Intesa Sanpaolo mette a disposizione finanziamenti per le aziende entro 72 ore dalla richiesta: incredibile iniziativa

Intesa Sanpaolo è la prima banca italiana ad aderire alla misura straordinaria prevista dal Decreto Aiuti.

Lo scopo è sostenere le imprese in difficoltà secondo lo schema del Temporary Crisis Framework, varato dalla Commissione europea.

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Sono 200 i miliardi di euro messi a disposizione dal Decreto “liquidità” e mobilitati attraverso una serie di finanziamenti garantiti. Le misure messe in campo accelerano la diffusione delle energie rinnovabili per compensare le perdite generate dall’attuale dipendenza dai carburanti fossili.

L’intenzione è semplificare l’approvvigionamento e l’uso di sistemi ibridi che utilizzano anche, idrogeno, biogas e biometano rinnovabili. In questo modo gli Stati membri possono sostenere gli investimenti per eliminare gradualmente i combustibili fossili, in particolare attraverso l’elettrificazione, l’efficienza energetica e il passaggio all’uso di idrogeno rinnovabile.

Intesa Sanpaolo in prima linea con misure straordinarie per proteggere le imprese

In questo contesto l’Italia deve garantire che i progetti siano attuati entro un calendario specifico. Intesa Sanpaolo intende avvalersi di questa nuova opportunità per sostenere il tessuto produttivo italiano. La complessità dello scenario richiede misure straordinarie e investimenti mirati soprattutto nel settore energetico. Il sistema produttivo può avere il doppio vantaggio di generare ricadute positive sia in ambito sociale e ambientale che in termini produttivi e di costi.

Intesa Sanpaolo renderà disponibili da subito alle imprese che hanno subito ripercussioni dirette dalla guerra commerciale con la Russia, finanziamenti che compensano inoltre costi del personale, investimenti e spese fisse come i canoni di locazione.

I finanziamenti mettono a disposizione fino a 375 milioni di euro entro 72 ore dalla richiesta per aziende con fatturato inferiore a 1,5 miliardi o con meno di 5 mila dipendenti. Intesa Sanpaolo diventa così un interlocutore più coinvolto nel supporto del sistema economico. Un’altra novità che riguarda il nostro tessuto produttivo è quella che riguarda Pernigotti.

L’interesse di JPMorgan per il tessuto produttivo italiano

Sul tavolo ci sarebbe un accordo frutto dell’interesse da parte di Jp Morgan. La cessione del marchio storico del cioccolato è subordinata però al bisogno di nuovi investimenti; in particolare negli asset produttivi, come i macchinari necessari alle fabbriche per poter ripartire. La vicenda rimane sospesa in attesa di un piano necessario per il rinnovo delle garanzie per i lavoratori. I ministeri, come i sindacati, chiedono un piano industriale chiaro per consentire la ripresa delle attività nel sito Pernigotti di Novi Ligure.

Il contratto preliminare prevede la cessione delle quote di Pernigotti entro i primi giorni di agosto e il passaggio di proprietà entro settembre. Il progetto nasce dalla collaborazione tra i marchi Pernigotti e Walcor. Quest’ultima è una storica azienda di Cremona che produce uova e monete di cioccolato. Dalle vicende nate alla fine del 2018 con cui il destino sembrava assegnare tutte le produzioni italiane alla Turchia, la società è riuscita a snellire l’attività produttiva e ricercando in seguito eventuali partner e investitori.

Così nell’ultimo anno si è fatto avanti il Gruppo Jp Morgan, attraverso la Asset Management, che ha investito in Italia nella Walcor, e nella Witor’s, storica realtà del cioccolato della città di Cremona.

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