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Economia e Finanza

Incredibile, non spaventa il blocco del gas russo in Italia, siamo diventati anche esportatori

Ormai ci siamo, il nostro Paese non riceve più gas russo. La Russia quindi non dispenserà più energia all’Italia. Ecco le ultime.

La comunicazione del veto alle forniture giunge da Eni, che ha affermato di essere già alla ricerca di alternative.

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Nel mentre il nostro Paese diviene esportatore di gas, le ragion son diverse.

Gazprom ha dichiarato come non sia capace di convalidare le portate di gas richieste e pertanto non potrà dispensare i gas agli Stati suoi clienti, tra questi anche l’Italia. La comunicazione giunge dai rappresentanti di Eni che, ottimisti, affermano che provvederanno a dispensare aggiornamenti nella circostanza in cui le forniture saranno prossimamente riattivate.

Ma il nostro Paese se da un lato deve fare i conti con la chiusura dei rubinetti russi, dall’altro, diviene esportatore.

Italia, le ultime sul gas, ecco cosa sta accadendo

Il gas proveniente dalla Russia nel nostro Paese equivale ormai a una percentuale al di sotto del 10% e di conseguenza l’interruzione non incide poi più di tanto sullo scenario energetico italiano. Eni è riuscita nella missione di potenziare le forniture di gas dirette verso i nostri confini da altri partner. Il programma è quello di proseguire con la diversificazione delle forniture.

La quantità di energia in procinto di arrivare dall’Algeria è abbondantemente superiore al flusso che giungerà dalla Russia e al momento sospeso. Se si mettono in conto anche gli altri fornitori, si chiarisce su Repubblica, si potrebbe affermare come l’Italia sia ormai diventata una vera e propria esportatrice.

Del resto si segnalano all’incirca 18 milioni di metri cubi di gas in prossimità di esportazione verso il Centro e il Nord Europa, dove le spese si presentano decisamente più alte rispetto all’Italia. Difatti il metano italiano viene pagato un terzo in confronto allo standard europeo e per via degli immagazzinamenti garantiti con la strategia di risparmi messa in atto in conclusione della stagione estiva, il nostro Paese si è trasformato in un esportatore di gas.

Veto alle forniture di gas russo all’Italia: la comunicazione arriva da Eni. Quale futuro?

Eni ha comunicato come Gazprom non sia capace di dare conferma delle portate di gas richieste. Questo perché non è ipotizzabile il passaggio via Austria.

La ragione dichiarata dal fornitore russo racconta di variazioni legislative in Austria che ostacolano l’esportazione di gas nel nostro Paese. Non solo, ha anche rivelato come l’azienda stia collaborando assieme all’Italia per venire a capo delle problematiche. Stando però ad Eni pare che il gas giunga alla sede di rimessa, situato al confine, senza alcun problema.

L’interruzione del gas russo al nostro Paese sembra coincidere con gli episodi legati a Nord Stream e non è illogico ipotizzare che quanto sia successo, così come i provvedimenti che sono stati prescritti sul blocco, debbano considerarsi degli esiti diretti degli annunci dell’Unione Europea.

È noto come la Commissione e i Paesi membri abbiano stilato un programma di risparmi per emanciparsi dalle forniture russe. Difatti il 2022-2023 potrebbe essere l’ultima stagione invernale nel corso della quale gli Stati europei dipenderanno dalla Russia e dal suo gas.

Gli effetti del blocco delle forniture di gas proveniente dalla Russia non si riveleranno tuttavia considerevoli per l’Italia. Qualcosa di possibile poiché negli ultimi tempo la corrente della fornitura assommava all’incirca al 10%, una percentuale senza dubbio più bassa rispetto alla media delle forniture prossime a giungere dall’Algeria.

Nuove prospettive energetiche per il nostro Paese

Stando a quanto riferisce Repubblica il metano nostrano avrebbe un costo pari a un terzo rispetto allo standard europeo, ragion per cui proprio l’Italia è partita con le esportazioni dirette verso il Centro e il Nord Europa.

L’Italia difatti possiede riserve di gas a sufficienza, uno scenario concreto per merito di una giacenza piena quasi al 90% per la quale è ipotizzabile un commercio con un ricavo straordinario. Del resto, anche in carenza di metano in arrivo dalla Russia, le nuove forniture provenienti dall’Algeria, da Norvegia e Azerbaijan hanno garantito al nostro Paese un accumulo di provviste utili a una rivendita nelle piazze ove le si registrano le quote più elevate.

Pere d’altronde che, al giorno del 28 settembre e stando alle info dell’amministratore della rete nazionale, siano giunti in Italia 25 milioni di metri cubi di gas alla sede di accesso di Tarvisio. Da questa somma, 7 andranno a stock e 18 destinati a export.

Una riserva di gas piuttosto ricca che garantirà al nostro Paese un abbassamento delle spese, sebbene non da subito. Spetterà allora all’Autorità di regolazione per l’energia, reti e ambiente (Arera) decretare quanto tale fenomeno così repentino possa vantare esiti positivi sui prezzi.

Marco Scarfiglieri

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