Fondi pensione, con la pandemia cambia tutto: ecco perché

Secondo i dati forniti da un’indagine della Federal Reserve, gli americani che si aspettano di andare in pensione dopo i 67 sono calati più del 30%

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Questo dato potrebbe fornire interessanti spunti per quanto riguarda i futuri livelli di consumo, anche in Europa, a causa della mutata percezione individuale dell’aspettativa di vita, causata dalla pandemia di covid-19.

È un dato ampiamente studiato: l’aumento dell’aspettativa di vita nell’età adulta ha un impatto statisticamente significativo sulla propensione al risparmio. Questo avviene perché la percezione e la convinzione di poter giungere a un’età molto avanzata, contribuisce a risparmiare durante l’età lavorativa, in vista di numerosi anni nei quali si potrà contare solamente sulle entrate della previdenza sociale.

Allo stesso modo la percezione sull’aspettativa di vita influenza l’età di pensionamento anche per coloro che potrebbero avere versato già i contributi necessari, o avere un capitale sufficiente a potersi sostenere finanziariamente. Viceversa la percezione della possibilità di una morte improvvisa è in grado di innescare quei meccanismi che portano alla tendenza opposta, incidendo direttamente in modo negativo sulla propensione al risparmio.

Questo fenomeno avviene quando vi è la concomitanza di due fattori: Il primo fattore è un’economia relativamente stabile, con condizioni lavorative che non incidono sullo stato di salute del lavoratore, il secondo la presenza di fattore estrinseco a queste condizioni che determina la percezione di una causa di morte inaspettata e frequente. Fattori questi che si stanno realizzando man mano la pandemia viene arginata e relativamente controllata, sia dalla universalizzazione dei fattori di prevenzione sia dalla presenza dei vaccini, che tuttavia non eliminano la tendenza alla percezione di poter essere vittima del virus.

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USA: ritiri pensionistici anticipati

Secondo i dati governativi, negli Stati Uniti circa 2,7 milioni di americani con un’età minima di 55 anni valutano già il ritiro pensionistico, almeno cinque anni prima rispetto a quello che accadeva soltanto qualche anno fa. Questa tendenza si sta diffondendo in modo piuttosto marcato, tanto che numerose aziende si aspettano un preoccupante calo nell’offerta di lavoro, soprattutto per la difficoltà di riuscire a sostituire un certo tipo di mansioni, come quelle detenute da coloro che ricoprono ruoli dirigenziali o mansioni che necessitano di particolare esperienza nel settore.

Il fenomeno è amplificato negli Stati Uniti grazie all’ampia diffusione di piani pensionistici complementari, che per mezzo dell’investimento continuato nel tempo di una parte del reddito percepito dal lavoro, possono permettersi in molti casi di accumulare un patrimonio sufficiente al pensionamento, tramite investimenti mirati, gestiti per esempio da un fondo pensione.

I fondi pensione e la loro importanza per i consumi

I fondi pensione diventano sempre più uno strumento indispensabile, al fine di evitare che il deterioramento del livello del reddito ottenibile con la previdenza obbligatoria, come per avviene per esempio in Italia, causi in futuro una drastica riduzione del livello dei consumi.

Il fondo pensione è una strumento di previdenza complementare, esiste naturalmente anche in Italia e si basa su un meccanismo finanziario con i quale una parte del proprio stipendio, viene investito sui mercati finanziari, secondo la propensione al rischio e le indicazioni fornite dal sottoscrittore. Una volta raggiunta l’età pensionabile viene calcolato dalla società che gestisce il fondo, il capitale maturato che verrà riconsegnato sotto forma di rendita vitalizia o in alcuni casi in un’unica soluzione, prevedendo in oltre delle discrete agevolazioni fiscali, con una tassazione applicata sul capitale maturato che e varia tra il 15% e il 9%, a differenza di altri investimenti, i quali possono avere una tassazione fino al 26%.

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In Italia il fondo pensione è finalizzato a costruire un’integrazione alla previdenza obbligatoria. Nonostante questo, in alcuni casi particolari è possibile decidere di riscattare anticipatamente parte dei soldi investiti.

È possibile disinvestire dopo otto anni richiedendo fino al 30% del capitale, mentre in altri casi particolari, come ad esempio per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa, propria o dei figli, è possibile richiedere, trascorso un minimo di otto anni fino al 75% del capitale maturato. È possibile altresì ottenere la stessa percentuale in modo anticipato, in vista di spese sanitarie che hanno riguardato se stessi o la famiglia.

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