Inflazione: i prodotti, i servizi e le città più colpite. La lista completa

L’ultimo dato Istat sull’inflazione ha raggiunto a maggio il record dal 1990 attestandosi al 6,8%. Ecco quali sono oggi i prodotti, i servizi e le città più colpiti dall’inflazione.

Energia e alimenti sono i due settori trainanti rispetto all’aumento dei prezzi al consumo. L’incidenza della loro importanza sull’economia li particolarmente importanti per famiglie e imprese.

Inflazione: i prodotti, i servizi e le città più colpite. La lista completa
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La classifica dei beni e dei servizi che sono rincarati di più secondo l’ultimo rapporto Istat del mese di maggio fa il paio con l’importanza dei consumi delle famiglie. Il Pil è infatti sostenuto per il 57,3%, proprio dagli acquisti effettuati dai privati.

L’Unione nazionale consumatori ha realizzato uno studio sulle città più colpite dai rincari dei prezzi di generi alimentari, bevande analcoliche, gas e luce. A guidare la classifica risultano Catania e Imperia; le due città soltanto per il comparto alimentare registrano rialzi rispettivamente del 11,1% e 11%. Un incremento notevole del costo della vita, che per una famiglia media in valore assoluto è pari a 643 euro annui. Seguono nella classifica Sassari con una crescita del 10% e poi Palermo, Teramo Cosenza con aumenti intorno al 9,6%.

Inflazione; la classifica delle città con i maggiori aumenti del costo dell’energia

Dal punto di vista degli aumenti dei costi dell’energia la città peggiore risulta Bolzano seguita da Trento, dove le spese per luce e gas salgono più del doppio arrivando rispettivamente al 112,9% e al 109,2% rispetto a maggio 2021. Per avere un termine di paragone nei confronti di Milano, la differenza risulta notevole con il capoluogo lombardo che segna un +78,2%.

Le città meno svantaggiate risultano Sassari +51,6% Reggio Calabria +52,1%, Cagliari e Napoli entrambe con un aumento del 53,2%.

In tutta Italia gas e gasolio, sono aumentati rispettivamente del 66,3% e del 47,5%. Gpl e metano sono saliti fino al 43,6%. Ma i rincari maggiori sono stati raggiunti dal prezzo dell’energia elettrica aumentata del 73,5%.

La pandemia ha provocato una discesa del Pil dell’8,8% nell’anno più duro dell’emergenza. La peggiore recessione dalla Seconda Guerra Mondiale non ha cambiato l’economia italiana solo in senso quantitativo, ma anche qualitativo. A diminuire significativamente sono stati i consumi, diminuiti rispetto al 2019 di circa il 10%; un valore che non è stato recuperato nel 2021.

Aumenti prezzi al consumo; la classifica dei prodotti più colpiti

Oggi gli stessi consumatori si trovano davanti a nuovi limiti di spesa, stimolati soltanto dall’intervento pubblico. Qualcosa di simile è accaduto agli investimenti: l’incertezza ha fortemente limitato sia quelli interni che quelli esteri. Nonostante ciò, aumentano comunque anche i beni voluttuari e i servizi non essenziali. Tra questi al primo posto della classifica dei rincari segnalati a maggio vi sono i biglietti aerei internazionali, aumentati del 103,3% su base annua.

Ragionando per settori, il comparto alimentare registra i rincari maggiori per l’olio di semi, con un aumento del prezzo del 70,2% in più rispetto a un anno fa. A seguire: burro (+22,6%), farina (+18,6%) e pasta (+16,6%). Rincari in doppia cifra anche per pollo (+13,8%), uova (+12,3%) e gelati (+11,2%).

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