Quali sono i benefici, le agevolazioni o le pensioni che spettano ai soggetti affetti da invalidità 67%? Vediamo tutto nei dettagli.
Ai soggetti affetti da invalidità è riconosciuta una percentuale in base alla quale l’INPS stabilisce quali sono le agevolazioni, i benefici o le pensioni a cui egli ha diritto.
La percentuale d’invalidità assegnata ad un individuo è stabilita in seguito ad una visita medica. Di fatto, esistono delle vere e proprie scale di valori che permettono di assegnare ad ogni soggetto la sua percentuale di invalidità. In base all’aliquota riconosciuta all’invalido, egli riceverà i benefici che gli spettano di diritto.
Le percentuali assegnati al soggetto affetto da invalidità sono stabilite in base alle tabelle previste dal decreto del Ministero della sanità del 5 febbraio 1992. In sostanza, in base al grado di invalidità civile del soggetto in questione è possibile garantire determinate tutele.
Secondo quanto stabilito dalla normativa attualmente in vigore la percentuale minima di invalidità è pari al 33%. Essa Individua una riduzione della capacità lavorativa del soggetto che deve essere di almeno un terzo.
La percentuale di invalidità che viene riconosciuta ad un soggetto permette di accedere ad una serie di agevolazioni e prestazioni. L’aliquota viene definita da una commissione medica dell’ASL che, attenendosi alle tabelle fornite dal Ministero della Sanità, stabilisce il grado di invalidità.
Esso serve ad individuare compromissione fisica e mentale del soggetto, tale da impedirne o ridurne la capacità lavorativa.
In base a tale condizione d’invalidità la legge riconosce determinate tutele e agevolazioni fiscali.
Il soggetto a cui è riconosciuta un’invalidità civile pari al 67% ha una compromissione della propria capacità lavorativa superiore a due terzi.
Ciò vuol dire che il soggetto in questione ha difficoltà a svolgere le azioni di vita quotidiana e lavorativa. Per questo motivo, ha diritto ad ottenere agevolazioni e prestazioni economiche.
Tuttavia affinché al soggetto siano riconosciute le prestazioni economiche, occorre che vi siano altri requisiti, oltre alla percentuale di invalidità riconosciuta dal medico dell’ASL. Di fatto, essere affetto da invalidità 67% non è sufficiente al riconoscimento di un trattamento economico o di un’agevolazione.
Ad esempio, l’assegno ordinario di invalidità è una prestazione previdenziale riconosciuta agli invalidi civili con ridotta capacità lavorativa, purché siano in una condizione economica di disagio.
In sostanza, la legge ha fissato anche i requisiti reddituali che permettono il riconoscimento di una prestazione economica.
I requisiti necessari per ricevere l’assegno ordinario di invalidità, secondo quanto stabilito dalla legge 222 del 1984, prevedono una riduzione della capacità lavorativa superiore a due terzi. Inoltre, per ottenere l’AOI è necessario che il invalido abbia versato almeno 5 anni di contributi, di cui 3 negli ultimi 5, prima di effettuare la domanda per ottenere la prestazione previdenziale.
In tal caso, è necessario che il versamento contributivo sia stato accreditato presso l’assicurazione generale obbligatoria dell’INPS o presso la gestione separata o fondi sostitutivi.
In ogni caso, l’importo erogato non è lo stesso per tutti gli invalidi ma è calcolato in base al montante contributivo.
Di fatto, l’assegno ordinario di invalidità, a differenza della pensione di invalidità civile, è compatibile con l’attività lavorativa.
Pertanto un invalido al 67% ha diritto all’assegno ordinario d’invalidità anche se svolge un’attività lavorativa. Tuttavia, l’importo erogato sarà ricalcolato in base al reddito percepito.
Nello specifico per redditi superiori a €26.000 è previsto l’erogazione di un assegno d’invalidità ridotta al 25%. Per redditi ancora più alti, è previsto un ulteriore riduzione che può essere del 50%.
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