La tassonomia verde dell’UE è un sistema di classificazione che indica se determinati tipi di attività economiche sono ecologiche.
L’attuale tassonomia dell’UE, ancora incompleta, comprende 13 settori e più di 100 attività commerciali. Essa contribuisce a discriminare le attività economiche in base al loro impatto ambientale.
Attraverso questo strumento l’Unione Europea aiuta investitori, imprese nonché gli emittenti di strumenti finanziari a identificare gli asset ESG attraverso un approccio standardizzato e coerente. In questo modo l’Europa può contribuire dalla base alla diffusione degli investimento ecosostenibili diffondendo tra la platea di investitori la consapevolezza degli effetti dei loro finanziamenti.
L’urgenza a intervenire sul cambiamento climatico tramite un sistema standardizzato aiuta le aziende a diventare più rispettose del clima, mitigare la frammentazione del mercato e aiutare a spostare gli investimenti dove sono più necessari per facilitare la transizione.
Le aziende possono valutare se le loro attività sono in linea con le definizioni e i criteri della tassonomia. Questa fa in modo che l’attività economica contribuisca in modo sostanziale ad almeno uno dei sei obiettivi ambientali definiti nel regolamento stesso.
In Europa, le imprese e gli investitori sono quindi impegnati nel rispetto e nel perseguimento di sei obbiettivi che possono essere riassunti come: Contribuito alla mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento delle attività economiche agli stessi. Protezione e uso sostenibile delle risorse idriche e marine. Contributo alla transizione verso un’economia circolare nonché prevenzione e controllo dell’inquinamento. Protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.
Naturalmente la Commissione europea ha pubblicato nel dettaglio tecnico i criteri da seguire per le attività economiche. L’adesione alla tassonomia è trasparente e può migliorare la reputazione delle aziende impegnate a contribuire agli sforzi per limitare l’impatto ambientale. Queste sono in grado di pubblicizzare i loro risultati in modo oggettivo presso consumatori, investitori e l’opinione pubblica evitando il così detto green washing, ovvero una forma di ambientalismo di facciata.
La tassonomia dell’UE offre alle imprese l’opportunità di misurare le loro prestazioni e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi ambientali in modo trasparente e comparabile. I gestori patrimoniali e le imprese di investimento sono tenuti a comunicare gli indicatori chiave che mostrano il grado di allineamento del loro portafoglio alla tassonomia. Allo stesso modo le banche saranno tenute a divulgare i loro Green Assets Ratios, ovvero i coefficienti delle attività finanziarie ecosostenibili.
La tassonomia fungerà anche da potente strumento per supportare il processo decisionale sugli investimenti. Questo avrà un impatto anche sulle aziende al di fuori dell’Unione e di conseguenza sui flussi commerciali e sui mercati finanziari. Tutti coloro che vogliono offrire prodotti finanziari nel mercato europeo dovranno attenersi al rispetto della tassonomia che filtrerà di conseguenza i finanziamenti ottenibili.
Sul piano degli investimenti il 2021 è stato anche un anno decisivo per i mercati delle licenze sulle emissioni di carbonio.
Gli ETC relativi al prezzo dei Carbon Credits sono i primi asset a essere direttamente legati alla riduzione delle emissioni inquinanti. I carbon credits sono licenze che le aziende europee devono acquistare per permettersi di immettere nell’atmosfera un certo quantitativo di Co2.
Il VCM o mercato libero dei Carbon Credits ha una dimensione globale e opera su base volontaria. Imprese, organizzazioni o anche individui, che vogliono neutralizzare o ridurre le emissioni generate dalla propria attività, possono acquistare Carbon Credits sul mercato. Il prezzo dei Carbon Credits ha segnato nel mese di novembre un nuovo record storico sul mercato europeo, superando il valore di 90 euro. Ogni certificato corrisponde a un’indennità pagata per le ricadute sociali e ambientali per ciascuna tonnellata di Co2 emessa.
L’IHS Markit Global Carbon Index, è l’indice globale del mercato delle licenze sulle emissioni di Co2. Il suo valore è cresciuto del 108% nel 2021, è in grado anche quest’anno di attrarre numerosi investitori. L’indice sconta il valore dei future dei principali mercati globali del carbonio, tra cui Europa, il Regno Unito, la California e RGGI Regional Greenhouse Gas Initiative, che comprende gli Stati USA dalla Virginia fino al Maine. Quest’ultimo mercato ha raggiunto a dicembre per la prima volta in sei anni il massimo di prezzo consentito pari a 13 dollari a tonnellata, un aumento del 40% rispetto ai 9,3 dollari dell’ultima asta di settembre.
Il valore del benchmark, che cerca di sintetizzare il valore dei crediti in questi tre mercati è invece passato nel 2021 dai 24,78 a 51,45 dollari. Nel luglio del 2021, anche la Cina ha inaugurato il suo mercato nazionale di scambio di carbon credits, oggi il più grande del mondo. La Cina può innescare grazie soprattutto alla presenza dell’industria pesante un nuovo trend nel valore dei crediti se questi saranno computati nell’indice internazionale come Markit Global Carbon Index.
Un modo diretto per sfruttare queste tendenze sono gli ETF sui fondi di investimento come il KRBN, ovvero il KraneShares Global Carbon Strategy oggi il più grande e liquido sul mercato. In prima linea rispetto ai principali cambiamenti che si verificano in relazione all’avanzamento del processo di decarbonizzazione dell’economia. Lanciato a luglio 2020 KRBN ha chiuso l’anno con 1,62 miliardi di dollari di capitale in gestione. Il fondo ha avuto un rendimento totale del 109% nel corso del 2020.
Pietro Colucci, il primo riferimento della Green Economy in Italia
Il gas naturale è stato uno dei pochi mercati, a riuscire a sovraperformare nel 2021 quello dei carbon credits. Questa materia prima è infatti il compromesso a basso impatto ambientale per le aziende che vogliono continuare a produrre rimanendo conformi agli standard ecologici. Attraverso il gas naturale possono mitigare la loro esposizione al costo delle licenze sulle emissioni di Co2.
Per avere un termine di paragone, il gas naturale seppur inquinante, genera la metà delle emissioni di CO2 del carbone. Nel corso del 2021 Il gas naturale europeo è aumentato del 300% anche a causa dell’offerta limitata della Russia e della preponderanza della domanda cinese e indiana. Il gas naturale rappresenta quasi un quarto del consumo energetico degli Stati Uniti ed è stato interessato da un trend crescente che ha portato il suo prezzo ai intorno ai 79 euro per megawattora, vicini a livelli che non si vedevano dalla fine di dicembre.
Tramite una circolare pubblicata da poche ore, l’Agenzia delle Entrate fornisce chiarimenti sul Bonus Natale…
In arrivo due piccoli aiuti, ma comunque significativi. Ecco chi potrà usufruire del Bonus bebè…
Perché gli ETF piacciono agli investitori di Titoli di Stato e perché sono così ‘comodi’…
L’INPS chiarisce una volta per tutte la questione riguardante l’indennità di accompagnamento e il ricovero…
Pensioni bassissime: tante delusioni con il calcolatore dell’INPS, puoi fare una stima in anticipo di…
Sbloccate maggiorazioni e arretrati per persone vedove e invalidi: a quanto ammontano le cifre e…