagno dal denaro che riusciva a ottenere usando il capitale della banca. Il denaro infatti rimaneva alla banca associata alle operazioni fittizie e l’introduzione di dati fraudolenti nel sistema informatico che utilizzava da anni per il trading.

Le sue motivazioni sono molto più vicine a un senso di rivalsa e di accettazione sociale, volendo incrementare non semplicemente la sua modesta posizione all’interno della banca, ma volendo amplificare il mito di trader eccezionale. Viveva da diversi anni una situazione emotiva che aveva messo in crisi la sua immagine personale e le sue relazioni affettive a causa della morte del padre e della separazione dalla moglie l’anno successivo. Per riuscire a ricostruire la sua vita era riuscito con successo a ottenere un prestigio in termini professionali che l’aveva momentaneamente risollevato dalle sue vicende personali.

Nonostante avesse tentato di ricorrere in appello alla sentenza di colpevolezza del tribunale francese, avvenuta nel 2010, motivando le sua azioni come esecuzione di ordini che i suoi superiori avevano fatto passare successivamente per una sua iniziativa, nel 2012 fu confermata la sentenza a cinque anni di reclusione e il risarcimento nei confronti della Société Générale di 4,9 miliardi di euro.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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