Una questione che merita senza dubbio ampio spazio, soprattutto per il numero di occasioni che in alcuni casi riesce a comprendere.
Cosa succede nel momento in cui si è protagonisti, inconsapevolmente o meno di un errore che prevede l’erogazione a nostro favore di somme di denaro da parte dell’Inps. Cosa succede quando per errore, chiaramente, ci si riscopre destinatari di un trattamento che non sarebbe dovuto essere il nostro, di una situazione che non avrebbe dovuto prevedere quello che poi di fatto è capitato. Il legislatore, l’ente, il Governo, sembrano avere a tal proposito le idee chiare, niente è perdonato a chi coscientemente o meno si rende protagonista di un vero e proprio furto ai danni dello Stato. Niente è perdonato.
L’articolo 2033 del codice civile, in merito all’indebito oggettivo, cosi definito prevede che per le cifre ipoteticamente da richiedere è possibile per l’Inps stabilire un periodo esatto in cui ricevere le somme indebitamente erogate. Il contribuente che ha approfittato della situazione, insomma non dovrebbe avere troppo margine d’azione anzi. Negli ultimi tempi errori del genere riguardano come le cronache ci ricordano il Reddito di cittadinanza. Assegni indebitamente recepiti dai cittadini per mancanza di controlli preventivi e per chissà quale assurda logica che non prevede una azione di filtro efficiente.
“Le somme di cui alla lettera d-bis del comma 1, se assoggettate a ritenuta, sono restituite al netto della ritenuta subita e non costituiscono oneri deducibili”, questo è quanto riporta in merito alla questione restituzione una recente circolare Inps. La questione è quindi, di fatto, assai delicata, considerato il volume di occasioni che coinvolgono in cittadini in determinate dinamiche. In ogni caso, il soggetto coinvolto avrà modo di verificare attraverso una apposita documentazione tutto ciò che è dovuto all’Inps. Niente in questo caso è poco considerato, l’informazione è molto dettagliata, per ovvi motivi.
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In merito alla restituzione, poi, va detto che l’Inps procederà come sostituto d’imposta nel recupero delle ritenute fiscali con credito al 30% delle somme nette precedentemente ricevute. La restituzione, nella sua modalità concreta è applicabile alle posizioni che dal 19 maggio 2020 risultavano non ancora definite. Una situazione parecchio ingarbugliata insomma, in cui da parte dell’ente esiste chiaramente la disponibilità a procedere nei confronti del contribuente nei modi e nei termini previsti. Di conseguenza il contribuente allo stesso tempo non può che sottostare alle indicazioni dettate proprio dall’Inps.
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