Alcuni pensionati potrebbero dare per scontato la pensione e intenderla come un diritto irrevocabile; tuttavia, a chi commette questo errore l’Inps potrebbe revocare l’assegno pensionistico. Scopriamo insieme di cosa si tratta.
Spesso si commette l’errore di credere che la pensione sia irrevocabile una volta ottenuta. Nella realtà, l’Inps potrebbe prevedere una revoca esclusivamente in alcuni casi. Questa possibilità non è prevista solo per le pensioni che vengono erogate in base al reddito ma anche per le pensioni previdenziali.
Infatti, bisogna fare molta attenzione a tutti gli adempimenti. Poiché, chi commette questo errore potrebbe ricevere una spiacevole sorpresa e ritrovarsi con senza il proprio assegno pensionistico: scopriamo insieme di cosa si tratta e cosa bisogna fare per evitare di commettere questo spiacevole errore.
Non è vietata per coloro che percepiscono un assegno previdenziale, la possibilità di percepire ulteriori redditi oltre a quelli della pensione eventualmente erogata dall’Inps. Infatti, la maggior parte delle pensioni prevede la cumulabilità con i redditi da lavoro. Tuttavia, ci sono dei casi in cui questa possibilità è preclusa.
Alcune possibilità di accesso alla pensione, infatti, come Quota 100, Quota 102 e Quota 41 prevedono l’impossibilità di cumulare con i redditi derivanti da pensione altri redditi da lavoro. Dunque, chi ottiene l’assegno pensionistico con queste modalità di pensionamento deve prestare molta attenzione per evitare la revoca della pensione.
La revoca dell’assegno pensionistico può scattare quando l’Inps percepisce la cessazione dell’attività lavorativa come fittizia. Nel dettaglio, sappiamo che un lavoratore dipendente per accedere alla pensione deve obbligatoriamente cessare la propria attività lavorativa. Ciò, invece, non accade per quanto riguarda il lavoratore autonomo che potrà ottenere la pensione pur continuando la propria attività.
Tuttavia, anche per il lavoratore dipendente tale possibilità non è completamente preclusa. Infatti, il lavoratore subordinato potrebbe riprendere a lavorare ma dovrà fare attenzione poiché se l’Inps dovesse percepire la cessazione della precedente attività come fittizia potrebbe revocare la pensione. Questo caso, potrebbe verificarsi quando, ad esempio, un lavoratore dipendente dopo la cessazione dell’attività dovesse ritornare a lavorare con lo stesso datore di lavoro alle medesime condizioni.
Tuttavia, come abbiamo visto la possibilità di svolgere un’attività lavorativa dopo il pensionamento non è completamente preclusa ai lavoratori dipendenti ma bisognerà prestare attenzione alle condizioni e al datore di lavoro. Infatti, se per l’Inps dovessero risultare analoghe e quindi intenderle come cessazione fittizia potrebbe revocare la pensione.
Il pensionato, quindi dovrà fare attenzione alla mansione che andrà a svolgere e alle condizioni lavorative che dovranno essere differenti dalla precedente attività lavorativa del lavoratore subordinato per evitare di incorrere in una revoca dell’assegno pensionistico.
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