L’attuale contesto macroeconomico presenta spunti operativi con cui è possibile costruire un portafoglio minimo. Ecco le migliori società quotate.
L’inflazione uno degli elementi più influenti e persistente degli ultimi tre mesi. È questo a essere monitorato con più attenzione dagli operatori per decidere che cosa fare.
Oltre a questo, l’evento che sul breve periodo è maggiormente in grado di influire sul decorso del ciclo economico è l’instabilità della Russia. Il Paese non è in grado sopportare a lungo il peso delle sanzioni che rischiano di creare le condizioni per una nuova crisi economica. Se il nostro sistema bancario si è mostrato particolarmente robusto durante la crisi dovuta alla pandemia, questo è stato possibile grazie agli interventi strutturali e di politica monetaria.
La crisi è stata di fatto il risultato di politiche mirate a garantire la minore diffusione del virus che hanno inciso indirettamente sull’economia. Nel contesto del potenziale default della Russia gli impatti sul sistema internazionale possono non essere completamente prevedibili, con risvolti significativi anche per l’Italia.
Gli investimenti di marzo 2022: il contesto finanziario
Per il momento la crisi Russa è particolarmente manifesta: crollo sensibile e repentino del rublo sia sul dollaro che sull’euro. Tensioni e crolli sul settore bancario, chiusura delle borse di Mosca e blocco dei prelievi di valute e trasferimenti fuori dalla Russia sopra i 10.000 euro. A questo si affiancano interventi di emergenza, come l’obbligo di conversione dell’80% delle valute estere detenute da imprese o da privati che sia, blocco del pagamento di cedole su titoli sottoscritti da investitori internazionali.
Nel tentativo di arrestare la minaccia bellica della Russia si è arrivati a mettere il freno anche su settori come gas e petrolio, da cui in particolare l’Unione Europea è fortemente dipendente. Le sanzioni finanziarie adottate hanno effetti immediati di deterrenza, ma si rivelano nel lungo periodo reciprocamente insostenibili. Essi ci hanno esposto a rischi energetici ed economici su cui saremo chiamati ad intervenire strutturalmente. Se non è possibile intervenire velocemente sull’opportuna diversificazione dell’approvvigionamento energetico europeo il costo anche per l’Italia può diventare molto pesante.
Diversificare il portafoglio con il Titolo Eni e Brookfield Renewable
l gruppo Eni ha beneficiato dell’aumento dei prezzi del greggio in concomitanza con le riaperture e la ripresa dei consumi. ENI le cui quotazioni negli ultimi 6 mesi sono aumentate più del 20%, è in grado di apprezzarsi ulteriormente in scia allo stop alle importazioni del petrolio russo da parte degli Stati Uniti. Oltre a questo, la società è oggi ampiamente inserita anche nel settore delle rinnovabili.
Eni è il secondo produttore di biocarburanti HVO in Europa, grazie alla tecnologia proprietaria Ecofining. Questa gli consente di diversificare la sua attività dai carburanti fossili guidando una parte della transazione energetica in Italia. La multinazionale produce carburanti sostenibili per l’aviazione da materie prime di origine vegetale e di scarto. Oggi l’uso dei biocarburanti è l’unica alternativa sostenibile per limitare le emissioni inquinanti dell’aviazione.
Se il mondo è sempre più consapevole di come i carburanti fossili possano comprometterne la stabilità e la sicurezza nazionale, l’economia globale punta più rapidamente all’approvvigionamento di energie rinnovabili. Tra queste in particolare c’è
Brookfield Renewable, leader mondiale nelle energie rinnovabili. È uno dei maggiori produttori mondiali di energia idroelettrica. Questa costituisce oltre il 62% del suo portafoglio, composto anche da eolico e solare. La società ha generato utili a un tasso annuo composto superiori al 10% negli ultimi dieci anni. Nell’ultimo mese il valore della società è cresciuto del 14% e i suoi dividendi rendono il 3,23% all’anno.
Gli investimenti di marzo 2022 per proteggersi dal rischio finanziario
Sotto il profilo finanziario i veri rischi per l’Unione Europea risiedono nell’esposizione di crediti con controparti russe. Tra i Paesi più esposti Italia e Francia, che possono subire il crollo dei valori degli investimenti finanziari in emittenti russi e o denominati in rubli. Blocco delle cedole, impossibilità di disinvestire e svalutazione di titoli quotati toccano non solo i gestori patrimoniali dei fondi e le banche, ma anche i risparmiatori privati.
Sulla Russia torna ad aleggiare lo spettro del 1998, quando l’economia russa crollò per il livello dell’indebitamento pubblico, la crescente sfiducia dei cittadini che si orientavano verso il dollaro e la fuga di capitali. Se allora la solidarietà internazionale nei confronti della Russia permise al Fondo monetario internazionale di erogare un prestito consistente, che sostenne quella che fu una lenta la ripresa, oggi la stessa comunità internazionale è la responsabile del suo dissesto finanziario.
