Intesa Sanpaolo, uno degli istituti di credito simbolo dell’Italia, sente la pressione del declino della situazione internazionale.
È stato lo stesso Carlo Messina, Ceo di Intesa Sanpaolo a riferire in un intervista a Bloomberg gli sforzi dell’istituto per ridurre la sua esposizione in Russia.
In un momento di preoccupanti turbolenze dei mercati il manager ha sottolineato che la banca può risentire dell’esposizione transfrontaliera e che occorre per questo tutelare la solidità patrimoniale dell’istituto. Questo risulta oggi comunque piuttosto solido; Venerdì scorso Intesa Sanpaolo ha pubblicato i dati relativi al primo trimestre del 2022, che hanno visto un utile netto superiore al miliardo.
Il gruppo milanese ha fornito comunque una prospettiva orientata alla cauta, sui risultati futuri pesa l’incertezza dei cambiamenti nell’offerta di materie prime e di energia. L’aspettativa per un utile netto che oscilla tra i 3 e i 4 miliardi di euro, è quindi rimessa soprattutto all’evoluzione della situazione europea.
Intesa Sanpaolo ha circa 4 miliardi di euro di esposizione verso la Russia e ha registrato una svalutazione di 800 milioni di euro legate all’attività nel primo trimestre. Da più di due mesi assieme a Unicredit, la banca sta studiando la possibilità di uscire dalle attività in Russia. Al momento Intesa Sanpaolo non sembra avere problemi di credibilità neanche per gli azionisti; il titolo è stato valutato dagli esperti di Mediobanca Securities che hanno confermato il rating neutral e il prezzo obiettivo a 1,9 euro.
L’Italia può per il momento proseguire il suo percorso alla ricerca della crescita economica. Sugli sforzi atti ad arginare le perdite economiche non peserà la crisi di una parte importante del suo sistema bancario. Alla fine di marzo Intesa SanPaolo ha registrato un Cet1 ratio del 13,6%, in calo di 40 punti base trimestre su trimestre.
Il Common Tier Equity è il parametro più osservato per valutare e classificare la solidità di un istituto di credito. Il CET1 descrive il rapporto percentuale tra capitale a disposizione della banca e le sue attività ponderate per il rischio, come crediti deteriorati e inadempienze finanziarie. Attualmente Intesa SanPalo si trova al 29° posto su 118 tra le banche più sicure in Europa; questo è quanto emerge dalla classifica Srep, acronimo di Supervisory Review and Evaluation Process, uno strumento creato per meglio prendere lo stato di salute delle banche continentali.
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