Con le nuove regole si può perdere l’invalidità civile nonostante se ne abbia ancora il diritto: quali sono i fattori che fanno scattare la revoca e come tutelarsi
L’invalidità civile non è altro che una prestazione economica erogata per coloro ai quali è stata riconosciuta una riduzione parziale della capacità di svolgere una vita ’normale’, soprattutto sul piano lavorativo.
Si tratta di un riconoscimento della problematica del cittadino che gli impedisce di svolgere il suo lavoro, totalmente o in parte.
Il contributo economico viene assegnato agli invalidi civili parziali, nel caso in cui poi si avesse il riconoscimento di un’invalidità al 100% si implementerebbero gli aiuti con ulteriori forme di assistenza come l’Accompagnamento. Si può richiedere su un’età compresa tra i 18 e i 67 anni e per l’anno 2024 l’assegno è stato pari a 534 euro per 13 mensilità. Attenzione però, l’assegno è incompatibile con il lavoro e con prestazioni ottenute da invalidità contratte per esempio in guerra.
Per ricevere il trattamento bisogna inoltrare domanda all’INPS per via telematica con certificato medico. Una volta presentata domanda viene presentata una data di convocazione per la visita di accertamento: ci sarà una Commissione Medica apposita per valutare il caso e assegnargli una determinata percentuale di invalidità.
Invalidità civile, quando si rischia di perderla ingiustamente
Ci sono casi in cui negli anni successivi all’ottenimento dell’assistenza, quest’ultima venga revocata, in un certo senso ingiustamente, anche quando il cittadino ne avrebbe avuto ancora bisogno. Questo accade quando si parla di inadempienze di un certo spessore. Vediamo come.
Non presentarsi alla visita di revisione dell’invalidità può costare caro in quanto la commissione medica può sospendere la prestazione economica. Quando l’assenza viene registrata nel sistema, automaticamente si sospende la prestazione economica sul database dell’Inps: si tratta di un effetto automatizzato.
Questa sospensione però ha carattere temporaneo, è solo in via cautelativa: si potrà giustificare l’assenza con un termine di 90 giorni. Nel caso in cui non venisse giustificata l’assenza, o se quest’ultima, una volta inoltrata, non fosse stata considerata valida, allora verrà emesso un provvedimento di revoca definitiva.
È quindi importante presentarsi sempre alla visita di revisione, e non solo, ricordarsi di giustificare l’assenza entro le tempistiche nel caso in cui si avesse un importante impedimento. In questo modo l’INPS potrà sbloccare la pratica e riassegnare una seconda data per la visita di controllo, riattivando i pagamenti. In qualsiasi caso, riceverete sempre tutte le comunicazioni anzitempo in modo da potervi organizzare.