Come rischiare la revoca dell’invalidità civile: può succedere a tanti proprio nel momento in cui si è convinti che aumenti, ecco spiegato il controsenso
La disabilità psichica e fisica in Italia viene riconosciuta con diverse agevolazioni. L’invalidità civile è l’attestazione che permette di essere riconosciuti come tali con una percentuale ben specifica, in base alla propria patologia. Per ogni percentuale di invalidità, esistono agevolazioni sia sul piano economico che di servizi. In generale, il cittadino deve essere in difficoltà a svolgere una vita sociale e lavorativa ’normale’, presentando il bisogno di un aiuto da parte dello Stato.
Negli ultimi anni, l’INPS ha modificato le modalità di accertamento per l’invalidità, introducendo criteri più rigidi, ma anche più agevoli e veloci in termini burocratici. Esistono poi le pratiche attraverso le quali poter poi chiedere un aggravamento nel caso in cui la malattia avesse avuto una forma degenerativa.
In questi casi, però, bisognerà fare attenzione, perché si attiverà un iter per il quale verrà richiesta una seconda visita medica di accertamento. Proprio durante questa valutazione dei nuovi valori si potrebbe ricevere la spiacevole notizia di perdere l’invalidità o di vedersi corrisposte percentuali inferiori. Vediamo però nel dettaglio quando avviene tutto ciò.
La revisione dell’invalidità civile è un processo in cui l’INPS valuta se il beneficiario ha diritto a un eventuale aumento dell’indennità, in base a un peggioramento della salute. La visita e tutto l’iter di revisione, però, potrebbe avere l’effetto inverso.
Si tratta infatti di iter che portano alla revisione completa del caso: è capitato spesso che molti cittadini si sono visti negare del tutto l’invalidità con una revoca. Sembra difficile comprendere le dinamiche, ma a volte, quando il cittadino richiede l’aggravamento, in realtà vengono fuori accertamenti molto più approfonditi nei quali si attesta che l’invalido abbia avuto addirittura un miglioramento della sua situazione.
Numerosi beneficiari hanno infatti ricevuto un esito negativo che ha annullato il loro diritto al contributo. Nel caso in cui si chieda aggravamento senza una documentazione medica dettagliata e aggiornata, saranno più i rischi che i benefici, vale la pena pensarci prima. Peraltro, il rischio si corre anche nei casi in cui la propria invalidità è stata attestata come invalidità permanente, che quindi non può avere migliorie e rimarrà tale per tutta la vita.
Ci sono casi in cui anche con invalidità permanente la Commissione abbia revisionato le condizioni di salute riconoscendo un miglioramento considerevole della patologia, ad esempio in casi in cui è venuta in soccorso l’innovazione tecnologia o nuove terapie prima non esistenti. Ciò porta a riflettere sul fatto che in alcuni casi sarebbe meglio evitare la richiesta di aggravamento (a meno che non sia comprovata da un’equipe medica) per scongiurare di ricadere nei rischi.
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