Beni rifugio e materie prime: per il 2025 gli investitori devono stare attenti a come orientano le proprie finanze, il caso del rame fa riflettere
Nel 2025 il mercato delle materie prime si trova al centro di dinamiche geopolitiche complesse, offrendo sia rischi che opportunità per gli investitori. Come sappiamo spesso le materie prime diventano veicolo di investimenti cospicui poiché utilizzate come beni rifugio, in particolare per l’oro che in questi ultimi anni ha aumentato vertiginosamente il suo valore.
Studi chiave come quello sul rame dimostrano però che a volte i beni rifugio possono essere colpiti da concordati geopolitici ed è per questo che rimane sempre importante studiare i fenomeni politici ed economici a livello mondiale, sia in positivo che in negativo.
In particolare, il rame emerge come una commodity chiave, grazie alla crescente domanda legata alla transizione energetica. Ma vediamo quali sono gli elementi da considerare prima di investire in modo massiccio in una materia prima (limitata).
Rischi per gli investitori che puntano sulle materie prime
Innanzitutto, per quanto molto spesso con materie prime intendiamo anche beni rifugio, l’instabilità dei prezzi potrebbe essere data da periodi di tensione internazionale come la guerra in Ucraina e i conflitti in Medio Oriente. La Banca Mondiale ha già avvertito che eventi imprevisti potrebbero modificare drasticamente l’andamento atteso di materie prime come il rame ed è per questo che trader inesperti potrebbero incespicare durante la definizione delle strategie da adottare.
I conflitti geopolitici possono compromettere la disponibilità di materie prime strategiche, come il petrolio e il gas naturale, aumentando i costi di trasporto e produzione, situazione che di riflesso si riverserà sui mercati finanziari. Ad esempio guerre commerciali come USA e Cina, potrebbero generare nuove barriere economiche con dazi e restrizioni su inport ed export, influenzando così di riflesso anche la domanda globale di materie prime. Oro e argento di solito rimangono abbastanza stabili ed è per questo che sono considerati i bene rifugio d’eccezione.
Inoltre c’è anche da considerare il fatto che l’oro sta vivendo un periodo fiorente grazie alla crescita significativa del 2024, ad oggi quindi possiamo ancora intenderlo come un punto di riferimento per chi cerca la stabilità in un mercato che sale e scende di continuo. Anche l’industria tecnologica ha poi un ruolo chiave sulle materie prime: alcuni metalli, come per esempio il rame, stanno beneficiando di una domanda crescente anche grazie al progresso tech e allo sviluppo delle energie rinnovabili.
Il caso del rame: un’opportunità da non sottovalutare?
Il rame è una delle materie prime più promettenti per il 2025. Goldman Sachs stima un aumento del 600% della domanda nei prossimi dieci anni, con punte del 900% se gli investimenti nelle energie rinnovabili accelerano. Secondo le proiezioni, il rame potrebbe aumentare del 4-5% annuo, con stime più ottimistiche che prevedono anche un incremento fino al 30% entro la fine del 2025. C’è anche da tener conto delle tensioni geopolitiche, e le relative difficoltà produttive.
Paesi chiave come il Cile ad esempio potrebbero portare a una riduzione dell’offerta e in casi di calo di produzione, di riflesso aumenterebbero i prezzi. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, ad esempio, con questo aumento esponenziale della domanda nel tech e nel settore dello sviluppo energetico, servirebbero circa 80 nuovi progetti minerari, ma solo una dozzina è attualmente in fase di sviluppo.
Il rame sembra quindi destinato a giocare un ruolo centrale nella transizione energetica, con previsioni di crescita interessanti. Chi saprà muoversi con strategia e attenzione potrà trovare ottime occasioni di investimento, in un contesto che richiede però grande consapevolezza e analisi costante.