Il parziale blocco dello Swift e una serie di altre misure che riguardano i rapporti delle banche con i mercati esteri può mettere alla prova l’economia russa il 16 marzo. Questa settimana infatti dovranno essere pagate cedole per 107 milioni e a fine mese per 400 milioni, mentre all’inizio di aprile dovrebbe essere rimborsato un titolo di due miliardi. Se la Russia mostrerà segni di debolezza questo non farà altro che accelerare il percorso verso il default.
Una nazione fallita, tanto più per l’effetto di una guerra offensiva, non recupera facilmente la sua credibilità internazionale. se è questa la prospettiva sarà necessario anche per il Governo italiano minimizzare quelli che possono essere gli impatti sul sistema finanziario nazionale. La Commissione per la stabilità finanziaria coordinata dal Ministro dell’economia potrà dare un quadro preciso dei possibili impatti per il nostro Paese.
Gli investimenti di marzo 2022 per diversificare il portafoglio: Banca Generali
Tra gli istituti finanziari in grado di recuperare rapidamente il valore delle proprie quotazioni c’èBanca Generali. Il ramo bancario di Generali è dedicato al private banking, specializzata nella gestione e nella protezione dei patrimoni, con un’attenzione particolare alla pianificazione assicurativa. La società si è sviluppata in sinergia con la crescita finanziaria e l’incremento della quota di mercato di Assicurazioni Generali.
Banca Generali può riuscire a mantenere stabili i suoi rendimenti, avvantaggiando gli investitori anche nell’attuale contesto. Uno dei suoi punti di forza è il generoso dividendo pari 5,59%. La sua storia e l’esperienza complessiva del Gruppo di cui è parte, gli conferiscono una ottima solidità patrimoniale. Nonostante nell’ultimo mese abbia mantenuto discretamente bene il suo valore rispetto al comparto, con una perdita di circa il 6,5%. La strategia di mercato di Banca Generali l’ha resa sul lungo termine una delle banche più remunerative dal punto di vista azionario.
Gli investimenti di marzo 2022 per proteggersi dal rischio: Leonardo
Il clima di tensioni, geopolitiche e finanziarie è stato caratterizzato in questi giorni dal fallimento dei colloqui di pace in Turchia, tra Russia e Ucraina e della riduzione degli acquisti di asset da parte della Bce per contrastare l’inflazione. Nel frattempo, si registrano nuove fughe da Mosca, con la banca d’affari Goldman Sachs che ha deciso di lasciare il Paese. A Milano il Ftse Mib ha chiuso con una perdita del 4,2% con quasi tutti i titoli principali in territorio negativo. Tra le poche eccezioni in vista di un incremento delle spese militari annunciate da molti Paesi Ue c’è Leonardo.
Leonardo rappresenta un’azienda strategica per l’Italia sia dal punto di vista tecnologico che economico. Con più di 49.000 lavoratori, l’azienda è strutturata in cinque divisioni operative: velivoli, aerostrutture, elicotteri, cyber security, elettronica. Leonardo si occupa in particolare della digitalizzazione del moderno campo di battaglia, inteso in tutte le possibili declinazioni. Le azioni Leonardo sono in rialzo del 29% rispetto all’inizio dell’anno. L’azienda ha mostrato a marzo ottimi risultati patrimoniali con un fatturato di 3,44 miliardi di euro, e ricavi di 3,06 miliardi. Dal 24 febbraio le quotazioni hanno avuto un incremento di circa il 30%. La chiusura di venerdì 11 marzo è stata realizzata una variazione rialzista record pari all’11,53%.
Gli investimenti di marzo 2022: le materie prime alimentari e Walmart
Oltre a quelle finanziarie ed energetiche dal conflitto si aggiungono ricadute gravi su determinati Paesi o settori. Dato che Russia e Bielorussia sono fornitori cruciali di alcuni metalli e minerali per l’industria, c’è il rischio di contro che l’export possa essere sospeso con un grave impatto sulla catena di forniture globale. La Russia ma anche l’Ucraina sono particolarmente rilevanti per il mercato globale di cereali come grano e mais e in parte anche di fertilizzanti. Se le conseguenze sociali della penuria di alcuni generi alimentari di base non sono ancora manifeste l’aumento del costo degli alimenti è già una realtà. Questo acuisce il costo della vita in tandem con l’inflazione, è possibile proteggere una parte del capitale puntando su società alimentari o della grande distribuzione che possono beneficiare dell’economia di scala.
Tra le migliori in questo senso c’è Walmart società con sede negli Stati Uniti che si occupa sia della vendita al dettaglio che all’ingrosso di diversi prodotti. Nel suo portafoglio generi alimentari che pesano per il 56%, prodotti generici per il 31% e articoli per la salute e il benessere per 11%. L’azienda serve oltre 230 milioni di clienti con 10.500 negozi e vari siti di e-commerce in 24 paesi. Solo questi ultimi hanno reso la società il 13% del fatturato nell’ultimo anno fiscale. Walmart ha registrato utili nel primo trimestre 2022 del 5,6%, di cui hanno contribuito per circa 82% le vendite negli Usa.
