Gli Italiani sono un popolo di risparmiatori ma spesso i giovani, a causa delle condizioni lavorative precarie e dell’alta disoccupazione, non riescono a investire.
Quali sono le opportunità di gennaio 2022 per il profilo reddituale e per la propensione al rischio di un giovane che ha meno di trent’anni?
Se hai tra i 18 e 29 anni e sei riuscito ad accumulare piccole somme che desideri investire hai sicuramente un ampio scenario sia in termini temporali che di varietà di asset disponibili.
Se questo si accompagna a una certa capacità critica è possibile investire facendo attenzione che le proprie aspettative di rendimento siano equiparate al capitale disponibile. Nonostante le giovani generazioni abbiano mantenuto una cultura del risparmio, gli stimoli finanziari, il consumismo e i rendimenti fuori dal comune di alcuni asset come le criptovalute, sono in grado di creare false aspettative circa la possibilità di arricchirsi o di fare profitti in pochissimo tempo.
A questo si aggiunge la semplicità d’accesso ai mercati finanziari, che da un lato sta educando anche le giovani generazioni, ma dall’altro espone a perdite economiche chi sottovaluta il rischio.
Come l’automazione può estendersi a tutti i processi produttivi grazie all’A.I
Tra gli investimenti da considerare a partire da gennaio 2022 c’è il settore dell’iperautomazione. L’automazione ha trasformato la nostra vita e processi produttivi in modo radicale negli ultimi cento anni. Ogni giorno il progresso della tecnologia è in grado di avvicinarci sempre più all’ottimizzazione e all’estensione della presenza in grado di autogestirsi su diversi piani.
L’iperautomazione è un’estensione dell’automazione che mira a semplificare ogni processo organizzativo consentendo la loro esecuzione senza alcun intervento manuale. Questa forma avanzata di automazione può essere un’eccellente opportunità di crescita per le imprese che cercano di tenere il passo con le dinamiche del mercato e ottenere un vantaggio competitivo.
Le grandi, medie o piccole imprese sono tutte coinvolte nel rivoluzionare la gestione dei loro processi integrando sempre più il machine learning, l’informatica e l’Intelligenza artificiale. Che si tratti di ridurre gli errori, gestire in modo ottimale i clienti, aumentare la velocità di produzione e consegna o risparmiare sui costi, scalare il business in modi diversi richiede un’automazione intelligente.
Come l’iperautomazione può avvantaggiare le aziende
Grazie all’affiancamento dell’automazione e di tecnologie sempre più intelligenti gli imprenditori possono dedicare più tempo ad altre aree importanti, come migliorare l’esperienza del cliente. Tutto ciò renderà più efficienti e produttive le aziende aumentando la qualità di prodotti e servizi. Questo può anche promuovere il miglioramento sul lungo termine dell’efficienza energetica misurando in modo oggettivo le performance di ogni processo.
In definitiva i vantaggi per le aziende sono diversi e si possono riassumere considerando in primo luogo la creazione e il confronto tra loro delle banche dati. Questo può creare un circolo virtuoso nel migliorare i processi e le soluzioni ai problemi produttivi.
l’iperautomazione può collegare tra loro i lavori dei diversi comparti aziendali da quello IT alle risorse umane. Tutti infatti sono coinvolti nella connessione con dati, processi e operazioni. Questo migliora la qualità del lavoro in quanto tutte le parti contribuiscono attivamente al processo produttivo finale, prendendo più consapevolezza dell’importanza del loro ruolo all’interno dell’organizzazione. A questo naturalmente si affianca, la robotica e la digitalizzazione, tutte soluzioni in grado di sostituire in larga misura l’intervento umano.
Prendere decisioni più informate, ridurre gli errori, migliorare la soddisfazione di personale e clienti sono la sintesi della qualità dell’iperautomazione. Questa ha naturalmente i suoi risvolti economici e quindi si presta a essere un potenziale investimento già a partire da gennaio 2022.
Il profilo societario di Tata Consultancy Services e di UiPath
Tra le aziende più promettenti in questo settore ci sono Tata Consultancy Services. È una multinazionale indiana specializzata nella produzione di programmi per elaboratori elettronici, oltre che nella fornitura di servizi informatici e di consulenza. L’azienda con un fatturato di 22 miliardi di dollari, offre servizi inoltre di data center e cloud per aiutare le i suoi clienti ad automatizzare tutta la catena produttiva. Le sue quotazioni si trovano oggi vicino ai massimi raggiunti a settembre 2021 con potenziali nuovi record di prezzo del trend long che dura da agosto 2020.
