Brutte notizie per molti disabili che, in seguito alle ultime disposizioni, saranno costretti a vivere con soli 287 euro al mese. Un vero e proprio scenario da incubo.
In base a quanto previsto dall’articolo 13 della Legge 30 marzo 1971, n. 118, l’assegno di invalidità è una prestazione di carattere economico rivolto a mutilati e invalidi civili con età compresa tra i 18 e i 65 anni a cui viene riconosciuta una percentuale d’invalidità che deve essere pari o superiore al 74%.
Una volta determinata la riduzione della capacità generica di lavoro, ai soggetti interessati, viene riconosciuto il diritto a un assegno di invalidità. L’importo di tale assegno, ricordiamo, è pari a 287,09 euro al mese. Un aiuto economico che si rivela essere particolarmente importante, ma che potrebbe portare a breve in molti a dover fare i conti con un’amara sorpresa. Ecco cosa sta succedendo.
Il 14 ottobre l’Inps ha pubblicato il messaggio n. 3495, con il quale ha reso noto di recepire due sentenze della Cassazione, ovvero la numero 17388 del 2018 e la numero 18926 del 2019. In base a quest’ultime, ricordiamo, non è più possibile cumulare redditi da lavoro con l’assegno di invalidità civile erogato ogni mese, anche nel caso in cui si tratti di guadagni di soli pochi euro. In parole povere, quindi, l’assegno verrà riconosciuto solo a chi non lavora.
Una novità che non passa di certo inosservata, soprattutto considerando che, solamente fino a qualche settimana fa, era possibile lavorare. Questo a patto che il reddito risultasse non superiore al reddito minimo personale, pari a 4.931 euro all’anno. D’ora in poi, però, non sarà più così. Una situazione che rischia di creare situazioni di disagio, con molti disabili che saranno pertanto costretti a vivere con soli 287 euro al mese. Una cifra che non può essere di certo considerata idonea per poter vivere, soprattutto considerando le varie spese che la vita quotidiana porta con sé.
Non stupisce, quindi, che siano in molti a chiedere supporto alle tante associazioni e movimenti in Italia che si occupano di disabilità, con la speranza di riuscire a trovare una soluzione. “Siamo stati subissati dalle richieste di informazioni. Ci hanno chiesto se ora avrebbero dovuto licenziarsi. C’è grande preoccupazione“, ha dichiarato a Today Vincenzo Falabella, presidente della Fish, ovvero la Federazione italiana per il superamento dell’handicap. Molti i dubbi conseguente il recepimento da parte dell’Inps delle sentenze della Corte di Cassazione, con tanti disabili che rischiano di dover scegliere se lavorare oppure restare a casa con soli 287 euro al mese.
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Proprio per questo motivo la Fish e altre associazioni si sono attivate per richiedere un intervento da parte della politica. “Abbiamo avviato confronti sia con il ministro della disabilità Erika Stefani sia con lo stesso presidente dell’Inps Pasquale Tridico. Abbiamo cercato di elaborare un emendamento congiunto che potesse andare a incidere su una modifica della normativa della legge 118/1971 che ha istituito l’assegno di invalidità. Speriamo possa essere presentato il più presto possibile per superare quella che è una stortura normativa e far sì che le persone con disabilità possano ambire ad accedere al mondo del lavoro. Così com’è, ora la norma limita di fatto l’accesso al mondo del lavoro delle persone con disabilità parziale“, ha spiegato Falabella.
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