Marzo 2022, proteggersi dal rischio inflazione e diversificare il portafoglio con i titoli energetici
I prezzi al consumo negli Stati Uniti in febbraio sono saliti dello 0,8% su gennaio e del 7,9% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. L’inflazione Usa tocca così il valore più elevato degli ultimi 40 anni. I dati sono in linea con le attese degli analisti e mostrano un’accelerazione rispetto al +7,5% di gennaio.
Le pressioni sui prezzi derivano soprattutto da benzina, prodotti alimentari e costi degli affitti. Escludendo invece le componenti più volatili relative ad alimentari ed energia l’inflazione si colloca al 6,4%. Se i dati lasciano presagire un’inflazione ancora più alta nei prossimi mesi ciò è dovuto anche al peso degli scambi commerciali con la Russia, soprattutto sul fronte delle risorse energetiche. In questo ambito le società che risultano ancora sottovalutate e sono in grado di esprimere ancora un buon margine di guadagno sul lungo periodo c’è:
Vermillion, Crescent Point Energy e Peabody Energy Corporation
Vermilion Energy è una multinazionale di gas e petrolio con sede in Canada. I suoi mercati di riferimento oltre a quello del Nord America sono quello europeo e australiano. La società canadese insieme alle sue controllate, si impegna nell’acquisizione, esplorazione e produzione di petrolio e gas naturale. Oltre a essere cresciuta nell’ultimo mese del 31,65% offre un dividendo del 2,45%. Tra le società che hanno avuto un ottima performance nel settore c’è anche Crescent Point Energy. La società Canadese di gas e petrolio ha un prezzo notevolmente inferiore a quello della sua controparte ed in grado quindi di avere incrementi percentuali molto maggiori. Con un rendimento nell’ultimo mese del 8,8% offre un dividendo del 1,94%.
Peabody Energy Corporation
Ultima della serie è Peabody Energy Corporation, impegnata nell’estrazione di carbone. Sebbene sia una fonte di energia inquinante, il carbone è in grado di performare sul breve medio termine come unico sostituto agli altri carburanti fossili. Questa materia prima fornisce ancora oggi il 40% dell’elettricità mondiale. Il titolo dell’azienda USA nell’ultimo mese ha avuto un rendimento superiore del 30%. Il valore del carbone utilizzato per alimentare il settore metallurgico è dato dalla sua facilità di trasporto e di immagazzinamento. Ciò lo rende un sostituto di emergenza ideale durante le interruzioni nella catena di approvvigionamento come quelle attuali.
Gli investimenti di marzo 2022 per diversificare il portafoglio puntando ai dividendi
Se le preoccupazioni sul settore energetico, alimentare, delle materie prime e del comparto finanziario lasciano poche ulteriori prospettive per lo stock picking, non rimane che puntare ai dividendi. Tra le società in grado di assicurare sul medio termine buoni dividendi ci sono quelle del tabacco. British American Tobacco è ad esempio una di quelle società che offre ottimi dividendi in un settore poco concorrenziale, date le barriere normative e gli ostacoli per l’ingresso di nuove aziende.
British Tobacco non produce solo sigarette, ha introdotto nuove linee di prodotti senza combustione. I ricavi della nuova categoria sono cresciuti negli ultimi quattro anni del 31%. Questo tipo di industria ha un notevole margine di profitto, che per British American Tobacco è pari al 26% netto. I dividendi sono notevoli e pari a quasi il 10%, con una crescita sull’azionario che nell’ultimo anno è arrivata al 28%. Il mercato globale del tabacco vale oggi circa 730 miliardi di dollari. Nonostante le avversità economiche l’industria del tabacco rimane un settore ancora abbastanza stabile, con poche possibilità di innovazione sul lungo termine.
ETF e oro fisico per proteggere il portafoglio
Se la crisi russa è in grado di influire sempre più sull’economia europea è possibile proteggere una parte del capitale attraverso ETF sull’oro. Questi sono progettati per replicare un indice o il prezzo delle materie prime in modo diretto. In generale gli ETF sull’oro non sono utili per investimenti a breve termine, ma il loro prezzo può proteggere il capitale finché si muoverà in correlazione diretta con l’inflazione.
Un modo alternativo e semplice di investire in oro è farlo attraverso lingotti garantiti o monete. Per esempio il servizio denominato Oro Sicuro BPER Banca dà la possibilità di valorizzare e proteggere i propri risparmi investire in lingotti di qualità, realizzati da fonderie inserite nella Good Delivery List della London Bullion Market Association, associazione del Regno Unito formata dai commerciati di oro e argento del Paese. L’investimento in oro è certificato, costudito in caveaux bancari e assicurato contro rapina e furto.