Gli investitori interessati alle obbligazioni ad alto rendimento devono prendere in considerazione, come per gli altri asset, la natura del rischio a cui sono associate.
Per quanto riguarda le obbligazioni societarie italiane il rating risulta piuttosto basso. Di conseguenza i rendimenti possono attirare l’investitore che può completare il portafoglio con questo genere di asset.
Il rapporto tra il rendimento e il rischio è la prima variabile da considerare quando si valuta un investimento. Secondo l’agenzia di rating DBRS Morningstar, l’Italia ha un giudizio di BBB + che si confronta con l’AA + della Francia e la tripla A della Germania. Questo significa che, a parità di tutte le altre condizioni, il premio per il rischio è superiore. Oneri e profitto rendono questo investimento adeguato a un profilo investitore propenso al rischio, che tuttavia vuole un asset con una volatilità prevedibile e contenuta.
Parlare di investimenti completamente sicuri è una contraddizione in termini. Un investimento per sua natura non è mai sicuro, dall’incertezza dipende infatti il suo rendimento. Esistono tuttavia rendimenti garantiti come le obbligazioni di Stato o i Buoni Postali. C’è un’altissima probabilità di trarre profitti e una possibilità abbastanza rara di subire delle perdite. Sul lungo periodo e con le dovute accortezze il bilancio tra utili e perdite sarà sicuramente favorevole.
In questo senso è necessario rimanere sempre aggiornati sugli sviluppi politici ed economici del paese di riferimento. Le indicazioni da cogliere sono relative ai dati macroeconomici come ad esempio, Pil, disoccupazione, inflazione, affidabilità politica e politica monetaria.
Il valore del mercato obbligazionario italiano è a gennaio 2022 di oltre 69 miliardi contro i quasi 61 miliardi della Francia e i circa 53 miliardi della Germania. Negli ultimi anni le emissioni societarie sono cresciute a causa della stretta del credito bancario. Le aziende per finanziarsi ricorrono quindi a gli investitori privati e in particolar modo quelle nel settore informatico, alimentare, farmaceutico, al dettaglio e del lusso.
Il settore delle obbligazioni high yield diventa tuttavia più complesso quando si tratta di titoli di Stato di Paesi emergenti. Questi hanno generalmente economie che dipendono in modo sbilanciato da pochi settori, come le materie prime, tra cui spesso il petrolio o il settore minerario. Un mercato più vivace comporta maggiori opportunità da cogliere ma anche la capacità di fare un’accurata valutazione selettiva.
Negli ultimi 12 mesi, gli investitori al dettaglio che detengono titoli del fondo EMD hanno avuto un rendimento del 13,4%. Il fondo investe in un paniere di obbligazioni legate per 8,75% al Perù, per il 5,25% alle obbligazioni indonesiane, per il 7,38% a quelle colombiane e per il 7,5% a quelle russe. Per avere un termine di paragone il rendimento dei titoli di Stato USA associati al ETF iShare 3-7 Treasury Bond hanno reso nello stesso periodo agli investitori il 4%. Questo risultato, con meno di un terzo del rendimento del EMD è il risultato della differenza tra il rischio di solvibilità del governo USA rispetto a quelli delle economie emergenti. Investire in reddito fisso può significare anche cercare di sfruttare i rendimenti dei dividendi dei titoli azionari del settore bancario. Generalmente questi hanno una affidabilità vicina a quelli delle obbligazioni societarie e per le grandi banche addirittura a quelle statali.
Un portafoglio in obbligazioni genera solitamente interessi cedolari prevedibili e costanti maggiorando il capitale a scadenze regolari. Tra quelle più remunerative ci sono quelle di Mediobanca, Barclays e Banco BPM. Le incognite la prospettiva di rendimenti prevedibili sono tuttavia abbastanza diffuse. In primo luogo, l’inflazione che dovrà scontarsi sui prezzi e sull’economia con effetti non prevedibili. Allo stesso modo la politica delle banche centrali, nonché la capacità dei singoli paesi come l’Italia di fare fronte nei prossimi anni al suo debito pubblico.
Per il momento gli esperti ritengono che i titoli di Stato continueranno a essere una risorsa poco attraente per la maggior parte degli investitori. Tuttavia è anche vero che qualsiasi battuta d’arresto nella ripresa potrebbe comunque innescare un’altra fuga verso rendimenti sicuri.
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