Un’altra realtà impegnata nel campo dell’iperautomazione è UiPath, azienda leader nel settore del software per l’automazione robotica e dei processi lavorativi. Questi possono eseguire in modo automatico le attività ripetitive degli operatori, imitandone il comportamento e interagendo con gli applicativi informatici nello stesso modo dell’operatore. UiPath con un fatturato di 607,6 milioni di dollari è in grado di offrire ai suoi clienti soluzioni per applicare l’intelligenza artificiale ai flussi di lavoro integrando tra loro processi in entrata e in uscita solitamente mediati dall’intervento umano.
Ad esempio, se l’organizzazione utilizza un’applicazione per le risorse umane per gestire i pagamenti degli stipendi, ora può collegarla ai sistemi che aiutano a gestire le nuove assunzioni consentendo in tempo reale di avere un quadro migliore e più rapido dell’attività economica dell’azienda. Le capacità dei dipendenti, le uscite, il potenziale disponibile e quello necessario sono così integrate e rese dipendenti e integrate in un software. L’azienda presenta una serie di parametri fondamentali che la rendono un buon investimento, con un valore intorno ai 68 dollari e un prezzo delle azioni vicino ai 37 dollari.
Investire indirettamente sulla blockchain con gli ETF
La Blockchain è una piattaforma software che utilizzando la rete, modifica e aggiorna in sicurezza, senza dover ricorrere a intermediari un registro permanente che contiene i dati relativi alle transazioni. Il registro è strutturato come una serie di pacchetti, che contengono le informazioni per ogni transazione avvenuta. Da qui il nome blockchain, sulla cui tecnologia è basato il funzionamento delle criptovalute, ma anche di tanti altri servizi.
Gli ETF blockchain replicano principalmente i prezzi del mercato azionario delle società che hanno investito in questa tecnologia. Poiché la blockchain è una tecnologia, non è legata a un’azienda o a un prodotto specifico. Se è vero quindi che i Bitcoin e le criptovalute hanno bisogno della blockchain non è vero il contrario.
Uno dei più grandi ETF focalizzato sulla blockchain
Tra i più grandi ETF focalizzati sulle aziende che offrono servizi basati sulla blockchain ci sono quelli di Amplify ETFs.
Molti dei fondi di Amplify sono oggi leader del mercato in alcuni settori più competitivi tra cui la blockchain e l’azionario. l’Amplify Transformational Data Sharing ETF quotato al NYSE come BLOK, è uno tra i più grandi se non il primo ETF a gestione attiva del comparto blockchain. Nonostante la grande varietà di asset offerto dal comparto delle criptovalute queste come gli ETF Bitcoin, ma anche i futures e i CFD, questi si rivelano spesso troppo volatili. Essi non hanno dato ancora una solida garanzia del loro valore d’uso e possono ancora subire limitazioni di tipo legale. La tecnologia tramite cui hanno avuto successo è invece già ampiamente utilizzata e adottata soprattutto nel settore dei servizi finanziari. La tecnologia blockchain non è né vietata né sotto esame da parte delle agenzie di regolamentazione.
Amplify Transformational Data Sharing ETF ha avuto una performance annuale nel 2021 che ha raggiunto con 1,6 miliardi di asset sotto gestione un rendimento del 138.5%.
BLOK è un ETF a gestione attiva che investe almeno l’80% del suo patrimonio netto in azioni di società impegnate nello sviluppo e nell’utilizzo di tecnologie blockchain. Segue una strategia mista, investendo in un paniere di titoli sia value che growth di aziende operanti a livello internazionale. La maggior parte di queste operano nel settore del software, dei servizi IT e dei mercati finanziari. Tra i principali investimenti del fondo a cui è legato ETF ci sono NVIDIA, Coinbase Global, SBI Holdings, CME Group e Silvergate Capital.
Investire sulla blockchain con Siren Nasdaq NexGen Economy ETF
Un altro fondo con ottimi rendimenti è Siren Nasdaq NexGen Economy ETF quotato con la sigla BLCN. BLCN replica il Nasdaq Blockchain Economy Index, che misura le prestazioni delle società coinvolte nello sviluppo, nella ricerca, nell’innovazione o nell’utilizzo della tecnologia blockchain. Anche questo ETF segue una strategia d’investimento mista, con titoli growth e value. Tra le partecipazioni del fondo ci sono aziende che operano direttamente tramite gli asset digitali o estraggono criptovalute. Nell’ultimo anno BLCN con 319 milioni di dollari in gestione ha avuto una performance del 43,8%.
