Segnali positivi dagli Stati Uniti: ecco quando il motore dell’economia globale può tornare ripartire

I dati sull’inflazione pubblicati ieri mostrano i primi effetti concreti e positivi della politica monetaria restrittiva.

La Federal Reserve ha iniziato a inasprire la politica monetaria mostrando un primo successo, l’inflazione scende all’8,5% rimanendo secondo le parole del presidente della Fed di Chicago inaccettabilmente alte.

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Quanto anticipato fa presagire nuovi prossimi aumenti ma anche una caduta progressiva del dato sui prezzi al consumo. Solo per quest’anno tassi di interesse sono destinati ad arrivare intorno al 3,25% dagli attuali 2,25; ciò implica almeno due prossimi aumenti di 50 punti base completando per quest’anno l’intervento di politica monetaria.

L’aspettativa adesso è quella di una prosecuzione della tendenza positiva del mercato del lavoro che può essere accompagnata da una ripresa o meno della crescita del Pil. Se il dato dovesse tornare positivo nel terzo trimestre l’economia Usa può tornare a trascinare la crescita scontandosi sul settore finanziario.

Economia cinese e prezzo delle materie prime energetiche; quando l’azionario può scontare la crescita con i prossimi rialzi

Sarà importante per questo concentrarsi sui fondamentali; siamo infatti di fronte a un cambiamento di paradigma nell’economia globale, non è il momento di investire nei titoli che non hanno già dimostrato resistenza agli estremi del mercato.

Per il Presidente americano Joe Biden ci sono segnali positivi, ma la situazione internazionale sta rallentando le catene di approvvigionamento e l’economia cinese sta dando alcuni segnali di un possibile rallentamento economico. Il lavoro, quindi, è tutt’altro che finito, per correggere efficacemente l’economia si dovrà attendere almeno il prossimo trimestre. Dalla fine di quest’anno ci potrà essere una moderazione del ciclo di rialzi e una contestuale ripresa della crescita sull’azionario.

Per settembre le attese sembrano ora convergere su un aumento di 50 punti base. I dati pur positivi, confermano un livello dei prezzi ai massimi degli ultimi cinquant’anni. Al momento il principale motore dell’inflazione rimane il prezzo delle materie prime. Servirà quindi un significativo calo dei prezzi prima di poter agire sui tassi abbassandoli. Per ora quindi è ancora troppo presto per affermare che la corsa dei prezzi ha iniziato una tendenza discendente.

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