Cosa fare quando il passato suggerisce un’opportunità? Un numero ricorrente, una probabilità alta e rendimenti fuori dalla norma: ecco cosa ha trovato Alessandro studiando i dati dal 1935 a oggi.
Una ricerca personale, basata sui numeri e non sulle sensazioni. I risultati? Parlano da soli. Il 2025 potrebbe avere tutte le carte in regola per essere un anno speciale per chi vuole investire con logica e metodo.

Alessandro non ama le scommesse, ma adora la probabilità applicata agli investimenti. È uno di quelli che aprono fogli Excel prima ancora di leggere le news finanziarie. Quando ha notato un curioso schema legato agli anni che terminano con 5, ha deciso di andare a fondo. È partito dal Dow Jones, l’indice americano per eccellenza, e ha raccolto dati che coprono quasi un secolo.
La sua domanda era semplice: gli anni con il 5 finale hanno davvero qualcosa di speciale? E se sì, cosa succede a chi investe in quei momenti? Per capirlo, ha analizzato i rendimenti annuali e triennali dal 1935 al 2015, osservando l’andamento nei singoli anni con il numero 5 e poi nei trienni che partono da lì e finiscono con l’anno 8.
Gli anni con 5 finale: un segnale nascosto? Cosa attendere nel 2025 ed oltre?
Su dodici anni con il “5” finale, ben 10 hanno chiuso in positivo. Alcuni in modo spettacolare: +81,66% nel 1915, +38,53% nel 1935, +33,45% nel 1995. Solo due casi, 2005 e 2015, hanno registrato perdite leggere. Il risultato medio? +28,49%. La probabilità di guadagno a 1 anno in questi casi è stata dell’83%.

Ma Alessandro non si è fermato lì. Ha osservato anche cosa succede se si lascia correre l’investimento per tre anni, dal 1° gennaio dell’anno con 5 fino al 30 dicembre dell’anno con 8. E anche qui i dati sono interessanti: su 9 trienni analizzati (dal 1935), 8 hanno chiuso in positivo, con un rendimento medio del 53,21%. Il triennio 1995–1998 è stato il migliore, con un incredibile +139,52%, seguito dal 1985–1988 con quasi il 79%.
C’è stato solo un triennio negativo, quello 2005–2008, con una perdita del -18,62%, ma era il periodo che precedeva la grande crisi. In tutto il resto dei casi, chi ha tenuto duro ha raccolto ottimi risultati. La probabilità di rendimento positivo a 3 anni si attesta sull’89%.
E se ti stai chiedendo se questi dati valgano solo per l’America, c’è una cosa da considerare: gli indici internazionali sono storicamente correlati al Dow Jones per circa il 76%. Questo significa che quando gli Stati Uniti si muovono, gran parte del resto del mondo segue. Un dato che rafforza la validità di questo approccio anche per chi investe in Europa o in Asia.
E ora? Guardare al 2025 con altri occhi
Nel 2025 si riapre il ciclo. Se i dati storici hanno un valore, allora potremmo trovarci di fronte a un’occasione concreta. Non una certezza, certo, ma un contesto con probabilità a favore, e questo nel mondo della finanza è già moltissimo.
Chi investe con orizzonti di medio termine e una buona strategia può sfruttare questa finestra per impostare un piano solido. Alessandro continuerà a basarsi sui numeri, evitando le emozioni. E forse, chi decide di seguirlo con buon senso e un po’ di pazienza, tra qualche anno potrebbe trovarsi a ringraziare il numero 5.