Il contesto operativo e il potenziale delle criptovalute oggi
A partire dal 2022 un numero sempre più grande di aziende e organizzazioni può cominciare ad accettare Bitcoin. Esso ha raggiunto un valore oggi che dal punto di vista tecnico è intorno ai 40.000 dollari. Ci sono molte ragioni per pensare che l’ulteriore diffusione della criptovaluta possa pubblicizzare molto più di ora i settori a esso correlati.
Il maggiore tra i protagonisti della blockchain è proprio Ethereum. Creata nel 2015 essa ha resistito alla prova del tempo diventando la seconda criptovaluta dopo Bitcoin per capitalizzazione. Tramite la sua blockchain è possibile decentralizzare prodotti e servizi, costituendo le basi materiali di quell’economia sostenuta dai promotori delle criptovalute. L’aggiornamento del protocollo Eth2 renderà Ethereum una rete PoS e introdurrà tecnologie in grado di risolvere le principali carenze tecnologiche delle attuali blockchain.
In questo senso se le criptovalute come il Bitcoin possono essere paragonate all’email, tramite la quale è possibile scambiarsi dei messaggi sotto forma di lettere digitali, Ethereum per mezzo degli smart contract, rappresenta invece internet, con il quale è possibile accedere e creare qualsiasi tipo di servizio e scambiare informazioni sotto molteplici forme.
Quorum: una blockchain aziendale figlia del settore finanziario tradizionale
Questo insieme ai risultati degli ETF possono entusiasmare la maggior parte degli investitori. Tuttavia, molti di essi rimangono ancora cauti nel rischiare un investimento in blockchain data la sua associazione con il più noto mercato delle criptovalute. Al giorno d’oggi l’industria della blockchain, è un riferimento del più ampio settore tecnologico ma anche di realtà con una presenza nel settore della finanza tradizionale come JP Morgan. Tra le quattro più grandi multinazionali USA nei servizi del settore finanziario la società ha investito in questo settore e sviluppato la sua blockchain.
Quorum è una blockchain privata sviluppata da JP Morgan per il settore imprenditoriale. Essa è capace di funzionare senza interruzioni, elaborando in tempo reale grandi flussi di dati, in gruppi in cui è possibile partecipare previa identificazione, data la natura particolarmente delicata delle informazioni. Essa avvantaggia e rende competitivo il servizio finanziario della società ed è stata adottata anche da grandi nomi come Microsoft.
Quorum è basata su Ethereum e si serve naturalmente degli smart contract al fine di facilitare le transazioni. L’obbiettivo di JP Morgan è quello di implementare una rete di pagamenti globale, che tramite Quorum è in grado di aumentare l’efficienza del sistema su cui si basano i servizi offerti dalla multinazionale. Questo rende possibile un monitoraggio e una verifica delle transazioni senza soluzione di continuità, sette giorni su sette.
Come funziona la blockchain di JP Morgan?
Questa blockchain è in fatti capace di processare centinaia di transazioni al secondo, nonché dati relativi alla contabilità e alla gestione di flussi finanziari. La possibilità è quella di configurare e ottimizzare in base ai processi la velocità delle transazioni, garantendo sicurezza e segretezza delle informazioni di una grande società di investimenti come JP Morgan. Quorum è in grado di portare avanti i processi per mezzo degli smart contract, secondo un sistema di filtri e permessi che garantiscono il rispetto dei protocolli di cybersicurezza.
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Un esempio italiano nell’uso vantaggioso della blockchain
In questo scenario, è anche possibile un’ottimizzazione dei flussi di informazione per gestire materie prime e scorte. Questo può avvantaggiare non solo le aziende ma anche le amministrazioni locali come dimostrato in questi giorni da diverse università italiane. Il progetto di ricerca delle università Roma Tre, Tuscia e Trento, in collaborazione con la startup Recuperiamo, ha realizzato una piattaforma blockchain in grado di rendere consapevoli le parti della filiera alimentare comprese le istituzioni. Il fine è quello di far incontrare domanda e offerta di alimenti, migliorando l’efficienza del mercato ma anche contribuendo in larga parte alla riduzione dello spreco alimentare.
Il progetto, che è chiamato «Dono ergo Sum», è stato finanziato dal Ministero dell’Università e Ricerca con l’obiettivo è realizzare un monitoraggio attento dei flussi del cibo, dalla produzione alla donazione fino al consumo finale.
I flussi alimentari monitorati nel 2021 nell’ambito del progetto di ricerca, che concluderà la prima fase di finanziamento a maggio 2022, ammontano a più di 106 tonnellate equivalenti a 212 mila pasti distribuiti. Considerando l’impatto ambientale, dell’efficientamento della rete distributiva si è riusciti a ridurre l’emissione di 21.348 Kg di CO2.