Ancora tensioni tra Iran e Israele, da Teheran parole che potrebbero allarmare non solamente lo Stato guidato da Isaac Herzog.
Gli iraniani sostengono di essere in possesso di un vero e proprio asso nella manica. Gli addetti ai lavori avrebbero realizzato un drone avente delle potenzialità fuori dal comune, una gittata che andrebbe a scuotere fatalmente le città di Tel Aviv e Haifa
Dall’Iran le voci non poi così promettenti, l’aver sviluppato un drone dalle smisurate potenzialità distruttive non fa che accrescere il clima di accese tensioni maturato in questi mesi. Sono recenti le imputazioni reciproche circa l’attribuzione di diversi attacchi informatici.
Kiomars Heidari, capo delle forze armate terrestri dell’esercito nazionale, ha evidenziato come l’“Arash-2” sia stato congegnato considerando il caso specifico delle due metropoli israeliane, Tel Aviv e Haifa.
Le parole del comandante incutono timore, non solo ai diretti interessati: “Il drone ha capacità uniche e può recuperare più volte fino a colpire il bersaglio. Stiamo aspettando gli ordini per poterlo utilizzare un giorno”.
Ha ribadito come si tratti di un pezzo unico e come tale arma sia parte integrante dell’arsenale dell’esercito terrestre. Le capacità di questo “raro uccello” saranno palesate nelle prossime esercitazioni militari, ha aggiunto il comandante Heidari, stando a quanto segnalato dall’agenzia di stampa iraniana Mehr.
Il capo delle forze armate si è anche soffermato sulla forza delle sue truppe di terra, dichiarando come non vi siano rivali all’altezza tra gli Stati dell’area. A parere di Heidari i suoi militari insieme alla Guardia Rivoluzionaria andrebbero immaginati alla stregua di un esercito divino, all’interno del quale la sinergia e la complementarietà si rivelano come l’arma vincente di ogni battaglia.
I droni sono al centro del programma di armamento militare. L’Iran disporrebbe sia di droni aventi una gittata breve o cruciale e sia uno avente un raggio di ben 2.000 km.
L’obiettivo delle sfere militare e del Paese sarebbe quello di concepire una deterrenza: mettere in guardia i nemici, porli al corrente del fatto che se dovessero commettere un errore, il prezzo da pagare sarebbe alto. Il deterrente? L’arsenale nazionale. Heidari, a quanto pare, ha le idee bene chiare su come dissuadere i potenziali avversari.
Non si è fatta attendere la reazione del il primo ministro israeliano Yair Lapid.
La settimana scorsa ha invitato l’Iran a desistere dallo stuzzicare il “lungo braccio” delle forze armate israeliane, in occasione delle invocazioni dei funzionari israeliani contro il rispolvero del patto nucleare datato 2015, che aveva registrato una seria interruzione nel 2018 allorché gli Usa si tirarono indietro dal medesimo, reimpostando sanzioni a Teheran.
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