Grosse novità in arrivo per chi lavora e percepisce la pensione di invalidità. Le due cose non andranno più a braccetto.
Se prima era consentito a coloro i qual percepivano l’indennità inerente alla condizione di invalidità civile avere la possibilità contemporaneamente di lavorare ora le nuove regole imporranno abitudini diverse. Non sarà infatti possibile cumulare indennità erogata dallo Stato e retribuzione. Questo dal 14 ottobre è di fatto diventato legge. Con un apposito messaggio, l’Inps ha infatti chiarito la posizione, spiegando nei dettagli ciò che da oggi in poi sarà consentito e cosa no, tutto molto chiaro, insomma
Attraverso una sentenza abbastanza recente della Corte di Cassazione infatti l’Inps prova a legittimare la posizione appena adottata. Il contrasto generato dal cumulo di indennità e stipendi porta inesorabilmente ad una decisione da prendere in merito. Di recente, quindi si è deciso, stop al doppio assegno. Anche poche ore al giorno di lavoro possono dunque portare alla perdita del diritto acquisito e quindi ad un certo punto diventa necessaria una scelta anche e soprattutto da parte del contribuente.
Pensione di invalidità: stop al cumulo con la retribuzione da lavoro
Quando parliamo di assegno di invalidità facciamo riferimento ad una quota mensile che ammonta a 287,09 euro. Tale importo è pagato dall’Inps a coloro i quali hanno avuto riconosciuta una percentuale di invalidità non inferiore al 74%. La Corte di Cassazione, cosi come accennato in precedenza ha escluso quini la doppia retribuzione per cosi dire. Chi percepisce l’assegno di invalidità non può ricevere altri redditi insomma. Nessun tipo di lavoro sarebbe quindi ammesso, nemmeno poche ore quotidiane.
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Questo è ciò che è stato deciso dai giudici: “il mancato svolgimento dell’attività lavorativa integra non già una mera condizione di erogabilità della prestazione ma, al pari del requisito sanitario, un elemento costitutivo del diritto alla prestazione assistenziale, la mancanza del quale è deducibile o rilevabile d’ufficio in qualsiasi stato e grado del giudizio”. Il dubbio, oggi, più che lecito, riguarda la modalità di sostentamento di un invalido civile che con poco più di 200 euro al mese dovrebbe in ogni caso rinunciare a lavorare.